Fra pochi giorni, l’8 febbraio, l’ex campione di vela e di windsurf Chico Forti, compirà 62 anni. Ma nemmeno questo compleanno Chico, che da 21 anni sta scontando una pena in un carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti, riuscirà probabilmente a trascorrerlo in Italia. Dopo la buona notizia arrivata pochi giorni prima di Natale (il Governatore della Florida ha accolto l’istanza di Chico Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia), tutto tace e si resta in attesa dei prossimi passaggi per riportarlo in patria.
Il momento è delicato e chi da anni si batte per Chico, come lo zio Gianni Forti, preferisce tenere un profilo basso. Tuttavia Gianni Forti (che ha curato diversi libri per far conoscere la vicenda giudiziaria del nipote, l’ultimo in ordine di tempo “Una dannata commedia” storia di Chico a fumetti di Massimo Chiodelli “CHIOD”) non si nega a telefono, affabile come sempre.
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Ci sono novità?
Novità non ce ne sono. Il lavoro politico è stato fatto, grazie al ministro Luigi Di Maio e al sottosegretario Riccardo Fraccaro il Governatore della Florida ha concesso il trasferimento in Italia. Adesso manca la parte giudiziaria, con l’ufficio federale che dia indicazioni a Chico sulle condizioni da rispettare e dia il via libera definitivo.
La crisi di Governo italiana sta rallentando il trasferimento?
Sicuramente con la crisi di Governo, la questione di Chico passa in secondo piano e non può avere l’attenzione che meriterebbe. Ma c’è anche il fattore pandemia. Le carceri americane non sono immuni al problema, quindi anche questo influenza l’iter del trasferimento. Non dimentichiamoci che anche la situazione politica americana è particolare, con un nuovo presidente appena insediatosi, non senza problemi. Insomma speriamo che il diavolo non ci metta di nuovo la coda.
Gli ultimi metri di una maratona sono sempre i più difficili. Come sta vivendo Chico questi momenti?
Per quello che posso sapere e immaginare io, Chico starà in fibrillazione. Per anni ha vissuto senza la prospettiva di uscire (la sentenza per l’ex surfista ed ex velista è stata di ergastolo senza condizionale, ovvero senza possibilità di uscire vivo dal carcere ndr). Adesso questa prospettiva c’è e gli avrà dato nuova forza per sopportare questa situazione di recluso. Situazione che lui, non so come, ha sempre sopportato in un modo incredibile, mantenendo lucidità e non facendosi fiaccare nemmeno nel fisico.
Le ha espresso qualche desiderio in particolare quando sarà in Italia? Le ha fatto sapere se desidera tornare a fare surf? A rivedere il mare?
Non so quali siano i desideri di Chico. Suppongo siano tanti. È entrato in questa assurda vicenda che non aveva ancora compiuto quarant’anni. Credo desideri riprendere in mano la sua vita.
Cosa succederà una volta tornato in Italia? Chiederete la grazia?
Quando tornerà, credo che il pallino sarà in mano al Governo. In Italia non esiste una condanna come quella americana che non ti dà la possibilità di uscire. Anche gli ergastolani, in Italia, se si comportano bene e fanno un percorso di riabilitazione hanno la possibilità di tornare a vivere nella società. Chico nel carcere americano si è impegnato nell’insegnamento di altri detenuti, ha avuto una condotta esemplare tanto da meritarsi un diploma di benemerenza dallo stesso istituto di correzione. Insomma, spero che questo sarà considerato in Italia e possa quindi davvero tornare presto alla sua vita.
Redazione Sport di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.