“Le scuole nautiche dalla fine di febbraio sono state letteralmente abbandonate dal governo, eppure continuiamo a pagare i nostri dipendenti che non hanno ricevuto la cassa integrazione, a pagare gli affitti dei nostri uffici ed anche gli ormeggi delle barche per la didattica, che sono al pari del canone di un ufficio”.
È la denuncia di Marco Morana, vice segretario nazionale della sezione nautica della Confarca (confederazione che rappresenta le scuole nautiche italiane) per ricordare la fase di stallo in cui vivono gli operatori del settore delle scuole nautiche, a distanza di circa due settimane dal DPCM del 26 aprile emanato dal governo.
Niente ripartenza all’orizzonte nella Fase 2, dunque. La denuncia, arrivata durante il live streaming su Facebook organizzato dalla confederazione, è per spronare l’esecutivo affinché venga permesso alle scuole nautiche di ripartire con le attività formative nel pieno rispetto delle normative in ambito sanitario previste per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
“Come Confarca siamo sempre presenti a tutti i tavoli ministeriali”, ricorda Morana: “Il periodo è straordinario, ma piuttosto che vedere luce in fondo al tunnel bisogna accenderla adesso che ci siamo dentro, dobbiamo cogliere adesso tutte le opportunità”. Morana ricorda che, assieme al segretario nazionale della sezione nautica, Adolfo D’Angelo, sono state inviate “varie proposte al MIT, come ad esempio gli esami in sede”. Anche la trasmissione telematica delle istanze per non intasare gli uffici competenti è stata una delle proposte inoltrate in questi giorni. “Siamo disposti anche ad accollarci i costi di prevenzione purché si riparta – sostiene Morana – Solo la prevenzione è arma utile contro il coronavirus, dobbiamo prevenire il contagio del nostro personale e delle utenze che vengono in sede, ci sono linee guida da rispettare e la Confarca già si è adoperata con i propri associati”.
Scuole nautiche, ancora tempi incerti per la ripartenza
Ancora tempi incerti per le date di ripartenza delle lezioni e degli esami per la patente nautica, anche se il Codice Ateco “non è mai chiuso dall’inizio dell’emergenza – ricorda Morana – ed è inammissibile che sia aperto il codice della formazione a cui va applicata IVA senza che possiamo svolgere le attività didattiche”.
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Il problema, fa notare Morana durante il live streaming, è di tipo normativo: “Anche se ci dessero l’ok per sedute in aula, l’attuale DPCM e l’autocertificazione non prevedono spostamenti per esami e formazione”. Il primo problema da superare è dunque quello della mobilità: “Con le nostre proposte potremmo risolvere in tempi rapidi la situazione –conclude Morana – Siamo in contatto con il Ministero, le proposte sono state valutate positivamente. Auspichiamo che da fine maggio possiamo ripartire”.
Fabio Iacolare è videomaker e giornalista pubblicista dal 2010: esperto in regia di format tv e giornalista esperto in eventi a carattere culturale, ambientale ed enogastronomico italiano.