Ecco la sostanziale differenza tra le noci di mare e le meduse. Le noci di mare sono innocue ma una minaccia per il mare: la Mnemiopsis leidyi o Noce di mare è un ctenoforo, cioè un organismo molto simile alla medusa per via del corpo gelatinoso e per la sua trasparenza, ma totalmente privo delle cellule urticanti che contraddistingue le meduse; al loro posto ci sono particolari organelli adesivi con cui cattura lo zooplancton, di cui si nutre.
Grazie a questa particolare differenza, questo animale, risulta essere totalmente inoffensivo per l’essere umano. Dunque, a differenza di alcuni tipi di meduse, come la pelagia noctiluca, le noci di mare non pungono e non sono irritanti, ma risultano pericolose per il mare, come vedremo in seguito. Questi particolari organelli adesivi, chiamati colloblasti, sono disposti lungo due tentacoli molto lunghi e sottili che partono dalla testa dell’animale e fluttuano sulla superficie marina circostante.
Un’altra caratteristica che contraddistingue la Mnemiopsis leidyi dalle meduse normali sono la presenza dei cteni, ossia lunghe ciglia fuse in otto bande meridiane al corpo, le quali aiutano l’animale a spostarsi nell’acqua a suo piacimento (decide quindi la direzione in cui vuole andare e non si lascia trasportare dall’acqua per spostarsi) e sono bioluminescenti.
Le noci di mare e gli avvistamenti in Italia
Sono state avvistate in Toscana, in particolare sulla costa livornese, in Friuli Venezia Giulia e nelle Marche. Su Tirreno e Adriatico sono arrivate dalle sponde atlantiche d’America, con molte probabilità trasportate dalle petroliere che, attraversati Atlantico e Mediterraneo, fanno la spola tra America e Mar Nero. E proprio dal Mar Nero sono uscite per raggiungere il Mediterraneo e le nostre coste. Sono una minaccia per l’ecosistema marino perché si nutrono di uova e di larve di pesce.
A causa dei suoi effetti negativi, mnemiopsis leidyi è stata inserita nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo. Lo scrivono a chiare lettere i responsabili di Arpa Friuli Venezia-Giulia che hanno negli ultimi anni messo a punto un progetto di monitoraggio e studio per controllare l’invasione delle noci di mare.
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«La grande tolleranza di questa specie alla temperatura la rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo», si legge tra l’altro sul sito del Sistema nazionale di protezione ambientale. E ancora, le noci di mare sono in grado «di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, creando danni non tanto di tipo igienico sanitario, ma ambientale».
Tre, come detto, le regioni che al momento devono tenere d’occhio questa specie: Friuli Venezia-Giulia, Marche e Toscana.
L’invasione di noci di mare a Pesaro
“Sembrava di essere immersi in una gigantesca zuppa di gelatina – racconta Fabio Arcidiacono, docente di Matematica e Fisica al Liceo Torelli di Fano – . Nuotavamo con un gruppo di amici all’interno delle scogliere, e ci siamo trovati in un grande “brodo primordiale”. Le noci erano presenti lungo tutto il tragitto: dalla Palla fino alla spiaggia libera di Sottomonte, ma in alcuni punti era quasi difficile avanzare, ce ne saranno state trecento in un metro cubo d’acqua. Ormai le conosciamo bene, quindi non ci spaventano, purtroppo le incontriamo tutti gli anni in questo periodo. Certo è che rendono la nuotata molto meno piacevole”.
L’App per monitorare le invasioni
OGS ha lanciato avvistAPP, applicazione sia per smartphone con sistema operativo iOS sia Android, che permette, in pochi click, di partecipare in maniera attiva alla raccolta di informazioni sugli avvistamenti delle noci di mare, organismi gelatinosi che negli ultimi anni stanno invadendo i nostri mari e particolarmente la zona dell’Alto Adriatico.
Grazie al progetto “Noce di mare”, OGS ha avviato un programma di osservazioni e di ricerca per approfondire le dinamiche della massiva proliferazione di questi ctenofori e di valutarne l’impatto sull’ecosistema. In questo contesto è stata sviluppata l’app, da oggi disponibile gratuitamente sia sull’App Store di Apple sia per sistemi Android su Google Play, per raccogliere i dati sugli avvistamenti. Il successo di questa iniziativa dipenderà in gran parte dalla collaborazione dei cittadini, ai quali si chiede di scaricare la app e inviare le proprie segnalazioni durante tutta l’estate.
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“Usare l’app sarà molto semplice: basterà scattare una foto e inviare una segnalazione con il proprio cellulare, ma oltre alla noce di mare, con avvistAPP sarà possibile segnalare anche meduse, tartarughe e delfini. Abbiamo infatti deciso di allargare la raccolta di dati anche ad altri organismi molto importanti per valutare lo stato del nostro mare” spiega Valentina Tirelli, ricercatrice che coordina il progetto.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.