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La brillante storia dei maestri d’ascia Odilo Simonit e Paolo Skabar

La brillante storia dei maestri d’ascia Odilo Simonit e Paolo Skabar

La brillante storia dei maestri d’ascia Odilo Simonit e Paolo Skabar

Fondato nel 2006 dai maestri d’ascia Odilo Simonit e Paolo Skabar, da 15 anni il cantiere navale AA Custom costruisce e restaura imbarcazioni in legno. Tra queste numerosi racer da regata, motoryacht, scafi tradizionali e barche da crociera.

Un mestiere quasi scomparso, quello del maestro d’ascia, ma che viene portato avanti ancora da alcuni artigiani che riescono a racchiudere nelle loro mani le arti degli ingegneri navali, dei progettisti e dei falegnami, senza tralasciare quel tocco d’arte che non guasta mai.

Il più importante refitting attualmente in corso, che porta la firma di Odilo Simonit e Paolo Skabar, è quello di Sonja II, un 6 Metri Stazza Internazionale del 1908 ritrovato in una foresta della Svezia e salvato dalla distruzione.

Tra le barche in legno, motorizzate con propulsione elettrica, anche Poto del 1925, un ex-traghetto diventato un lussuoso mini-albergo galleggiante ad una sola cabina. Zelag è invece un acquabus in larice e mogano a 24 posti, oggi impiegato per la riscoperta a zero emissioni della Laguna di Grado.

Odilo Simonit e Paolo Skabar, una vita tra le barche

Tre lustri. Nel 2021 il Cantiere AA Custom di Monfalcone, a pochi chilometri da Trieste, si appresta a festeggiare 15 anni dedicati interamente al restauro di imbarcazioni d’epoca, classiche e tradizionali. Odilo Simonit e Paolo Skabar, i due soci fondatori, provengono dall’esperienza del Cantiere Alto Adriatico, fondato nella vicina Muggia nel 1991 e diventato in pochi anni uno dei principali cantieri di riferimento nella lavorazione del legno.

All’epoca hanno l’opportunità di lavorare su numerosi scafi storici, tra i quali Moya (1910), premiato come miglior restauro, Sorella del 1858, Bat del 1889, Dyarchy (1934), Delfino (1941) o il ketch aurico Javelin del 1897. Non solo. In collaborazione con il triestino Carlo Sciarrelli, indiscusso Maestro nella progettazione di scafi classici, in quel periodo nascono barche a vela in legno come Tiziana IV del 2002 o il 18 metri Chandra del 2004, disegnato dall’architetto argentino German Frers.



Il grande salto dei due maestri d’ascia

Nel 2006, la maturità e le competenze acquisite consentono ai maestri d’ascia Simonit e Skabar, monfalconese il primo e triestino il secondo (più precisamente del quartiere Prosecco, patria dell’omonimo vino), di fare il grande salto e dare vita a Alto Adriatico Custom, spin off del Cantiere Alto Adriatico con il quale era stato mantenuto un rapporto di collaborazione.

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Nel 2008 i due maestri d’ascia rilevano l’intero pacchetto societario. Oggi AA Custom si estende su una superficie di circa 900 metri quadrati nella zona industriale Lisert di Monfalcone.

Qui i titolari e i quattro dipendenti si dedicano senza sosta alla costruzione di nuove imbarcazioni custom, al refitting, manutenzione e allestimenti, se ne contano già oltre quaranta eseguiti, come avvenuto a bordo di imbarcazioni del calibro di Southern WindRoyal HuismanGrand BanksHallberg RassySwan e Nauta.

Tra i più importanti restauri compiuti dal Cantiere AA Custom quelli di alcune imbarcazioni della classe metrica e in particolare i 6 Metri S.I. (Stazza Internazionale).

Si tratta di scafi da regata lunghi circa 11 metri, ex classe olimpica, sviluppatisi a partire dal 1906, anno di introduzione della formula di stazza. Dopo il restauro di Onkel Adolph dell’austriaco Ingo Hopfgartner, varata nel 1907 dal cantiere tedesco Willi van Hacht di Amburgo e vincitrice nello stesso anno della prima One Ton Cup, è stata la volta di Margaux del 1911, un progetto di W. Lt. Ussing realizzato dal cantiere danese Jacob Hannsen.

Le regate a cui hanno partecipato le barche dei due maestri d’ascia

Tra le regate nelle quali si sono distinte queste barche anche la Barcolana Classic di Trieste e il Raduno Vele Storiche Viareggio.

Oggi AA Custom sta restaurando Sonja II (ex Ran II), progettata e costruita nel 1908 dal norvegese Johan Anker. È la seconda classe metrica progettata da colui che nel 1929 avrebbe disegnato il mitico Dragone, il monotipo a chiglia più diffuso del mondo prodotto in oltre 6.500 esemplari.

Tra gli interventi compiuti su questa barca, ritrovata in una foresta della Svezia e salvata dalla distruzione, la sostituzione del 60 per cento del fasciame di mogano, l’80 per cento delle ordinate in rovere e il 70 per cento dei bagli. Oggi Sonja II appartiene all’austriaco Kari Khevenhüller, Conte del castello di Hochosterwitz, in Carinzia, anche proprietario dei 6 Metri S.I.

Rieke del 1919, Rarahu del 1914 e del Fife Sunshine del 1927. Un vero e proprio collezionista che ha fatto del salvataggio di scafi storici una delle missioni della sua vita. A eseguire in prima persona ogni fase del restauro anche il triestino Federico Lenardon, maestro d’ascia e yacht designer (sue le derive Feather 14’ e Barcolana 50), cresciuto progettualmente al tavolo di Carlo Sciarrelli.




Per ben tre volte negli ultimi anni, l’ultima è stata nel 2017, il ketch di 17 metri San Nicolò, costruito nel 1925 dal cantiere Guarnati del Lago di Garda, ha lasciato la Lombardia per essere trasferito al Cantiere AA Custom per un restauro integrale avvenuto a più riprese. La barca, un tempo adibita a trasporti commerciali sul più grande lago italiano, è stata recuperata dopo un affondamento.

Trasferita a Monfalcone, ha subito la sostituzione del 40 per cento del fasciame in larice, il rinforzo del 30 per cento delle ordinate in lamellare di iroko, la posa di un nuovo ponte in teak, la ricostruzione del bompresso e di un nuovo albero in douglas. Oggi San Nicolò fa base a Bardolino, sulla sponda orientale del Garda, da dove parte per crociere giornaliere al servizio di alberghi e turisti.

Restaurare un trasporto passeggeri d’epoca e trasformarlo in un lussuoso mini-albergo navigante su un lago austriaco. È quanto realizzato sul 14 metri Poto, varato in Austria nel 1925 e un tempo impiegato come traghetto sul Lago Weissensee.

Nel 2018 l’imbarcazione è stata oggetto di un restauro integrale presso il Cantiere AA Custom, che ha trasformato Poto in qualcosa di unico: una residenza galleggiante con una singola suite ricavata a prua, servita da un bagno.

La barca rappresenta oggi una delle offerte del KOLLERs Hotel, struttura quattro stelle superior di Seeboden, sul Lago di Millstatt, in Carinzia, regione dell’Austria meridionale. A bordo non manca nulla, dal salone privato al ponte sole a un’attrezzata cucina.

Ampie finestrature sottocoperta garantiscono luce e vista lago a 360 gradi. La navigazione avviene in maniera silenziosa grazie alla motorizzazione elettrica. Il prezzo? “Solo” 780 euro al giorno. Uno spettacolare tour virtuale consente di visitare ogni ambiente di bordo e rendersi conto della qualità del restauro compiuto dal cantiere.

Nel 2016, grazie a un cofinanziamento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR FESR), erogato dalla Regione Friuli, il Cantiere AA Custom ha varato Zelag (Zero Emission navigation LAguna di Grado), un acquabus da 24 posti lungo 12 metri, realizzato per fare conoscere le bellezze della laguna di Grado e della città di Aquileia.




Lo scafo è costruito con la tecnica dello strip planking di larice, ricoperto da tre strati sovrapposti di fasciame di mogano, con paratie portanti e strutturali. Il progetto è stato realizzato in partnership con l’Università degli Studi di Trieste e l’azienda Friulinossidabili Srl.

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Il tipo di carena e la propulsione elettrica, garantita da 48 batteriecon anche funzioni di zavorra, permettono di navigare ininterrottamente per circa 12 ore al giorno, senza formazione di onde, ad una velocità media di 3-4 nodi. In caso di necessità a bordo è stato installato anche un generatore diesel di emergenza. Oggi Zelag contribuisce a promuovere il turismo eco-sostenibile a zero emissioni nelle acque interne.

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