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Alfabeto Morse: ecco cosa c’è da sapere, dalla sua storia al suo utilizzo

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Per alfabeto Morse si intende quel sistema in grado di trasmettere le lettere con punti e linee, per mezzo di codici a intermittenza. Il codice Morse, utilizzato anche a bordo delle navi, è il primo sistema moderno di trasmissione a distanza di messaggi.

Durante la navigazione notturna, considerata l’impossibilità di utilizzare le bandiere causa oscurità, le parole e i numeri venivano così composti dai singoli caratteri corrispondenti al codice Morse.




Cosa significa “alfabeto morse” e quando è stato inventato

Iniziamo con una premessa storica: il linguaggio Morse è stato inventato nel lontano 1835 dall’americano Samuel Morse, per essere poi perfezionato da uno dei suoi collaboratori, Alfred Vail. Morse, pittore e inventore, viene ricordato, appunto, come l’inventore del telegrafo elettrico a filo singolo e del relativo codice di comunicazione, che passerà alla storia come codice Morse.

Già prima del prototipo di Morse, circolavano a fine ‘700 i primi telegrafi ad asta. Questo sistema, basato su veri e propri edifici dotati di un braccio rotante alla cui estremità erano collocati dei bracci più piccoli, riscosse un discreto successo soprattutto in Francia, ma rimase a lungo un modo di comunicazione molto macchinoso, lento e complesso: basti pensare che per recapitare una lettera da una parte all’altra dell’America occorrevano fino a otto settimane.

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Questo spinse Alfred Morse a portare avanti i suoi studi sull’elettromagnetismo, che portarono alla creazione del primo modello a filo singolo. Il telegrafo venne brevettato nel 1837 e il codice punto-linea garantì all’invenzione notevole diffusione. Nel 1844 venne istituita la prima linea telegrafica tra Baltimora e Washington, mentre in Italia le prime due città collegate furono Pisa e Livorno.




Come funziona il codice morse?

L‘alfabeto Morse si fonda su tre semplici caratteri: il punto, la linea e l’intervallo, che può essere breve, medio o lungo. Ogni punto o linea, disposto secondo una sequenza ben precisa, rappresenta una lettera o un numero; gli intervalli, invece, simboleggiano le pause: saranno brevi in caso di spazio tra lettera e lettera, medie tra parola e parola e lunghe per indicare una pausa tra le frasi.

Il codice Morse divenne lo standard per la codifica delle informazioni incontrando un successo che nessun altro sistema alternativo riuscì ad ottenere. Per questo motivo è rimasto fino al 1999 lo standard internazionale per le comunicazioni marittime. Considerato da subito uno strumento molto efficiente, l’alfabeto morse è stato, inoltre, utilizzato a lungo per l’invio di messaggi segreti.

Il codice morse nella nautica

In molti naufragi il codice morse si è rivelato estremamente utile: un esempio è quello del 1909, quando il transatlantico inglese Republic entrò in collisione con il piroscafo italiano Florida. In quest’occasione, il radiotelegrafista del Republic, tale signor Binns, riuscì a far arrivare ben quattro navi in soccorso. Una richiesta di aiuto durata 14 ore, che ha permesso il salvataggio di ben 2.000 persone. L’evento ebbe una tale risonanza da portare alla nascita di alcune leggi che resero obbligatoria l’installazione dell’impianto di stazioni radio a bordo.

Un altro episodio degno di nota è quello del 14 aprile 1912, data di affondamento del Titanic. In quel caso, il telegrafo Marconi fu determinante per il salvataggio di 705 persone da parte delle navi Carpathia e Olimpic. Si dice che il secondo telegrafista, una volta salito sul Carpathia, si sia messo in cabina radio a telegrafare i dispacci dei sopravvissuti per addirittura 5 giorni.

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Oltre ad episodi come questo, il telegrafo si è rivelato necessario per curare e salvare tantissime persone. Molti bollettini medici, infatti, erano trasmessi a bordo: venivano comunicate le condizioni delle persone malate, si domandavano farmaci o addirittura venivano richiesti gli interventi chirurgici.




Il segnale SOS nel linguaggio morse

Si tratta di un segnale di soccorso in codice morse, utilizzato a livello internazionale e stabilito, in origine, per uso marittimo. Questo segnale proviene dai regolamenti radio marittimi del governo tedesco entrati in vigore nel 1905, per poi essere adottato universalmente in tutto il mondo quando, nel 1906, è stato inserito nei regolamenti di servizio della prima Convenzione radiotelegrafica internazionale.

Prima della nascita della radio, le navi utilizzavano una varietà di segnali di soccorso, con l’uso di bandiere a semaforo, razzi di segnalazione, campare e sirene da nebbia. Nel 1903, il capitano Quintino Bonomo, rappresentante italiano alla Conferenza preliminare di Berlino sulla telegrafia senza fili, sollevò la questione sulla necessità introdurre procedure comuni, come quella di inviare segnali semplici e chiari in caso di pericolo.

SOS, che indica generalmente una richiesta di assistenza in una circostanza di pericolo, viene trasmesso con una sequenza continua di tre punti, tre trattini e tre punti, senza spazi tra i caratteri: questi, infatti, formano rispettivamente la lettera S, la lettera O e ancora la lettera S. Il termine SOS, che si rifà all’inglese “save our souls” (salvate le nostre anime), è stato scelto per la sua brevità e per la possibilità di leggerlo sempre allo stesso modo.

Come imparare e tradurre l’alfabeto Morse

Si può imparare il linguaggio Morse studiandolo e ascoltandolo: a tal proposito esistono vari metodi. Sono molti i siti che trattano l’argomento, ma uno dei migliori, e forse il più moderno, è quello proposto da Google che, con la sua tastiera Gboard propone degli esercizi forniti da Google Creative Lab per imparare il codice Morse. Questo sistema permette alle persone di avere un comodo accesso alla lingua e di esercitarsi in maniera del tutto gratuita.




LEGGI ANCHE: A Mondello i Mondiali di Windsurf: attesi 400 atleti da 24 nazioni

Se siete alla ricerca di una maniera veloce per tradurre e decodificare il l’alfabeto Morse, potete usufruire dei tanti traduttori presenti su internet. Questi permettono a chiunque di tradurre con facilità qualsiasi frase o testo: sarà sufficiente comporre le parole in Morse o in caratteri latini per ottenere l’esatta traduzione.

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