Nei tratti di mare delle spiagge vicine ai centri urbani sono tra i luoghi dove possono annidarsi i batteri resistenti agli antibiotici. Le acque piovane e quelle reflue, infatti, sono potenziali canali per la diffusione della resistenza che poi arriva, naturalmente, nelle acque costiere.
A dirlo è una ricerca condotta dalla University of Technology di Sydney e pubblicata sulla rivista scientifica Water Research. Lo studio evidenzia come ci sia uno scambio di microbi resistenti agli antibiotici tra i flussi delle acque reflue umane e gli ecosistemi naturali.
Questo, secondo i ricercatori, è un meccanismo per un rischio potenzialmente significativo di esposizione ai batteri resistenti agli antibiotici. L’analisi è stata realizzata nelle spiagge attorno a Sidney, in Australia, nell’arco di due anni. Gli studiosi hanno condotto una ricerca mirata su 31 geni di batteri antibiotico resistenti e ne hanno riscontrato una particolare abbondanza all’interno dell’acqua di mare accanto alle coste della zona urbana subito dopo forti piogge.
Quello dei batteri resistenti, spiega Justin Seymour, ricercatore che ha condotto l’analisi, “è un problema globale che avrà un impatto su qualsiasi regione costiera urbanizzata” e che “mette in evidenza le conseguenze ambientali spesso trascurate degli alti livelli dell’uso di antibiotici”.
Fabio Iacolare è videomaker e giornalista pubblicista dal 2010: esperto in regia di format tv e giornalista esperto in eventi a carattere culturale, ambientale ed enogastronomico italiano.