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Spinnaker, cos’è e come funziona la vela per andature portanti

spinnaker

Per spinnaker, in italiano vela a pallone, fiocco a pallone o semplicemente pallone, ci riferiamo ad una vela triangolare ausiliaria che viene issata quando l’andatura della barca viene considerata portante, ovvero quando il vento colpisce la barca al giardinetto o di poppa e pertanto nelle andature di lasco e poppa. Questa vela possiamo trovarla anche al traverso e al lasco, nei casi di barche in cui non è possibile montare il gennaker.

Si pensa che il primo a fare uso di uno spinnaker sia stato lo yacht Niobe di W. Gordon nel corso di una regata nel 1965.

Spinnaker, perché il fiocco si chiama così?

Si crede che il nome spinnaker possa derivare da una storpiatura della parola Sphinks, ovvero il nome di un’imbarcazione che, sempre nel 1965, vinse una regata grazie a questa nuova vela. Altri invece pensano che il suo nome vada ricercato in una frase pronunciata dallo skipper del Niobe che, alla vista della vela, sembra abbia detto “hat’s the sail to make her spin”, che tradotto in italiano significa “questa è la vela che la fa correre”.




Di cosa è fatto lo spinnaker?

Lo spinnaker è una vela che nasce da due fiocchi, ovvero trinchette, che sono stati cuciti insieme lungo l’infieritura. La sua forma è quella di un triangolo simmetrico: il suo materiale è il nylon e può avere diverse grammature, misurate in once. Quello più comune sulle barche da crociera, per esempio, è lo 0,75 oz. Per avere un’idea più pratica riguardo le sue dimensioni, si potrebbe dire che la sua superficie è la stessa della randa e del genoa messe insieme. I pesi dei tessuti non sono molto vari; ci sono solamente da 0.5, 0.75, 1.0, 1.3, 1.5 e 2.2 once. Con questa gamma è possibile realizzare vele adatte per ogni condizione di vento, tipo di forma e campo d’azione e per qualunque imbarcazione che si tratti di deriva o di uno yacht di piccole o grandi dimensioni.

spinnaker 2

In alto ritroviamo l’angolo di penna e due cadute, che in modo alternativo verranno chiamate inferitura e balumina. I due angoli in basso sono, invece, bugna e mura (sebbene con lo spinnaker ammainato vengano definite entrambe bugne). Solitamente, le due balumine sono verdi e rosse (rispettivamente quella di dritta e quella di sinistra). La penna è facilmente distinguibile in quanto unico angolo in cui sono presenti questi due colori: si consiglia, in ogni caso, di scrivere sull’angolo con il pennarello per essere sicuri.

La scelta del tessuto è molto delicata rispetto a quella delle altre vele. In generale, si rende necessario che il tessuto dello spinnaker sotto sforzo ceda leggermente, per evitare il rischio che la vela, scoppi mentre sta pompando. I tessuti, pertanto, dovranno avere una porosità al minimo, ottenuta alcune volte con l’impiego di alcuni prodotti con un finissaggio siliconato. I produttori sono soliti realizzare una trama di tessuto che alterni in modo equidistante dei fili più grandi, che siano in grado di prevenire il rischio di strappo.




Come regolare lo spinnaker

Per regolare la vela a pallone sono richieste alcune operazioni.

  1. Si deve regolare il tangone facendo in modo che le due bugne siano sempre alla stessa altezza e che questo sia ortogonale con l’albero. Altre diverse posizioni che si rivelino superiori ai 18° dalla posizione ortogonale ne ridurranno la lunghezza effettiva del 15%. Nelle situazioni di vento leggero e con onda, invece, disporre di una mura più bassa consentirà di avere una vela più stabile e pronta all’ingresso del vento.
  2. Il tangone deve essere sempre ortogonale al vento apparente, salvo nei casi con venti molto leggeri, quando dovrà rimanere un po’ più aperto per facilitare il gonfiamento della penna, e nei casi di venti molto forti ed onda: qui dovrà rimanere più chiuso per assicurare maggiore stabilità alla barca.
  3. Nelle andature di lasco il punto di scotta dovrà essere situato il più a poppa possibile. Nel caso, invece, di andature più larghe questo potrà essere portato in avanti in modo da avere lo scarico e la forma della balumina maggiormente sotto controllo.




Come issare lo spinnaker?

Se la barca procede con andatura al lasco, troveremo già il tangone strallato e il genoa ben bordato. Il prodiere dovrà aiutare a sollevare il tangone in posizione e quindi incocciare i moschettoni alle corrispondenti bugne dello spinnaker, mentre in pozzetto ci si accerta che il caricabasso sia in tensione. Qualcuno dovrà pagare all’albero per drizzare la vela e chi rimane accanto allo spinnaker agevolerà l’uscita dalla sacca onde evitare che la vela a pallone possa rovinarsi sopra le draglie e sotto il genoa.

spinnaker 3

A questo punto, si orzerà leggermente per dare più copertura alla vela che sta per essere issata e il timoniere ordinerà il braccio in varea: qui la persona in pozzetto cazzerà il braccio fino al punto in cui la bugna di mura dello spinnaker non raggiunge la varea del tangone e lascia in forza con il tangone strallato. Arrivati qui, il prodiere di prua isserà subito la vela, mentre l’uomo nel pozzetto contemporaneamente annullerà l’imbando della drizza. La tela ancora sgonfia si trova sottovento al genoa: l’uomo in pozzetto rapidamente strozza la drizza e passa alla scotta dello spinnaker per cazzarla e far gonfiare lo spi. Le due persone a prua, infine, torneranno in pozzetto per rollare il genoa o ammainarlo. L’operazione si conclude con il timoniere, che poggia sulla rotta originale mentre il tangone viene quadrato per renderlo perpendicolare al vento: le bugne di scotta e braccio dovranno essere alla stessa altezza.

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Per ritardare l’apertura dello spinnaker affinché questa avvenga in totale sicurezza, esistono diverse tecniche. Ad esempio, la vela può essere giuncata con fili di lana o elastici; altrimenti la barca può essere attrezzata con una calza per l’apertura e la chiusura. Queste operazioni, in ogni caso, si rendono necessaria solo in condizioni di navigazione complesse.




Quando si usa il gennaker?

Anche il gennaker è una vela pensata per le andature portanti e viene utilizzata nelle andature che vanno dal traverso al gran lasco. La somiglianza con lo spinnaker è notevole, con la differenze che il primo ha una superficie asimmetrica e non utilizza il tangone in quanto potrebbe essere murato a un bompresso o ad una delfiniera a prua.

Il gennaker viene utilizzato in quanto la sua forma gli permette di lavorare come ponte tra le performance del genoa e dello spinnaker. Il genoa, infatti, fornisce la massima spinta portante quando il vento apparente è compreso tra i 35 e 60 gradi. Differentemente, invece, lo spinnaker raggiunge la massima spinta con vento apparente compreso fra 100 e 140 gradi. La sua particolare forma geometrica, inoltre, lo rende meno incline al rischio di collassare su se stesso.

Sulle barche da crociera, il gennaker si sta diffondendo sempre di più come alternativa allo spinnaker, in quanto più semplice da utilizzare anche in caso di equipaggio poco esperto. Allo stesso tempo, in situazioni di andature portanti e vento leggero le sue performance sono migliori del genoa. Questa vela viene impiegata anche nelle imbarcazioni con poco equipaggio come catamarani, skiff e derive per la sua facilità di manovra.

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