di Nicoletta Natoli
In Sardegna la chiamano lillu de mari, nel resto d’Italia è conosciuta come il giglio di mare. Questa pianta rara e misteriosa, può essere definita una vera e propria meraviglia della natura. Il suo nome scientifico è Pancratium Maritimum, dal greco pan, tutto, e cratys, potente, in riferimento alle sue presunte proprietà medicinali. La definizione maritimum, invece, proviene dal latino mare in considerazione del suo habitat costiero.
Il periodo di fioritura del giglio di mare è compreso tra giugno e settembre, e i suoi fiori profumati ed eleganti nascono spontaneamente sulle coste sabbiose del Mar Nero e del Mar Mediterraneo.
La Sardegna e il giglio di mare, una specie protetta tra due leggende
Tra i territori che ospitano il giglio di mare si trova anche la Sardegna, e chiunque abbia passeggiato almeno una volta in riva al mare nella parte sud-orientale dell’isola, non può non averne assaporato il profumo e ammirato la bellezza. Per lungo tempo la pianta ha rischiato di scomparire, per via della facilità con cui si possono estrarre il bulbo e il fiore, ma fortunatamente grazie a una serie di provvedimenti che ne vietano la raccolta, è stato possibile preservarla.
In Sardegna il giglio di mare viene chiamato “Su lillu de mari”, e attorno alla sua origine sono nate due leggende. La prima lo vedrebbe legato a una delle tante vicende amorose che videro protagonista Zeus, il padre degli dèi. Questi si invaghì di una bellissima donna di nome Alcmena, dalla quale ebbe un figlio di nome Eracle, chiamato Ercole nella mitologia romana e passato alla storia per le sue memorabili dodici fatiche.
LEGGI ANCHE: Sule, mare, jentu e… striare! La leggenda delle streghe del Salento
Il bambino sarebbe stato affidato da Ermes, il messaggero divino, alla dea Era, sposa di Zeus che lo allattò rendendolo un eroe invincibile. Il piccolo, però, le diede un morso che fece cadere dal suo seno parte del suo latte: uno spruzzo raggiunse il cielo, creando la Via Lattea, mentre un altro cadde a terra e creò il giglio di mare.
Lillu de mari, la leggenda sarda della pastorella
La seconda leggenda, probabilmente legata al colore immacolato del giglio di mare, ritiene che sia nato dai capelli biondi di una pastorella sarda. Avere i capelli biondi era una caratteristica molto rara, e quindi la ragazza non passò di certo inosservata agli occhi degli spietati pirati saraceni che invasero la Sardegna. Questi, purtroppo, riuscirono a catturarla e la torturarono al punto tale da ucciderla e gettare il suo cadavere in mare. Quando il corpo senza vita della giovane arrivò sulla costa, i suoi capelli erano ancora pieni di vitalità, e così avrebbero emanato la loro linfa sulla sabbia, dando vita al giglio di mare.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.