“Abbiamo tratto ispirazione dai suoni classici del genere latino americano, dalla cumbia e dal reggaeton. Anche il testo è un tributo al continente latino ed alla sua cultura, in cui provo a trovare i punti di contatto con la mia Napoli. Secondo me tutti i Sud del mondo, anche se distanti geograficamente, sono in realtà molto vicini in fatto di cultura, identità, modi di vivere e di pensare”. È così che Alessandro Cesi, in arte “El Chesi”, spiega il nuovo singolo “Pachamama” (https://open.spotify.com/track/12OcYf5nqtADHBbt9S8Z9I?si=wnd5oBiOTxKa2UDYWS9FNg), prodotto dalla “Sorridi Music” (www.sorridimusic.it), etichetta discografica del cantante e discografico Jo Conti in collaborazione con edizioni musicali “Magilla Spettacoli”.
LA MUSICA NEL SANGUE – Napoletano di nascita e classe 1994, “El Chesi” è affascinato, sin da ragazzino, dalla cultura Hip Hop e, in particolare, dal rap. Una passione che lo porta a cimentarsi subito nella scrittura e nella registrazione ufficiale delle prime strofe. A 14 anni, la prima demo tape è interamente autoprodotta. Nel 2009, il rapper, insieme ad altro quattro ragazzi, fonda il gruppo “I fatti assurdi”, di cui è voce ed autore testi. Saranno collezionate decine di date in giro per tutto l’hinterland napoletano, tra cui figura l’esperienza in Piazza del Gesù in occasione di uno sciopero del mondo della formazione. Un avvenimento non casuale, dato che i testi analizzano proprio temi a sfondo sociale che si mischiano a quelli più intimi e personali. Nel 2012, lo scioglimento de “I fatti assurdi” diventa un’opportunità per “El Chesi” di approfondire le proprie capacità per quanto concerne scrittura e metrica. La scelta di rimanere nell’ombra termina nel 2016, quando l’artista sceglie di prendere parte degli “Ultima Heine”, un vero e proprio laboratorio musicale che mischia il rock al rap. Saranno due i singoli pubblicati su YouTube, ovvero “Camminare Domandando” e “Davide Bifolco”. Il secondo brano citato fa breccia nell’opinione pubblica, tanto da attirare l’attenzione de “Il Mattino”, perché tratta la storia di un ragazzino ucciso nel rione Traiano di Napoli. Un successo che comporta date in tutta la Campania e due opportunità di crescita a Roma. Nella capitale il giorno è di quelli importanti, ovvero il primo maggio, presso il CSOA Forte Prenestino, davanti a più di cinquemila persone.Successivamente presso il Maschio Angioino a Napoli, in occasione di un concerto a sostegno alla Palestina, El Chesi è sullo stesso palco dove figurano artisti come Franco Ricciardi, Oyoshe, Peppoh e Foja. Nel 2018, l’artista decide di dedicarsi al suo progetto da solista, con la voglia, sullo sfondo, di unire il rap partenopeo all’America Latina. Le esperienze a Cuba ed in Messico lo incantano al punto tale da identificare il suo concept musicale nel nome “El Chesi”: “È un soprannome che mi è stato dato da un amico tra i banchi di scuola, alle superiori. Nasce dal mio cognome, che è appunto Cesi, unito al soprannome del rivoluzionario cubano, El Che (Che Guevara). Credo sia dovuto al mio forte impegno politico in quegli anni ed alle mille battaglie sociali che abbiamo portato avanti a scuola e non”. Proprio in terra messicana, il napoletano indosserà la maschera cavalera, che ritrae il teschio tipico del folklore locale; l’idea non è nascondere la propria identità, ma richiamare la cultura latino americana. Il singolo “Voodo”, primo da solista e pubblicato a gennaio del 2019, mischia aspetti della cultura sacra e profana napoletana confrontandola con quella latina. Al momento, “El Chesi” è al lavoro sui nuovi singoli con “B-Art” come produttore artistico e arrangiatore.
PACHAMAMA – Il singolo “Pachamama” si approccia ad un’entità cara a tutti i popoli nativi dell’America Latina: “E’ la madre terra – dice il rapper -. Tutti gli indios credono e rispettano fortemente la Pachamama. A volte questo culto si fonde anche con quello cattolico ufficiale, come per la Virgen de Guadalupe in Messico. Un motivo che mi ha spinto a mettere sulla copertina una Madonna. Mi sono rivolto a lei in questa canzone sia perché la rispetto fortemente, sia perché credo che la vera divinità a cui noi tutti dovremmo rivolgerci e preservare sia appunto la nostra madre terra, senza la quale la nostra vita sarebbe impossibile”. L’auspicio di Alessandro Cesi rispecchia a pieno l’idea di aggregazione sociale: “Spero che il singolo riesca a girare abbastanza, anche al di fuori della mia città, che faccia divertire ma anche che arrivi il messaggio del testo, visto che, al di là delle sonorità, non è il classico brano reggaton fatto con puro scopo commerciale”. Un brano che affronta diversi aspetti del continente oltreoceano: “Ho sempre amato l’America latina. La mia tesi di laurea è stata sviluppata sulla sua storia. Dopo la laurea ho fatto un viaggio in quelle terre, decidendo, poi, che avrei provato a portare elementi di quella cultura stupenda nella mia musica. Secondo me si sposa bene con il napoletano perché Napoli e l’america latina si assomigliano su molte cose. Primo fra tutti questo misto di sacro e profano che c’è nella fede della gente. La fede, qui da noi come lì, non è vissuta in maniera ufficiale ma è una cosa fortemente popolare e si mischia con le credenze locali, rendendo il tutto quasi magico”. Il progetto artistico “El Chesi” è nato circa un’anno fa: “Fu una mia idea e, insieme a Bartolomeo Giuliano, sto provando a metterla in musica. E’ lui che cura la parte musicale del progetto. Mentre Stefano Romano, regista dei video dei miei due precedenti singoli (Voodoo e Demasiado Corazon) è colui che trasforma in immagini tutto ciò che io metto in rima. I testi, invece, sono tutti miei. Da dove nasce l’ispirazione? È frutto della mie esperienze passate e presenti, di ciò che vedo e sento e negli infiniti pensieri che affollano la mia mente. Tutto ciò, sommato ai libri che leggo, la musica che ascolto, i viaggi che faccio”. Un modo di concepire il rap scaturito da diverse influenze importanti: “I miei idoli e modelli sono davvero tanti, però non posso non citare i 99Posse, per l’impegno politico dei testi e perché mi hanno davvero cresciuto. Poi, ovviamente, i classici del genere americano, prima tra tutti Tupac Shakur. Al momento seguo anche molto la scena italiana ed i miei preferiti su tutti sono Salmo e Noyz Narcos. Il Rap è lo strumento che permette a tutti di potersi esprimere. Non c’è bisogno di una gran voce, né di saper cantare bene. Basta solo saper andare a tempo ed avere una gran voglia di comunicare”. La collaborazione con l’etichetta discografica “Sorridi Music” ha soddisfatto l’artista: “Sono stati molto attenti nella fase di pubblicazione del brano. Speriamo possa dare i suoi frutti ad entrambi”. Cosa c’è nel futuro? “Siamo sempre a lavoro su cose nuove, nel frattempo vediamo come va questo singolo. In base a ciò tireremo le conclusioni e capiremo le prossime mosse da fare”.
LE PAROLE DEL DISCOGRAFICO JO CONTI di SORRIDI MUSIC: “Pachamama è stata una canzone che mi ha fatto innamorare al primo ascolto e su cui punto tantissimo e sono certo andrà forte anche radiofonicamente parlando. Di mio gusto ascolto molto musica rap/raggaeton (io stesso canto musica raggaeton cubana) ed il brano è assolutamente in linea con quanto si ascolta adesso, sia in termini di effetti vocali e musica, sia anche in base ai testi che ormai siamo abituati a sentire in giro e che fanno un grandissimo successo. Posso affermare con certezza che sentiremo parlare molto di El Chesi e che Pachamama, già finita nella lista Spotify The best song of Sorridi Music, quindi nella lista delle migliori canzoni da noi distribuite, avrà sicuramente la visibilità meritata, tanto dalla nostra etichetta, quanto dal pubblico: le statistiche ufficiali, sono certo, presto ci daranno ragione”.
Fabio Iacolare è videomaker e giornalista pubblicista dal 2010: esperto in regia di format tv e giornalista esperto in eventi a carattere culturale, ambientale ed enogastronomico italiano.