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Pesca Sportiva, dal 4 maggio via libera in Lombardia

Pesca Sportiva, dal 4 maggio via libera in Lombardia nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e delle limitazioni contenute nel recente Dpcm

Pesca Sportiva, dal 4 maggio via libera in Lombardia nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e delle limitazioni contenute nel recente Dpcm.

Dovranno dunque essere garantite le distanze minime di sicurezza e si dovranno evitare assembramenti”.

Lo rende noto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi: “Si tratta di una attività sportiva a tutti gli effetti – spiega Rolfi – e di conseguenza potrà essere praticata come previsto dal decreto.

Saranno ovviamente vietate le competizioni”

“L’attività della sportiva individuale è consentita dal 4 maggio in base al Dpcm del 26 aprile. Poichè non vi sono discipline escluse – conclude l’assessore – rientrerà anche questo sport”.

La pesca sportiva è uno sport che può essere praticato sia in corsi d’acqua dolce che in mare. È molto diffusa in diverse regioni italiane attraverso circoli di appassionati.

La pesca sportiva si suddivide in

  • pesca di superficie
  • pesca subacquea
  • pesca dalla barca

Entrambe le categorie sono accomunate nella stessa federazione sportiva, la FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee).

L’etica della pesca sportiva pone colui che la pratica (pescasportivo) in condizioni di parità con la sua preda. Chi pratica questo sport nella sua autenticità non si pone come unico obiettivo di catturare pesce per nutrirsene, ma cerca la sfida nella cattura stessa; ne è la prova il recente diffondersi del No-kill cioè (pesca) senza uccisione e del Catch & Release ovvero cattura e liberamento.

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Il “No-Kill” è una particolare regolamentazione adottata specialmente nelle acque cosiddette “a salmonidi” e che prevede che ogni pesce catturato venga rilasciato.

Il “Catch & Release” è il complesso sempre in evoluzione di quegli accorgimenti che, se adottati dal pescatore di superficie, favoriscono la sopravvivenza del pesce catturato e rilasciato.

La continua evoluzione dei suddetti accorgimenti è dettata dalla volontà di garantire la sopravvivenza del pesce; attualmente tale garanzia manca in quanto una percentuale non bene identificata delle catture può riportare ferite tali da causarne la morte per via dell’impossibilità ad alimentarsi.

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