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La piovra gigante esiste davvero? Viaggio tra leggende, realtà e pesca

PIOVRA GIGANTE

PIOVRA GIGANTE

La piovra gigante esiste davvero? Una domanda che almeno una volta nella vita un po’ tutti ci siamo fatti. Dai romanzi di fantascienza come Ventimila leghe sotto i mari, o nei racconti di vecchi lupi di mare, questi “mostri tentacolari”, in grado di stritolare navi intere, terrorizzano ed affascinano da secoli intere generazioni.

Piovre grandi quanto palazzi, assassine, così potenti da sfidare gli altri predatori degli abissi senza alcun timore, sono quelle che vengono usate da sempre nella narrativa. Ma anche metaforicamente si è fatto gran uso della piovra, per descrivere qualcosa di asfissiante, in grado di arpionare tutto. Il caso più lampante è la serie televisiva italiana La piovra, andata in onda per circa vent’anni sul piccolo schermo e che ha raccontato il fenomeno della mafia e dei suoi traffici tentacolari.

La piovra gigante fa breccia nella nostra fantasia, ma è una realtà invece per chi naviga nei nostri mari. Non è facilissimo avvistarne una, e quando accade finisce inevitabilmente alla ribalta della cronaca.



Di piovre giganti se ne trovano anche nel Mediterraneo ed in fondali bassi, ed i suoi avvistamenti sono finiti nelle storie dei marinai da nord a sud della costa italiana. Ma procediamo per ordine e torniamo alla domanda di partenza.

Esistono le piovre giganti?

Sì, le piovre giganti esistono davvero. Ed il loro nome scientifico è Enteroctopus doffleini, ovvero il polpo gigante. La sua lunghezza tipica è di 2,5-3 metri ed il peso arriva fino a 50-60 chili, ma sono stati trovati esemplari di 9 metri di diametro a tentacoli stesi, e in particolare, nel 1957, in Columbia Britannica, si è potuto esaminare un esemplare di 9,6 metri di diametro e 272 chilogrammi di peso.

La piovra non è nient’altro che un polpo di grandi dimensioni: ha otto tentacoli con ventose, tre cuori ed un “cervello” per ogni tentacolo, poiché nei loro arti risiedono circa 50.000 milioni di neuroni. Sebbene esistano alcuni esemplari europei che possono arrivare a pesare fino a 25 kg con tentacoli lunghi anche 3 metri anche nei nostri mari, sembra che le condizioni delle acque occidentali del Canada possano favorire la crescita di questi cefalopodi e che le dimensioni della piovra gigante aumentino negli esemplari che vivono a profondità maggiori.

Piovra gigante, di che specie si tratta?

Si tratta di un grosso cefalopode della famiglia degli Octopodidi. Originario dell’Oceano Pacifico, la piovra gigante è il più grande polipo esistente, e comunemente viene chiamato polpo gigante del Pacifico.



Vive lungo le coste del Nord Pacifico, a profondità di circa 65 metri, ma lo si incontra anche in acque più basse o a profondità maggiori. È ritenuta la specie più grande di polpo esistente: ne è stato, infatti, rinvenuto un esemplare vivo del peso di 71 chilogrammi. Un altro contendente per questo titolo è il polpo a sette tentacoli: è stata ritrovata una carcassa del peso di 61 chilogrammi, ma da vivo è stato stimato pesasse 75 chili. La più grande specie al mondo di piovra gigante può raggiungere i 4,5 metri di lunghezza per 70 chilogrammi di peso. Un vero e proprio “mostro” marino degno dei romanzi di Julius Verne, dunque.

Polpo gigante del Pacifico, caratteristiche

Il polpo gigante del Pacifico si distingue dalle altre specie per le maggiori dimensioni. Gli adulti pesano intorno ai 15 chilogrammi e sono lunghi mediamente 4,5 metri.

Il mantello del polpo ha forma sferica e comprende quasi tutti gli organi più importanti. La pelle è rugosa ed è ricoperta da piccole sacche di pigmento, dette cromatofori, che consentono all’animale di cambiare colore a seconda dell’ambiente circostante (mimesi). Possiede inoltre un forte becco nel cavo orale che gli consente un efficace predazione di crostacei molluschi e pesci.

In Italia è possibile vedere una piovra gigante?

Ebbene sì, anche in Italia esistono le piovre giganti. Molto diffusa nei bassi fondali, non oltre i 200 metri, questa specie preferisce i substrati aspri, rocciosi, perché ricchi di nascondigli, fessure e piccole caverne in cui nascondersi. L’assenza di endo ed esoscheletro gli permette di prendere qualsiasi forma, e di passare attraverso cunicoli molto stretti, dove si nasconde ed attende le sue prossime prede.



Nel Mediterraneo, la piovra gigante viene pescata principalmente in due diversi periodi dell’anno: da settembre a dicembre (in buone quantità, seppur ancora di piccola taglia) e da maggio a luglio (periodo nel quale è di taglia più grossa).

In Italia, pescatori e sub si abbattono non di rado in polpi e piovre giganti. Vengono catturati con il sistema delle nasse o grandi anfore, ovvero “gabbie” in cui restano intrappolati. In alcuni casi, come ad esempio quando il pescato supera i 55 chilogrammi, oppure la misura minima di cattura di esemplari di polpi supera i 450 grammi, si parla di attività di pesca illegale.

Il numero di nasse che è possibile utilizzare durante la battuta di pesca al polpo, ed i luoghi in cui possono essere installate le nasse, viene specificato in una ordinanza del 2009 della Capitaneria di Porto di Termoli e, successivamente, in una circolare del Ministero delle Politiche Agricole del 24 gennaio del 2019, in cui viene chiarita la differenza tra nassa e trappole in materiale in plastico per la cattura dei polpi in generale. Ma le piovre giganti vengono catturare soprattutto con i fucili subacquei. Basta fare una rapida ricerca su YouTube per imbattersi in catture avvenute in Italia, soprattutto in Liguria, di esemplari che possono superare anche i dieci chili.



La pesca con la polpara, cioè il piombo a forma di pera che monta diversi ami ritorti con l’ardiglione che punta verso l’alto, può invece risultare complicata quando ci si trova di fronte ad esemplari di grossa stazza. Come il polpo comune, anche la piovra gigante viene attratta dai movimenti nell’acqua, quindi è possibile che si avvinghi alla polpara.

Piovra catturata per errore con un kayak

Ma come abbiamo già detto, anche la piovra gigante è attratta da tutto ciò che si muove, esattamente come i polpi. La storia di Bryce Molenkamp, membro del Northwest Regional Hobie Fishing Teamche che ha catturato con il suo kayak una piovra gigante, ha fatto il giro del mondo.

La piovra si è agganciata al suo kayak ed ha ingoiato un gancio cui è rimasta arpionata e che non le ha lasciato scampo. Ci sono volute più persone e circa mezz’ora per sganciare la piovra gigante dal kayak di Bryce. Sono intervenuti anche altri pescatori per lottare contro il cefalopode.

Le immagini, filmate con una Kodak Playsport (Zx3), hanno suscitato l’indignazione del web, al punto che l’uomo si è dovuto giustificare per l’accaduto.

Quando uno squalo incontra una piovra gigante…


Se la piovra attacca uno squalo, non è detto che l’esito della lotta sia poi così scontato. Il predatore ritenuto tra i più pericoloso nei mari, lo squalo, non ha vita facile con la piova gigante. In questo video straordinario che vi stiamo proponendo, in cui viene immortalata la lotta tra uno spinarolo comune ed una piovra gigante del Pacifico, girato all’interno dell’Acquario di Seattle, dimostra che gli squali possono diventare vittime degli Enteroctopus dofleini.

Quando lo staff dell’acquario ha immesso la piovra gigante nella vasca degli squali era pienamente consapevole dei rischi: gli squali Spinaroli, meglio conosciuti come pescecani, sono noti per essere particolarmente pericolosi, ma nessuno avrebbe potuto aspettarsi questo ribaltamento della situazione.

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I responsabili hanno deciso di mettere una telecamera nella vasca per monitorare la situazione, scoprendo che in realtà il cefalopode non solo riesce a difendersi da quelli che dovrebbero essere i suoi predatori, ma addirittura può eliminarli stritolandoli nei suoi tentacoli.

Differenza con il calamaro gigante del Mediterraneo

Spesso, la piovra viene confusa con il calamaro gigante. L’assalto al Nautilus del romanzo di Julius Verne viene attribuito ad un grosso polpo, mentre in realtà è opera di calamari giganti. La scienza ha identificato la leggendaria creatura in un animale reale, l’Architeuthis, il “calamaro gigante” per antonomasia, la cui massima misura mai registrata ufficialmente appartiene ad un esemplare lungo circa 18 metri.



Nel Mediterraneo sono rimaste nella storia le catture dei calamari giganti: due in particolare, tra Gibilterra e Malaga, nel 1997 e nel 2001, ma anche quelle acque italiane, come ad esempio nel 1977, al largo di Tremonti, presso le Cinque Terre (La Spezia), in Liguria, quando tre pescatori riferirono di aver avvistato in superficie un calamaro dotato di tentacoli lunghi circa 5 metri e dal peso di circa 80 kg.

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Nel 2010, lungo il Litorale laziale, a nord di Roma, non lontano da Civitavecchia, in località La Frasca, di un insolito reperto, stavolta però documentato attraverso diverse fotografie, che a detta dei biologi marini interpellati sulla questione, mostrerebbero il tentacolo di un grande calamaro, presumibilmente un Architeuthis.

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