Si è tenuta da venerdì 8 luglio fino ad oggi la Blue Panda Week nell’Area Marina Protetta di Portofino. La Blue Panda, vela ambasciatrice del WWF, si è fermata di fronte alla spiaggia di Camogli per il progetto EcoeFISHent, con lo scopo di combattere strenuamente le ghost gear e favorire l’economia circolare inerente al recupero dei rifiuti in campo ittico.
La pesca dei rifiuti alla Blue Panda Week
In questi giorni, il WWF ha estratto dai fondali liguri attrezzi fantasma in collaborazione con AMP di Portofino e sub di Reef Alert Network a Punta Chiappa. Con l’aiuto dei pescatori di Santa Margherita Ligure e di ARPAL è stata, inoltre, portata a termine un’iniziativa di fishing for litter, ovvero di recupero di scarti plastici in mare. Tutti gli oggetti recuperati sono stati poi analizzati al microscopio a bordo della Blue Panda, per mettere in evidenza la quantità di microplastiche presenti: una parte delle lenze recuperate, invece, è stata data a Proplast per valutarne un possibile riciclo.
“Ogni anno a livello globale si stima che tra 500mila e 1 milione di tonnellate di attrezzi da pesca finiscano in mare. Si tratta di una tipologia di rifiuto con un impatto fortemente deleterio sugli ecosistemi marini perché determina il soffocamento e l’intrappolamento della fauna e della flora provocando danni permanenti”, ha dichiarato Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia.”Il nostro ruolo nel progetto EcoeFISHent, insieme all’AMP di Portofino, è quello di proteggere l’ambiente marino, in particolare le importantissime foreste di gorgonie che sono gravemente danneggiate dalle lenze usate nella pesca ricreativa, ma non solo. Stiamo promuovendo la collaborazione di tutti gli attori locali: dai pescatori (professionisti e ricreativi) ai subacquei sino alle organizzazioni e alle autorità locali, per porre fine a questi comportamenti dannosi promuovendo azioni di prevenzione e protocolli per una corretta segnalazione, raccolta, recupero e, laddove possibile, riciclo degli attrezzi dispersi e della plastica recuperata”.
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“L’eccezionale visione del progetto EcoeFISHent consiste nell’applicazione di un modello di business in grado di mettere insieme pubblico, istituti di ricerca, ONG, grandi e piccole imprese per un obiettivo comune: la tutela dell’ambiente”, ha invece spiegato Maria Nives Riggio, Vice Direttore Generale di FILSE. “Grazie ai processi innovativi messi a punto dal progetto, gli scarti del pesce, le reti usate e gli imballaggi in bioplastica saranno infatti trasformati in sostanze e materie utili per diversi utilizzi, anche su un piano industriale e di commercio. Il ruolo di FILSE (Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico), in qualità di capofila e in rappresentanza di Regione Liguria, consiste in particolare nel coordinamento dell’ampio partenariato di EcoeFISHent per la concreta messa a punto delle catene di valore che verranno sviluppate sul nostro territorio grazie a questo progetto”.
Laureando in Storia e Politica internazionale e aspirante giornalista. Sono molto sensibile alle tematiche ambientali e alla ecosostenibilità, oltre ad amare le lunghe passeggiate al mare il mattino presto.