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Incontro tra Confindustria Nautica e Ministro Made in Italy su competitività settore

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Andato in scena un incontro tra i vertici di Confindustria Nautica e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Sul tavolo della discussione alcuni nodi da sciogliere insieme alle strategie politiche per il supporto della competitività dell’industria e della filiera della nautica da diporto.

I temi dell’incontro tra Ministro e Confindustria Nautica

Il presidente Saverio Cecchi, accompagnato dal vicepresidente Andrea Razeto, il direttore Marina Stella e il responsabile rapporti istituzionali Roberto Neglia, hanno approfondito con il ministro, con il capo di gabinetto e il capo della segreteria tecnica tutte le tematiche che abbracciano il settore nautico.




Si è parlato quindi delle azioni di sostegno di Ice Agenzie e Simest e del supporto al Salone Nautico come primo strumento nazionale di crescita e sviluppo dell’industria. A questo si sono aggiunti discorsi sul sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, lo sviluppo degli investimenti per la sostenibilità, l’applicazione del credito per il Mezzogiorno alle società di locazione imbarcazioni alla vigilanza sul mercato a tutela delle imprese, la semplificazione normativa delle certificazioni per gli apparati radioelettrici di bordo.

Confindustria Nautica ha fatto il punto con il ministero anche sul Decreto concorrenza e le concessioni demaniali della portualità turistica, ribadendo che devono essere “distinte da quelle per altre finalità”. Infine “Su indicazioni del ministro”, ha sottolineato Confindustria Nautica con una nota, “sono state individuate le criticità del sistema nautica anche non di stretta competenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per le quali è stato assicurato l’interessamento per favorire un dialogo interministeriale”.

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Ricordiamo che proprio in questi giorni il Consiglio di Stato ha respinto la proroga per le concessioni demaniali marittime. Ne conviene quindi che non sono possibili altre proroghe, poiché l’Italia risulta in violazione della direttiva Bolkestein che è autoapplicativa e che punta a favorire la concorrenza in questo settore economico.

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