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Salvaguardia del Mediterraneo: 6 stati chiave in una rete di collaborazione

Salvaguardia del Mediterraneo: 6 stati chiave in una rete di collaborazione

Salvaguardia del Mediterraneo, iniziativa di SDSN: riunire Francia, Spagna, Grecia, Italia, Turchia e Cipro in una rete di collaborazione: gli stati  sono stati selezionati in base alla presenza di università ed enti attivi e virtuosi nell’ambito delle maggiori sfide evidenziate: educazione e uguaglianza d genere, salute, energia, sostenibilità alimentare ed idrica, città sostenibili e digitalizzazione. Per un cambio di marcia che come ricorda l’economista Phoebe Koundouri intervenuta nella discussione: «Non è solo un problema di risorse o investimenti, è soprattutto una battaglia culturale».

Salvaguardia del Mediterraneo, l’iniziativa di SDSN

«Trasformazione è la parola chiave»: lo ha sottolineato Angelo Riccaboni, membro del dipartimento di scienze politiche dell’università di Siena e “conduttore” dell’incontro organizzato da SDSN (Sustainable Development Solution Network) in collaborazione con l’ateneo toscano per presentare il rapporto 2020 ‘Sustainable development in the Mediterranean – transformations to achieve the Sustainable development goals (Sdgs)‘.

Un evento online che ha visto l’intervento di tante realtà da tutto il bacino Mediterraneo, una regione particolarmente popolata e fragile che vede un incremento della popolazione a fronte, però, di un progressivo impoverirsi delle risorse.




Come ricorda Nasser Kamel, segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo: «Il problema non è solo l’incremento delle temperature. Entro il 2050 si stima un aumento del 60 % della domanda di risorse alimentari, dell’80 % di quelle energetiche. Bisognerà lavorare in tutti i settori, perché non è e non può essere considerato un problema solo di una regione in particolare».

Tra gli intervenuti anche Paolo Glisenti, commissario generale della parte italiana per Expo Dubai 2020. «Il prossimo evento globale a Dubai», il primo tra l’altro dopo la pandemia, come ha sottolineato «non è importante solo per il valore simbolico, dopo Covid-19. Sarà una straordinaria opportunità per mostrare come lo sviluppo sostenibile in paesi che più di altri risentono dei cambiamenti climatici – nella riduzione delle risorse idriche e nello sviluppo delle città—possa essere affrontato in una prospettiva di collaborazione internazionale».

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A soffrire infatti più di altri dei cambiamenti climatici sono i paesi del Sud del Mediterraneo, vale a dire l’area MeNa, messi a dura prova da desertificazione e povertà, Ma anche nel Vecchio continente non mancano i problemi. Secondo il report presentato oggi infatti, tra le grandi sfide da affrontare vi è anche quella della lotta all’obesità; una patologia dalla quale nemmeno l’Europa, nonostante la rinomata “dieta mediterranea”, è al sicuro: affligge infatti il 26% della popolazione mediterranea, con il primato europeo di 34 milioni di pazienti.

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