A Venezia i diportisti sono sul piede di guerra per il pugno duro contro i proprietari dei natanti, alla ripresa della stagione estiva e dopo due mesi di lockdown per l’emergenza Covid-19. Sequestri di barche ai posti di blocco e raffica di multe per migliaia di euro inflitti nei confronti di chi possiede dei motori fuoribordo dei barchini, anche di pochi kilowatt superiori alla cilindrata consentita, e per i limiti di velocità.
È rivolta tra gli operatori della nautica, alcuni dei quali stanati per la potenza superiore a quella dichiarata: il pugno duro della Capitaneria di Porto preoccupa Gianfranco Vianello Crea, presidente del Consorzio cantieristica minore alla Giudecca. “La gente ha paura – commenta a La Nuova Venezia – Noi diciamo giusto far rispettare le regole e i limiti di velocità, ma non si può fare di ogni erba un fascio. Rischiamo di mettere in crisi un intero comparto”.
A Venezia diportisti infuriati: multe che sfiorano i 3mila euro
Il caso di un giovane multato per 2800 euro perché il motore del suo natante risultava leggermente superiore alla cilindrata, è uno degli esempi che vengono evidenziati da chi oggi chiede “gradualità” nelle operazioni. Ma anche la velocità dei diportisti – si legge nell’articolo – è finita nel mirino di un’ordinanza della Capitaneria che prevede l’obbligo dell’Ais (una sorta di Gps) per le imbarcazioni del trasporto passeggeri sotto le 150 tonnellate.
Anche se il Comune precisa che “le barche da diporto sono escluse” dal dispositivo, i limiti di velocità con i chilometri orari sono sostituiti dall’obbligo di “non planare e di non produrre onde a poppa e baffi d’acqua a prua”. Una incongruenza, secondo i diportisti, che annunciano proteste e manifestazioni. “In laguna la barchetta che plana può fare meno onde di quella che viaggia con la prua alta”, dicono, “qui non si può più girare in barca nella nostra laguna”.
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Da qui l’appello a una sola voce delle due Confartigianato provinciali: “Dovesse esserci un avanzo delle risorse già stanziate chiediamo alla Regione di destinarne una parte alle imprese della nautica da diporto viceversa di cercare nelle pieghe del bilancio nuovi fondi per tamponare le perdite che ci sono state anche in questo settore – afferma il segretario di Confartigianato-Imprese Gorizia, Marco Gobbo – a maggior ragione considerato che alle marine il contributo è stato concesso”.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.