La vendita a domicilio è una professione che piace ai giovani italiani. A dirlo sono i numeri di Univendita, la maggiore associazione di categoria italiana del settore: nelle aziende associate il 37% dei venditori ha meno di 35 anni, con una quota importante di under 25 (il 15,7%). «Si tratta dunque dei cosiddetti millennials – fa notare il presidente di Univendita Ciro Sinatra – e sono quanto di più lontano dallo stereotipo del “bamboccione”: per trovare la propria strada nel mondo del lavoro hanno deciso di puntare su un settore in cui ci si mette in gioco in prima persona, prevale la meritocrazia e i risultati sono direttamente commisurati all’impegno».
Ma cosa spinge le persone in questa fascia d’età a intraprendere un percorso nella vendita a domicilio? Come entrano in questo settore? Qual è il loro grado di soddisfazione? Da un sondaggio condotto da Univendita sui un campione di venditori appartenenti alle aziende associate emergono alcuni dati interessanti.
I numeri rivelano che sono molti i giovani che si approcciano alla professione per una scelta spontanea, senza conoscerla a priori (cioè senza essere clienti delle aziende del settore e senza aver ricevuto una proposta da un conoscente che fa il venditore): è così per il 30% dei giovani fra i 25 e i 34 anni e per il 39% degli under 25. Fra questi ultimi, il 24,4% ha cominciato rispondendo a un annuncio o un contatto sul web.
Altro elemento degno di nota è che la scelta di diventare venditori a domicilio non è stata dettata dalla mancanza di alternative sul piano occupazionale: meno di una persona su tre era senza lavoro prima di iniziare. Fra i giovani sotto i 25 anni, in particolare, il 39% dichiara di essere studente. «Questo è uno scenario tipico – spiega sempre Sinatra – in quanto la professione si presta molto bene a essere affiancata agli studi. Ci si organizza il tempo in autonomia, ci si garantisce un’entrata interessante e si cresce sul piano personale e professionale. In genere i giovani che si affacciano a questo mondo sono attratti dalla possibilità di fare, guadagnando, un’esperienza molto formativa, che fa curriculum; le aziende poi garantiscono interessanti piani di carriera».
Proprio la possibilità di essere autonomi, di crescere e fare carriera, oltre all’interesse per un lavoro basato sul contatto umano, sono le risposte più gettonate alla domanda sugli aspetti che più soddisfano del proprio lavoro. Soddisfazione dichiarata da 9 giovani venditori su 10: l’87,7% degli under 25 e il 92,2% dei giovani tra 25 e 34 anni rispondono infatti di essere da “abbastanza” a “completamente” soddisfatti della propria scelta.
Conclude Sinatra: «Sono molti gli elementi che rendono la vendita a domicilio un lavoro in linea con le aspettative dei giovani. C’è la componente meritocratica, che in questo settore è elevata, e c’è la possibilità di fare un lavoro mai monotono, in cui non si è chiusi in un ufficio e si sviluppa un’estesa rete di relazioni. Per cominciare vale un consiglio fondamentale: scegliere aziende serie e affidabili, come quelle associate a Univendita, che investono molto sulle persone offrendo percorsi di formazione gratuita e qualificata, sia all’ingresso sia nel corso della vita lavorativa del venditore».
Fabio Iacolare è videomaker e giornalista pubblicista dal 2010: esperto in regia di format tv e giornalista esperto in eventi a carattere culturale, ambientale ed enogastronomico italiano.