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Emilia Romagna, divieti di balneazione: bagnini e hotel chiedono spiegazioni

Dopo le polemiche di questa estate sulle problematiche nate dall’applicazione del divieto di balneazione lungo la riviera chiedono una svolta. In particolare dopo il maltempo che ha colpito la costa adriatica nel week end del 27 e 28 luglio scorsi. “Già dal 2017- spiega il dirigente Arpae Giuseppe Bortone- con la Toscana avevamo approvato un metodo che accorciava i tempi di misura da 48 a 18-22 ore. Su questo metodo esiste anche l’approvazione dell’Istituto superiore della sanità , ma non è ancora andato avanti al ministero della Sanità “. Di certo, rimarca Sergio Donati di Federalberghi Emilia-Romagna, ci sono stati “grossi disagi” anche per gli hotel.

I bagnini e albergatori dell’Emilia Romagna chiedono di migliorare la comunicazione, provare a programmare i prelievi dell’acqua il lunedì e non il venerdì e valorizzare di più le buone notizie riguardanti la salute del mare. Sono queste le richieste arrivate alle commissioni Politiche per la salute e Politiche economiche dela Regione Emilia-Romagna da parte delle associazioni di bagnini e albergatori romagnoli.

“È importante che si affronti soprattutto la questione di come vengono date le comunicazioni sui divieti di balneazione”. Secondo Riccardo Santoni di Fiba “dobbiamo cercare di fare quadrato e valorizzare di più gli aspetti legati alla salute del mare, che spesso è ottima e abbiamo dei dati rassicuranti per bagnanti e cittadini”. Da qui la proposta di programmare i prelievi il lunedì e non il venerdì . Le acque sono “eccellenti”, conferma Stefano Patrizi della cooperativa dei bagnini, per il quale “occorre mettere a punto un piano di comunicazione collettiva, perchè non possiamo essere quelli che hanno delle acque ottime ma poi veniamo bastonati per una percezione falsa di quello che sta succedendo”.

Sul fronte della politica, il consigliere della Lega Massimiliano Pompignoli mette in luce come sia “inspiegabile” che “ci possano essere tempi così lunghi per capire quali siano le condizioni di salute del mare”. Tuttavia Nadia Rossi del Partito democratico fa notare che “se qualcuno degli attori interessati non fa quello che è previsto dalla legge, rischia una denuncia per omissione. Partiamo sempre dal fatto che si parla della salute delle persone”. Per questo “la situazione si potrebbe affrontare spronando il governo”.

Si deve “comunque puntare sulla trasparenza, perchè se, ad esempio, capita il caso di un bambino che prende l’otite per aver fatto il bagno in acque inquinate quando non c’era il cartello, la responsabilità è di tutti”, aggiunge Andrea Bertani del Movimento 5 Stelle, mentre per Fabio Callori di Fratelli d’Italia “il problema è anche cosa finisce in mare”.

“Dovremo imparare a comunicare meglio che le nostre acque di balneazione sono classificate come acque eccellenti. Perchè mai come quest’anno la stampa nazionale ci ha preso di mira”, tira le fila l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. Le regole “non le scriviamo noi, le giornate in cui fare i controlli non possiamo modificarle a meno che non ci siano condizioni particolari, così come non possiamo fare prelievi al di fuori degli orari stabiliti”. Ma si può “lavorare col ministero della Salute per evitare che ci sia la sovrapposizione tra il normale prelievo per la valutazione delle acque e la gestione dell’emergenza”.

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