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Presti, allenatore di Spithill: “Per il SailGp regole sulla sicurezza più stringenti”

philippe presti maggiore sicurezza per il sailgp

Philippe Presti, coach del team di James Spithill al SailGp e già con l’australiano nell’ultima Coppa America con Luna Rossa, interviene sulla collisione avvenuta domenica durante la quarta gara della competizione che ha visto un incidente tra l’F50 americano e quello giapponese. E chiede maggiore sicurezza per gli equipaggi.  

“Penso che dovremo sicuramente mettere un po’ il freno a mano – ha dichiarato Presti a una rivista specializzata francese – pensare a stabilire regole che scoraggino le barche dall’avvicinarsi così tanto l’una all’altra. Penso che dovremmo trovare il giusto equilibrio tra controllo e rischio, perché a queste velocità gli impatti possono essere molto violenti e causare gravi danni, anche per le persone a bordo”.




Presti ha poi osservato che gli incidenti hanno dato un certo risalto mediatico alla competizione, ma che questo toglie valore allo sport e che quindi bisognerebbe concentrarsi sulla riuscita delle gare. “È uno spettacolo davvero incredibile e il feedback è davvero positivo – ha continuato Presti – ma non credo che dovremmo concentrarci sugli incidenti. Penso che sarebbe un errore per l’organizzazione focalizzare l’attenzione su ribaltamenti o cadute perché alla fine della giornata ciò che i velisti vogliono è regatare”.

Presti: Modello Coppa America per la sicurezza del SailGP

L’allenatore di Spithill ha proposto di prendere ad esempio l’ultima campagna di Coppa America per quel che concerne la sicurezza degli F50 e dei loro equipaggi. “Penso che dovremo lavorare sugli aspetti di sicurezza, ridurre un po’ il livello di pericolosità – ha concluso il coach -. Ad esempio, nell’ultima America’s Cup, avevamo una zona di sicurezza attorno alle barche dove eravamo penalizzati se ci entravamo. Penso che abbiamo chiaramente bisogno di mettere una certa distanza tra le barche sul circuito del SailGP”.

Infine Presti ha rivissuto l’incidente tra il team USA e quelli giapponese, spiegando che gli statunitensi avevano il diritto di rotta e che i giapponesi hanno sbagliato i calcoli dell’incrocio. Al tempo stesso ha spiegato che la barca nipponica è arrivata da un punto cieco, dove né i software di bordo americani, né l’equipaggio potevano vedere l’F50 giapponese arrivare. Una serie di coincidenze sfortunate che Presti spera non si ripetano in futuro.

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