Località di mare

Il territorio del finalese è custode di un patrimonio da proteggere e amare

Il territorio del finalese è custode di un patrimonio da proteggere e amare

Il territorio del finalese con panorami inediti, una varietà di luoghi e scenari suggestivi e una natura dal fascino impareggiabile che si esprime nella sua quasi totale integrità.

Il finalese è una delle zone più interessanti e ricche della Liguria per la grande varietà di ambienti e l’elevatissima biodiversità, habitat di molte specie animali e vegetali mediterranee endemiche.

È ai più noto che la Liguria, proprio per la sua conformazione fisica, posta tra monti e mare, è una regione ricchissima in biodiversità, ospitando un elevato numero di specie endemiche. Ma non tutti sanno, ne siamo certi, che tra le molte località della fascia costiera regionale, Finale Ligure ha il primato per varietà di specie viventi, dalle più primitive alle più evolute, testimonianza del grande valore naturalistico di questo prezioso lembo della riviera di Ponente.

Un’incredibile e ampia varietà di ambienti che, nell’arco di pochi chilometri, muta dalle vette appenniniche agli ambienti marini, un entroterra unico ,dove la natura si mostra nella sua quasi totale integrità: queste le peculiarità del territorio che rendono il finalese uno degli ultimi tratti di costa ligure ricchi di biodiversità, grazie anche al clima soleggiato e mite del Mediterraneo, con abbondanza di specie animali e vegetali rare o esclusive.

Il territorio del finalese, un’oasi di benessere con la natura

Falesie marine, torrenti, altopiani dominati da macchia mediterranea, imponenti pareti di roccia interne, colline, grotte, caverne, boschi di leccio, pino d’Aleppo, verdi praterie ricche di orchidee e valli che ospitano differenti habitat naturali, dove vivono ancora innumerevoli specie botaniche e faunistiche di grande interesse scientifico.

Terra abitata sin dalla Preistoria, il finalese è stato fortemente caratterizzato dalla presenza della Pietra di Finale, una roccia calcarea bianco-rosata che contiene una grande quantità di fossili, riconducibili alle forme viventi che popolavano il mare miocenico; fenomeni carsici che hanno creato grotte e caverne di grande importanza speleologica e hanno dato vita nel tempo a specie botaniche endemiche, come la campanula del finalese (Campanula Isophylla), che cresce solo nelle fessure di questa roccia. È detta “a foglie uguali” per distinguerla da altre campanule che possiedono foglie di forma diversa alla base e lungo lo stelo fiorale. Si tratta della specie endemica più importante della flora ligure, distribuita esclusivamente tra Capo Noli e Verezzi e nel relativo entroterra, assente allo stato spontaneo in tutto il resto del mondo.

Tra le altre specie vegetali troviamo anche la campanula del savonese (Campanula Sabatia), endemica della Liguria occidentale e composta da una corolla campanulata a cinque petali, color azzurro-violaceo chiaro che fiorisce a maggio e giugno, il vilucchio di Capo Noli (Convolvulus sabatius), relitto della flora paleo-mediterranea raro allo stato spontaneo e terreni erbosi che ospitano oltre venti specie di orchidee protette a livello internazionale e/o regionale.

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Sulle rupi calcaree si trova anche il dente di leone di Finale (Leontodon anomalus var. finalensis), tipica delle Alpi Apuane, che in estate spicca con il suo giallo brillante sulla Pietra del Finale. Inoltre, sempre nel finalese, è stato segnalato l’asplenio “inaspettato” (Asplenium trichomanes subsp. inexpectans), con poche differenze morfologiche rispetto alla specie principale, ma con un diverso numero di cromosomi.

Tra i numerosi esponenti della fauna, spiccano la lucertola ocellata (Timon lepidus), il pelodite punteggiato (Pelodytes punctatus) e la raganella mediterranea (Hyla meridionalis), specie che nel finalese raggiungono il limite di diffusione nord-orientale e sono assenti nel resto d’Italia.

La lucertola ocellata è il più grande lacertide europeo in quanto raggiunge una lunghezza di 60 cm; si tratta di una specie mediterranea occidentale, presente in Italia esclusivamente nella Liguria di Ponente. Il suo colore verde ramarro la rende assai vistosa, anche se non è facile avvistarla in quanto piuttosto guardinga. Predilige macchie e terreni boscosi aperti, in zone calde, aride, cespugliose e, talvolta, ambienti rocciosi e sabbiosi compresi tra il livello del mare e i 1000 metri. Si ciba di insetti, uova di uccelli, altri rettili, bacche e frutta.

Ricchissima è la presenza di avifauna tanto che il finalese, con oltre 80 specie nidificanti e oltre 100 specie svernanti, è considerata una delle aree più importanti in Liguria per quantità e qualità ornitologica. I rapaci notturni e diurni sono una componente fondamentale della preziosa biodiversità finalese, importanti indicatori di buona salute ed equilibrio dell’ecosistema; tra le specie presenti e nidificanti, di particolare valore naturalistico e degne di nota sono il biancone (Circaetus gallicus), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il gufo reale (Bubo bubo).

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Il falco pellegrino è stanziale tutto l’anno in Liguria ed è il più veloce essere vivente presente sul pianeta, dal momento che in picchiata per alcuni secondi può raggiungere e superare i 300 km/ora; specializzato nella caccia degli uccelli in volo, si riproduce in primavera nidificando su alte pareti rocciose ed alleva mediamente dai 2 ai 3 nidiacei.

Il gufo reale è il più grande rapace notturno presente in Italia: le femmine possono raggiungere il peso di circa 4 kg e un’apertura alare di circa 1,80 metri. In Liguria è stanziale tutto l’anno, esce al tramonto e all’alba in cerca di prede, in particolare piccoli mammiferi ed uccelli di media taglia; nidifica sulle rupi e depone a fine inverno 2 uova; i pulli generalmente si involano a giugno.

Il biancone è un grande rapace diurno con un’apertura alare che sfiora i 2 metri. Dopo aver svernato nella fascia africana sub sahariana, questo uccello migratore torna ogni anno a marzo in Liguria per iniziare il suo ciclo riproduttivo che lo porterà ad allevare un unico nidiaceo. Le prede sono quasi esclusivamente rappresentate da serpenti.

Nelle oltre 150 grotte vivono diverse specie di invertebrati di rilievo, molti delle quali sono endemiche (come gli aracnidi Histopona paleolithica, Chthonius concii e C. gestroi, endemismi puntiformi); sono inoltre presenti il geotritone (Speleomantes strinatii), un genere di anfibio caudato e diverse specie di pipistrelli protette. Tra queste ultime, si trovano nel finalese le specie più importanti – poiché rare in Liguria – tra cui i ferri-di-cavallo (Rhinolophus ferrumequinum e R. hipposideros), particolarmente nell’area di Pianmarino o anche nelle antiche miniere d’argento del Bric Gettina; lungo i corsi d’acqua maggiori (zona Calice e Rialto, in particolare presso la diga del Mulino) sono ben rappresentate anche le specie del genere Myotis che possono essere viste cacciare insetti sull’acqua.

Vacanza esperienziale nel finalese

Per chi desidera vivere appieno una vacanza all’insegna della scoperta del territorio del finalese e vivere esperienze uniche, il CEA Finale Natura (Centro di Educazione Ambientale) organizza diverse visite ed attività, tra cui l’escursione fotografica paesaggistica e naturalistica, per cogliere l’incredibile bellezza di questa zona e la ricca biodiversità e immortalare l’affascinante varietà in uno scatto fotografico o, ancora, prendere parte all’iniziativa ‘La pentola della strega’ per imparare a riconoscere e usare le erbe spontanee commestibili e i frutti selvatici della Liguria, organizzata in collaborazione con l’Associazione Mediterranea APS e in compagnia di una naturalista di professione, botanica e raccoglitrice.

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