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La Regione Emilia Romagna chiude le spiagge, Riccione fa ricorso al TAR

Spiagge chiuse in Emilia Romagna, Riccione fa ricorso al TAR

Riccione, è scontro con la Regione Emilia Romagna per la chiusura della spiaggia: la sindaca di Riccione, Renata Tosi, ha dato mandato all’ufficio legale del Comune di presentare un ricorso al Tar.

Nelle scorse è montata la polemica per la decisione di chiudere i 100 chilometri di costa romagnola ai cittadini, nonostante il via libera del DPCM emanato lo scorso 26 aprile sulla Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

E dalle accuse al vetriolo al PD, reo a dire del primo cittadino di Riccione di aver attuato un “gioco di potere”, ora si passa al ricorso al tribunale amministrativo regionale. “In special maniera laddove si prevede la chiusura delle  spiagge e auspicandone la revoca da parte della regione in autotutela”, scrive la sindaca Tosi su Facebook per annunciare il ricorso.

“Con l’ufficio legale – prosegue il sindaco di Riccione Tosi – stiamo anche valutando la possibilità di presentare un ricorso alla Corte Costituzionale ravvisando l’irragionevolezza di limitazioni di diritti sanciti per legge. Ho detto subito e chiaramente che la chiusura delle spiagge da parte della Regione Emilia-Romagna è un atto incomprensibile da più punti di vista”.

Secondo la sindaca, le ragioni del ricorso andrebbero da ricercare anzitutto perché “non è stato motivato da comprovate esigenze sanitarie perché non si capisce come si possano aprire i parchi o cimiteri, permettere l’attività motoria anche oltre provincia, e chiudere chilometri e chilometri di spiagge in Romagna dove l’apertura verso il mare è salutare per le vie respiratorie”.

Inoltre, “non è chiaro come si possano vietare le spiagge a chi vive in Comuni costieri come quelli della Romagna e invece consentire il bagno al mare, come detto dal presidente del Consiglio impedendo però di attraversare la spiaggia.

Il Sindaco Tosi: “Dovremmo tutti buttarci dai porti?”

“Punto terzo – prosegue Tosi – rovina l’immagine della Romagna soprattutto dal punto di vista economico perché a pochi chilometri da noi nella costa marchigiana le  spiagge  sono accessibili. Questo significa calpestare il diritto al lavoro dei nostri operatori turistici di Riccione e quelli romagnoli. Rovinare tutto il faticoso lavoro fatto fino ad oggi per dare visibilità alla costa romagnola nonché coraggio, apertura e spinta all’estate che per noi è sostentamento, è guadagnarsi da vivere, non uno sfizio”.

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“I ricorsi che presenterò – scrive ancora la sindaca di Riccione – sono una battaglia per i cittadini di Riccione e della Romagna che hanno il diritto di passeggiare al mare, perché da noi la spiaggia è integrata nella città come un qualsiasi spazio verde. Rendere le  spiagge  inaccessibili fino al 18 maggio significa vanificare la stagione i comunque rallentarla sensibilmente”.

“Comunque – conclude Tosi – voglio cogliere l’invito del presidente della Provincia a non aprire uno scontro istituzionale proprio in questo momento emanando una ordinanza in conflitto con quella regionale, ma rimanendo profondamente convinti che l’ordinanza di Bonaccini, sul punto, sia insensata, inutile e priva di pareri tecnici scientifici a supporto, ad oggi non fornitici, e quindi confido che anche il presidente della Provincia proprio per le motivazioni dette se ne faccia altresì portatore affinché sia la stessa Regione a ritirarla in autotutela”.

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