Nautica Normative

SalvAmare, i pescatori in prima linea contro la plastica

I pescatori a guardia del mare grazie al progetto SalvAmare. Con questo disegno di legge, che ha avuto il via libera unanime dal Consiglio dei ministri, e che dovrebbe approdare in aula alla Camera a giugno, parte ufficialmente la prima guerra alla plastica nelle acque marine, un’emergenza mondiale che negli ultimi giorni ha riacceso i riflettori dell’opinione pubblica.

La balena spiaggiata con quintali di plastica nella pancia, le isole di plastica galleggianti nell’Oceano Pacifico, il surriscaldamento globale, sono solo alcuni dei sentori che fanno suonare il campanello d’allarme: i dati dell’Onu evidenziano che sono oltre otto milioni le tonnellate che ogni anno inquinano mari e oceani. Nel Mar Mediterraneo, che rappresenta solo l’1% delle acque totali, si concentra il 7% della microplastica globale.

Salva Mare, premiati i pescherecchi che difenderanno il mare

Il disegno di legge, approvato nella serata del 4 aprile dal Consiglio dei ministri, parla anche di ricompense per i pescatori che raccolgono la plastica in mare. Sarà quindi l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) a indicare i criteri per definire la componente tariffaria con cui coprire i costi di gestione dei rifiuti pescati in maniera accidentale. Circa i premi per i pescherecci che contribuiscono a difendere il mare, saranno individuati tramite un decreto interministeriale Politiche agricole – Ambiente che tratterà anche modalità, termini e procedure per l’applicazione dei «dispositivi premiali» al sistema di punti per infrazioni gravi (articolo 14, decreto legislativo 4/12), previsto dalle normative europee per contrastare la pesca illegale. Per promuovere la prevenzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nell’ecosistema marino e la loro corretta gestione inoltre, è prevista l’attribuzione di una certificazione ambientale ai pescatori che si impegnino a utilizzare materiali a ridotto impatto ambientale, partecipino a campagne di pulizia del mare o conferiscano rifiuti accidentalmente pescati.

SalvaMare, la collaborazione con i pescatori

SalvAmare, come il ministro Costa ha voluto definirlo, rilascerà ai pescatori un certificato ambientale che servirà anche da adeguato riconoscimento della propria filiera ittica. Il ministero dell’Ambiente collaborerà quindi con quello delle Politiche agricole per studiare possibili premi e i benefici per la filiera ittica green.

  1. I pescatori potranno portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti. Quei rifiuti sono equiparati a quelli prodotti dalle navi
  2. I rifiuti raccolti dovranno essere i cosiddetti “marine litter”: il mix di plastica e altri rifiuti, ma per la maggior parte plastica, che inquinano i mari.
  3. Questi rifiuti potranno essere portati nei porti dove saranno allestite delle isole ecologiche
  4. I pescatori che diventeranno “spazzini” del mare potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta. 
  5. Si lavorerà di concerto con il MIPAAFT per introdurre i meccanismi premiali e i benefici per la filiera ittica green. 

L’idea della petizione è nata nel giugno 2018 quando il peschereccio Levriero II della famiglia Parenti, rientrando dalla pesca, portò a riva un carico di rifiuti. Nei giorni successivi otto barche riportarono a riva 7 quintali di rifiuti, per la maggior parte plastica. L’iniziativa fu ripresa a novembre 2018 una volta a settimana e sino a ora sono state raccolte circa 8 tonnellate di rifiuti.

Numeri dell’emergenza plastica in mare:

• Il 95% dei rifiuti in mare aperto è plastica. Rappresenta oltre 150 milioni di tonnellate. 

• Oggi il 90% degli uccelli marini ha nello stomaco dei frammenti di plastica. Nel 1960 erano il 5% e saranno il 99% nel 2050 se non si cambia direzione. 

• L’Italia è il terzo paese del Mediterraneo a disperdere più plastica nel mare con 90 tonnellate al giorno.

• Spesso usata UNA VOLTA SOLA, la plastica rimane in mare: 

20 anni per una busta

50 anni per un bicchiere

fino a 600 anni per un filo da pesca.

• A causa della plastica, l’impatto economico sul settore pesca in Europa è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro.

• Se non si cambia rotta, nel 2025 gli oceani conterranno 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà in peso più plastica che pesce. 

• L’Europa versa in mare ogni anno dalle 150 alle 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche

• L’80% della plastica nei mari proviene da fonti terrestri, il 20% da fonti marine come pesca, acquacoltura e trasporto navale.

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