Sapori dal Mare

Bianchetto, dalla pesca sostenibile alla cucina del pesce azzurro 

bianchetto pesce

Progettare la raccolta di dati scientifici relativi alle specie ittiche “sardina” (pilchardus) e “sardinella” (aurita), note ai più come bianchetto, per poi definire una proposta di piano di gestione e di indicazione delle modalità di selezione delle imbarcazioni impegnate nella pesca sperimentale.

È lo scopo della gara pubblica svolta sul Mepa – Mercato elettronico della pubblica amministrazione – dal Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, attraverso il Settore 5 “Fitosanitario, Vivaismo, Micologia, Patrimonio ittico”, chiusa col decreto di aggiudicazione definitivo – in fase di pubblicazione – dell’organismo scientifico che dovrà occuparsi di espletare le necessarie attività volte alla sperimentazione della pesca delle specie “sardina” e “sardinella”.

Bianchetto: nome attribuito al novellame del  pesce azzurro

Bianchetto
Bianchetto, dalla pesca sostenibile alla cucina del pesce azzurro

Bianchetto è il nome commerciale attribuito al novellame del pesce azzurro (ma non solo), pescato nel Mar Mediterraneo (in particolare sardine e acciughe), mentre più rare sono quelle del cicerello e di altre specie come il pagello (rosastra). Il novellame di pesce azzurro rientra nei pesci preferiti per la frittura di paranza, ma la pesca di questi esemplari di piccolissima taglia avviene grazie a reti a maglie molto fini, e pertanto viene regolamentata a livello europeo.

Gli adulti della specie Aphia minuta, spesso venduti in luogo dei gianchetti, hanno il nome commerciale di rossetti. Tale tipo di pesce viene pescato con speciali reti, chiamate nel gergo ligure sciabegottu (simili alla rete a sciabica, ma con dimensioni più piccole), nei primi mesi dell’anno.

Pesca del Bianchetto in Italia

La pesca dei bianchetti in Italia è stata regolamentata a livello commerciale dai decreti ministeriali, in particolare il D.M. del 1º dicembre 1989 e il successivo D.M. del 3 ottobre 1994, i quali hanno permesso una sola raccolta annuale dal 1º dicembre al 30 aprile per un periodo non superiore ai due mesi consecutivi. La pesca in ambito professionale è stata invece permessa, anch’essa annualmente, in un periodo tra il 15 gennaio e il 15 marzo. Dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo CE n. 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo, in base all’art. 15 (taglie minime degli organismi marini) ne è vietata la pesca, la tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento, l’immagazzinamento e la vendita.

L’obiettivo del piano di gestione

“L’obiettivo principale del piano di gestione – afferma l’Assessore regionale della Calabria all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Gianluca Gallo – sarà l’individuazione di un insieme di misure destinate a garantire nel tempo la sostenibilità biologica, economica e sociale della pesca del bianchetto, in quanto essa, sebbene marginale nel contesto italiano, risulta rilevante per i pescatori calabresi e costituisce parte significativa della storia e della cultura di numerose comunità locali di pescatori”.


Il piano di gestione, nello specifico, farà riferimento alla raccolta di dati scientifici della pesca sperimentale delle due specie ittiche in questione, effettuata con sciabica da natante e rete a circuizione senza chiusura, in deroga alla distanza minima dalla costa e della dimensione minima della maglia della rete e della taglia minima.

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“L’eventuale accoglimento delle richieste di deroga presentate dal Governo – precisa l’Assessore – darà luogo ad un sistema di gestione in cui la sostenibilità biologica delle risorse sarà attentamente monitorata”. Precisa Gallo: “Saranno previste misure di intervento appropriate, nel caso in cui non sia garantito uno stock di biomassa al di sopra dei limiti biologici di sicurezza. Il piano di gestione, infine, sarà in linea con l’obiettivo della Commissione Europea e della Regione, che intende difendere e valorizzare la pesca artigianale, la tradizione, la pesca selettiva e la valorizzazione dei prodotti tipici locali”.

‘E pizzette ‘e cicinielli, immancabile ricetta con i bianchetti nello street food napoletano

bianchetto pesce

Cosa sono ‘e pizzette ‘e cicinielli? Si tratta di una sorta di zeppoline, quasi pizzette, di bianchetti (in napoletano cicinielli), in altri posti meglio conosciuti come “neonati di pesce”. Vengono passati in una pastetta di farina e uova e poi fritti e il sapore è davvero meraviglioso, uno dei migliori modi per gustare il bianchetto in cucina.

‘E pizzette ‘e cicinielli, ovvero le pizzette di bianchetti fritte in padella, sono molto diffuse sull’isola di Ischia e questa ricetta antichissima, rappresenta come molte altre ricette un piatto povero, divenuto solo con il passare del tempo molto ricercato e apprezzato anche nei migliori ristoranti, facendo così diventare i famosi “ciccinielli” anche poco reperibili.

Ingredienti 

  • 250 g di cicinielli (bianchetti)
  • 2 uova
  • 3 cucchiai di farina
  • una manciata di formaggio pecorino
  • olio per friggere
  • mezzo bicchiere di acqua frizzante
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

– Procedimento:

  1. In una ciotola sbattere le uova con il sale, il pepe, e la farina. Poco per volta aggiungere l’acqua per ottenere un composto liscio e omogeneo.
  2. Lasciar riposare l’impasto in frigo per circa 30 minuti.
  3. Una volta trascorso il tempo necessario per far riposare il composto, aggiungere i cicinielli all’impasto e mescolare con delicatezza.
  4. Sul fuoco porre una padella con abbondante olio per friggere e portare ad una temperatura elevata. Prendere l’impasto a cucchiaiate e lasciarlo cadere in padella.
  5. Quando le “pizzelle” risulteranno dorate, scolarle e lasciarle asciugare su carta assorbente.
  6. Servire ancora calde.

 

 

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