Giancarlo Pedote torna ottavo nella classifica del Vendée Globe, a poco più di 300 miglia dal primo e ad una ventina di miglia dal settimo. La sua media sulle 4 ore è di 16,3 nodi, ma “le distanze adesso si stanno serrando”, commenta lo skipper di Prysmian Group.
Prysmian Group, aveva fatto sapere il fiorentino nelle scorse ore, “è quasi al 100% del suo potenziale”. “Tutte le mie vele sono operative, posso ancora mettere del “carbone nella locomotiva”!”.
“Navighiamo con un vento di Sud Est, circa tra i 160 e i 140, molto variabile in intensità – scrive Pedote –
Ci troviamo nella parte Nord Est dell’anticiclone, che stiamo per lasciare. Stiamo facendo capo quasi Nord, per approfittare dell’aria e allontanarci il più a Nord possibile. Ci troveremo in una transizione che dovrebbe terminare con un vento sostenuto e cercheremo di fare il meglio per passare. In tutti i casi mi sembra che ci sia un effetto “elastico” nella flotta, e vedo che le distanze si stanno serrando…”.
Pedote torna in ottava posizione: “Regata molto intensa a 5mila miglia dalla fine”
“Viviamo una regata molto intensa a poco più di 5000 miglia dalla fine. È molto appassionante e interessante e dobbiamo restare concentrati” afferma Pedote, che attualmente è tornato ottavo.
Il ritiro di Isabelle Joschke dal Vendée Globe dopo un ulteriore guasto al sistema idraulico della chiglia a bordo del suo IMOCA MACSF, ha “disgustato” lo skipper fiorentino che è rimasto colpito da quello che le è successo. “È difficile vederla arrendersi. Ha messo così tante energie nella gara, con tutti i problemi che ha avuto, non si è mai arresa. Sono molto triste perché ha investito al 100% nel suo progetto”.
“Bisogna stare attenti fino a Les Sables d’Olonne – aveva detto Giancarlo – Puoi prendere un peschereccio a 10 miglia dal traguardo e tutto può finire. Quello che è successo ad Isabelle è sfortuna perché è una parte meccanica che ha ceduto”.
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Ecco cosa ha scritto Giancarlo Pedote sulla sua pagina Facebook. “Da un lato devi essere fortunato, e dall’altro non devi mai mollare perché il minimo calo dell’attenzione può causare problemi. Dico sempre che passi dal riso al pianto in un secondo. Devi sempre rimanere calmo con i piedi ben ancorati alla barca. Nel profondo sud, era una situazione di sopravvivenza. Non ho pensato alla gara, ho pensato a non rompere nulla. In quelle condizioni guardi le classifiche quasi per gioco, ma pensi solo alla tua barca, ti misuri e scegli cosa vuoi imporre a te e all’imbarcazione. Si apre adesso davanti a noi una vera regata con mari e venti più accettabili, centri di bassa pressione meno violenti e tutto questo ci permetterà di poter correre una regata paragonabile a quelle con partenza dal Golfo di Biscaglia”.
Redazione Sport di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.