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Intervista a Soldini: “Ben Ainslie? Noi abbiamo Bruni e Spithill: ce la giochiamo alla pari”

giovanni soldini intervista

Giovanni Soldini è probabilmente il velista italiano più famoso al mondo. Una fama guadagnata nelle competizioni, ma non solo. Oltre a un palmares lunghissimo, infatti, Soldini ha fatto conoscere all’Italia e al mondo cosa davvero significa essere un marinaio.

Basti citare quando durante il giro del mondo in solitario, Around Alone, abbandona la competizione per salvare Isabelle Autissier, rimasta 24 ore in balia delle onde, dopo che la sua barca si era rovesciata. Oppure quando, qualche anno prima, si presenta a un altro giro del mondo in solitario con la barca “Stupefacente”, realizzata da Soldini all’interno di una comunità di recupero per tossicodipendenti.

Sta seguendo la Coppa America?

Certo che la sto seguendo e vedo che sta andando molto bene. I team mi sembrano allo stesso livello. Luna Rossa ha fatto un sacco di passi avanti. La differenza, come sempre in questi casi, la farà il fattore umano.

Loro però hanno Ben Aislie…

Certo, ma noi non siamo da meno. Ne cito due, ma ne potrei citare di più: noi abbiamo Bruni e Spithill. Credo davvero che Ineos e Luna Rossa siano alla pari sotto tutti i punti di vista.




Cosa pensa della polemica degli inglesi contro l’ammonizione ricevuta per la protesta italiana?

Le polemiche sono tipiche dell’America’s Cup. C’è anche da dire che gli inglesi pensano spesso di sapere bene le regole. Quando vengono trovati in fallo non la prendono benissimo. Però se il regolamento non prevedeva quella opzione per il tesabase, non credo ci sia niente da aggiungere: è così e basta.

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La sua idea per i foil?

C’è chi è nostalgico di quando, in Coppa America, si viaggiava a 10 nodi. Io non lo sono affatto. L’introduzione dei foil nella Coppa è stato un momento rivoluzionario per il mondo della vela. Adesso si viaggia a 40 nodi di bolina, come si fa a dire che non c’è più spettacolo? Le gare sono al cardiopalma.

Il salvataggio di Kevin Escoffier da parte di Jean Le Cam alla Vendée Globe le ha riportato alla memoria il suo salvataggio di Autissier?

Le Cam è un grande marinaio e sono felice che la vela, nonostante il mondo diventi sempre più competitivo, mantenga questo spirito. Quando succedono questi incidenti, la gara non ha più importanza: prima si salva chi è in difficoltà e poi si pensa al resto. È così da sempre e spero così rimanga per sempre.

Nella Vendée Globe Giancalo Pedote è arrivato ottavo, la Mini Transat è stata finalmente vinta da un italiano, Ambrogio Beccaria, insomma la vela d’altura italiana sta crescendo?

Siamo pochi ma buoni. È una tradizione che continua e i pochi che ci sono ottengono ottimi risultati. Ma le cose stanno cambiando, in meglio. La FIV (che ha nominato Soldini nella commissione Atleti ndr) sta dedicando attenzione alla vela in tutti suoi aspetti e questo porterà a far conoscere di più la vela d’altura e, probabilmente, a far crescere il numero di italiani che vi si cimenteranno.

Quali sono i prossimi obiettivi di Giovanni Soldini?

Attualmente stiamo lavorando in cantiere alla Maserati Multi 70. Tra qualche giorno andremo in acqua e faremo le prime prove per la messa a punto della barca. Per le regate c’è da aspettare. Vedremo cosa succede con la pandemia e decideremo.

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Redazione

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