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Le barche e l’America’s Cup: 100 anni fa nasceva Gianni Agnelli

gianni agnelli barche

Passione per la sua Juventus, il lusso, le belle donne, ma anche per le barche: il 12 marzo di 100 anni fa nasceva Gianni Agnelli, l’avvocato presidente della Fiat e tra i promotori dell’entrata in America’s Cup di una barca italiana.

Fu lui a finanziare, assieme ad Aga Khan, Azzurra, la barca progettata dall’architetto Vallicelli: il sindacato era quello dello Yatch Club Costa Smeralda, skipper e timoniere due pietre miliari della vela italiana, come Cino Ricci e Mauro Pelaschier. Proprio qualche giorno fa, lo skipper romagnolo, in un’intervista che ha fatto molto discutere, ha ricordato: “Abbiamo fatto una degna figura arrivando fino alla semifinale e, come mi aveva chiesto l’Avvocato Agnelli, non abbiamo fatto la fatto la figura dei cioccolatai”.

Nelle sue fughe al mare, l’avvocato spesso amava trascorrere il tempo sulla sua G-Cinquanta del 1967, ritenuta una delle imbarcazioni a motore da diporto tra le più affascinanti di tutti i tempi. G-Cinquanta sta per Gianni 50 nodi, un’icona vera e propria di eleganza e stile, una delle tante barche di Agnelli.




Artemare Club ricorda i cento anni dalla sua nascita con un manifesto riportante tutte le sue barche che dimostrano la sua passione per il mare: l’avvocato è stato uno dei pionieri e questo manifesto è il tributo da parte dell’Associazione di Porto Santo Stefano al grande uomo di mare che ha sempre apprezzato la marineria del luogo per l’abilità e la competenza, unite alla totale affidabilità e alla semplicità di carattere dei suoi membri.

Agnelli e le barche, una passione sin da bambino

Da giovane Agnelli trascorreva lunghe stagioni estive a villa Costanza a Forte dei Marmi, manifestando la passione per il mare e per le barche, giocando spesso in acqua con modellini a vela. A 8 anni conobbe il primo grande yacht, l’Emilia, uno Sloop Marconi 12m SI che il nonno Giovanni aveva commissionato al Cantiere Costaguta di Genova Voltri, per destinarlo al genero, ingegnere Carlo Nasi, appassionato yachtsman, olimpionico a Parigi nel 1924, poi divenuto presidente della FIV.

Gianni Agnelli da adolescente partecipò spesso alle regate su barche di sei metri a deriva mobile. Aveva appena 14 anni quando suo padre Edoardo morì tragicamente in un incidente aereo e questo lo portò a stringere un legame strettissimo con il nonno, che scomparve nel 1945. Nello stesso anno perse anche la sua amatissima mamma Virginia Bourbon del Monte. Nel 1950, a 29 anni, Gianni Agnelli acquistò il suo primo mezzo nautico, il Kum, un motoscafo veloce costruito in America e dopo tre anni, nel 1953, lo sostituì con il Government, un altro motoscafo costruito nei Cantieri Baglietto di Varazze.




Lo stesso anno convolò a nozze con Marella Caracciolo di Castagneto che gli donò due figli, Edoardo e Margherita. Questo è il periodo della sua vita mondana, il suo stile fa scuola e tanti si sforzano di imitarlo. È della metà degli anni ‘50 la prima vela dell’Avvocato, il Tomahawk, un 12 metri stazza internazionale, costruito nel 1939 da Camper & Nicholson. Nel 1958 acquistò il motoscafo di 9,5 metri del Cantiere Baglietto denominato Leopolda per ricordare il nome della villa comprata a Villefranche sur Mer – di recente acquistata dall’oligarca russo Roman Abramovich. Nel 1959, Agnelli entrò in possesso di Agneta, barca a vela disegnata e costruita dallo svedese Knud Reimers nel 1951, uno yawl lungo 25 metri con le caratteristiche vele rosso cupo, la tiene per 25 anni disputandoci diverse regate veliche per poi rivenderla ai fratelli Donà delle Rose.

La nomina ad Fiat e il primo yacht

Nel 1963 venne nominato amministratore delegato della Fiat e arriva il primo yacht a motore il G.A. Trenta, costruito nei Cantieri Baglietto di Varazze, con il nome composto dalle iniziali dell’Avvocato e dalla velocità massima che raggiungeva. Nella prima metà degli anni ’60 Gianni Agnelli decise di gareggiare nelle competizioni offshore, con il motoscafo Ultima Dea, un bolide rosso Ferrari con tre motori Maserati, al timone del quale l’Avvocato si lancia a 50 nodi di velocità sulle acque della Manica per vincere la più famosa gara motonautica del mondo, la Cowes-Torquay, ma purtroppo viene squalificato per non aver doppiato una boa, peraltro invisibile.

Partecipò anche alla Viareggio-Bastia-Viareggio ma non conclude il percorso per problemi ad uno dei motori Maserati. Qualche anno dopo ci tornò gareggiando senza successo con Ultima Volta, motoscafo offshore con il nome profetico che segna il suo abbandono delle grandi corse sul mare, gareggiando un paio di volte alla Viareggio-Bastia-Viareggio. Nel 1966 assunse l’incarico di Presidente della FIAT, nel 1967 diventa presidente dell’editrice “La Stampa” e due anni dopo entra in partecipazione alla Ferrari. Quell’anno Sonny Levi costruì per l’Avvocato il G.A. Cinquanta nei Cantieri Delta di Anzio, un fast commuter che filava a 55 nodi sotto la spinta di quattro Vulcano BPM.

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Nel 1971 Gianni Agnelli si invaghì di Capricia, barca a vela lunga 22 metri, costruita a Stoccolma nel 1963 dallo stesso proprietario di Agneta e l’acquistò e la usò per 22 anni; nel 1993 la regala alla Marina Militare che ne fa una imbarcazione scuola. Dal 1974 al 1976 fu presidente di Confindustria, nel 1981 comprò Adagio, un altro veloce motoscafo cabinato tipo Cigarette, costruito nei Cantieri Delta di Fiumicino. Lo yacht che userà di più, specialmente per lunghe navigazioni, arriverà nel 1983 e si chiamerà F100, lungo 32,8 metri, costruito nei cantieri CNR di Ancona, progettato da Gerhard Gigenast.

Agnelli e il pallino per la Coppa America

Già nel 1962 l’Avvocato e Beppe Croce andarono negli Stati Uniti e sondarono il terreno per la partecipazione italiana alla “regata delle regate”, la Coppa America, e Agnelli contò sull’amicizia con John Fitzgerald Kennedy per essere ammesso, ma i rappresentanti dell’establishment nautico americano furono irremovibili, ritenendo l’Italia non in possesso di adeguate tradizioni marinare a vela. Così, vent’anni dopo, Azzurra è la vela che per la prima volta fa sognare l’America’s Cup, regatando sino alle semifinali della Louis Vuitton Cup; in quella edizione vinse la barca australiana, ma in Italia “diventano tutti velisti”.




Nel 1986 l’Avvocato acquistò Volture, motoscafo potentissimo costruito in Australia che divenne il tender per il suo F100. Il 1988 vide la nascita del maxi yacht Extra Beat costruito per l’Avvocato in Germania dal cantiere Abeking & Rassmussen su progetto dell’argentino German Frers, lungo 36 metri, con un albero alto 49 metri. Mai prima di allora uno scafo era stato dotato di un timone così grande, interamente costruito in alluminio e carbonio e nessuna barca aveva mai avuto una capacità di pompare sei tonnellate d’acquanelle cisterne di zavorra da un lato all’altro in meno di 60 secondi.

Nel 1991 venne nominato Senatore a vita e nel 1992 c’è la sfida al mare con il Destriero, che corre nell’Atlantico con un record ancora oggi imbattuto, per riportare il Nastro Azzurro in Italia. Nel 1995, per tutto l’anno, Gianni Agnelli veleggiò al timone di un sessanta piedi con la livrea rossa di nome Winston, in attesa della nuova barca in costruzione che arriva nel 1996, lo Stealth, che stupì l’ambiente dello yachting internazionale,  costruita in Inghilterra da German Frers, tuttora usata dai nipoti John e Lapo Elkann, un “siluro” in composito di 26 metri con un albero di ben 36 metri e con le vele in kevlar-carbonio, darà ad Agnelli la soddisfazione di vincere il Fastnet del 2001 e dominare la regata commemorativa del centocinquantenario dell’America’s Cup. Nel 2000 Gianni Agnelli diventò membro onorario del Comitato Olimpico Internazionale. Nell’ultimo periodo della sua vita, pur fortemente malato e debilitato, commissionò in Germania uno yacht di 47 metri ai Cantieri Lürssen di Bremen- Vegesack nel nord della Germania, costruzione poi sospesa per la sua morte.

 

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