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Tutto pronto a Cesenatico per la ripartenza del Museo Navigante

Tutto pronto a Cesenatico per la ripartenza del Museo Navigante Tutto pronto a Cesenatico per la ripartenza del Museo Navigante

Tutto pronto a Cesenatico per la ripartenza del Museo Navigante  e salvaguardare il patrimonio di barche storiche e costruire reti per la cultura marinara.

La kermesse parte il 21 maggio prossimo da Cesenatico: l’ iniziativa itinerante per la promozione dei musei del mare e della marineria promossa da Ammm-Associazione musei marittimi del Mediterraneo, Museo della Marineria di Cesenatico, Mu.MA – Galata museo del mare di Genova e Associazione La nave di carta.

La missione 2019 della goletta Oloferne, la barca storica simbolo della rete dei 74 musei marittimi italiani riuniti sotto la sigla Museo Navigante, si svolgerà sulla sponda orientale dell’Adriatico.

Obiettivo: promuovere una partnership transfrontaliera tra musei per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale marinaro dell’Adriatico e in particolare delle sue barche storiche.

Il viaggio inizia dal museo della Marineria di Cesenatico, fa tappa al Pomorski muzej – museo del mare Sergej Masera di Piran/Pirano; all’ecomuseo Batana di Rovinj/Rovigno; al Pomorski i povijesni muzej Hrvatskog primorja – museo storico e navale del litorale croato, Rijeka/Fiume dove il Museo navigante sarà ospite di Fiumare, il festival del mare e delle tradizioni marinare del Quarnero.

Le tappe successive sono Zara e Muzej betinske drvene brodogradnje – museo della Costruzione navale in legno di Betina, sull’isola di Murter, che ospiterà Forum 2019 dell’Ammm-Associazione musei marittimi del mediterraneo (6-9 giugno).

Cesenatico, ripartenza del Museo Navigante: “connettere i musei delle due sponde dell’Adriatico”

“Questo viaggio – dice Maria Paola Profumo, presidente dell’Ammm e portavoce del Museo Navigante – ha come primo obiettivo quello di connettere i musei delle due sponde dell’Adriatico che condividono una lunghissima storia e una cultura marinara.

Connettere i musei marittimi di Italia, Slovenia e Croazia è fondamentale per riscoprire le radici comuni che sono antiche di millenni.

Dopo il lungo viaggio lungo la penisola italiana dello scorso anno, il Museo navigante di Cesenatico si muove per promuovere una rete regionale adriatica, sul modello di quelle catalana, ligure, campana e del Grand Golfe con centro a Sete”.

“Ma anche per lanciare una campagna di salvataggio delle barche tradizionali. Trabaccoli, bragozzi, pieleghi, gajete, battane sono imbarcazioni che testimoniano lavoro, commerci, migrazioni del Mediterraneo.”

“Molte sono andate perdute, e solo grazie al lavoro di appassionati e di poche amministrazioni illuminate alcune sono state salvate e riportate a nuova vita.”

Dobbiamo cominciare a pensare che ogni volta che una barca storica va in rovina e viene demolita perdiamo un pezzo della nostra storia”, aggiunge. “Cesenatico – ricorda il sindaco Matteo Gozzoli – ha avviato da alcuni decenni un’azione di salvaguardia della storia e tradizione marinara, sia per ragioni culturali sia come chiave per un modello innovativo di turismo, più consapevole e sostenibile”

“Per questo crediamo fortemente – continua il sindaco Matteo Gozzoli – alla necessità di recuperare e valorizzare il patrimonio delle barche storiche dell’Adriatico, che sono anche la bandiera più visibile di una storia e di una cultura comune”. 

“Una delle mission del Mu.MA – commenta la presidente, Nicoletta Viziano – è quella di contribuire alla salvaguardia degli antichi mestieri del mare.”

“Insieme alle associazioni del territorio, al Galata museo del mare di Genova, – continua la presidente, Nicoletta Viziano – organizziamo, tra le tante attività, giornate aperte per famiglie e studenti dove è possibile uscire in mare su barche storiche, scoprire come si recupera un gozzo o come si realizzano reti da pesca”.

“Nella hall del museo, dallo scorso anno – prosegue – sono esposte tre imbarcazioni storiche: il Santa Caterina, un gozzo cornigiotto invelato, ricostruito dall’associazione Storie di barche; il Pierino, primo dinghy italiano con il numero ‘1’ orgogliosamente riportato sulla vela mostra e un raro gozzo da regata, imbarcazione a remi realizzata all’inizio del Novecento e su cui hanno sudato generazioni di vogatori”.

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Alla missione adriatica, che è patrocinata dall’Università di Genova, partecipano anche una delegazione dell’Avev, Associazione vele d’epoca Verbano che da anni si occupa della tutela e del recupero di imbarcazioni storiche a vela e di cultura del restauro.

Il progetto è anche in collaborazione con una delegazione di studenti del corso di laurea in Design del prodotto e della nautica e del corso di laurea magistrale in Design navale e Nautico del polo Marconi-università di Genova, dipartimento Architettura e Design che ha avviato il progetto Nautical heritage, il database open source per il censimento delle barche naviganti di interesse storico. 

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