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America’s Cup, i kiwi alla resa dei conti: “Senza fondi niente Auckland”

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L’America’s Cup, con ogni probabilità, si disputerà in una sede “offshore” e non più nelle acque amiche di Auckland. Ma le divisioni nel Royal New Zealand Yacht Squadron sono sempre più evidenti.

Appare sempre più chiaro che, dopo le intenzioni del governo neozelandese di non sostenere più una spesa così esosa, il Defender dovrà cercare altri lidi (e soprattutto liquidi) per la Vecchia Brocca. E se a ribadirlo è il commodoro del Royal New Zealand Yacht Squadron, Aaron Young, sul sito ufficiale del sindacato kiwi, significa che il team naviga in brutte acque.

Tensioni in Nuova Zelanda: il Defender è a corto di denaro

Una lunghissima intervista per far capire che bisogna decidere in tempi brevi: o il Governo e il sindaco di Auckland si faranno carico delle spese per l’organizzazione della prossima America’s Cup, oppure il Defender dovrà scegliere una destinazione tra Europa, Asia e Paesi Arabi per la sopravvivenza all’interno della regata e dello stesso team. Non è un caso, a questo punto, che la conferma di Peter Burling al comando sia tardando ad arrivare.




È questione di denaro, molto denaro, quella della nuova venue che sarà annunciata entro la fine di marzo del 2022. E che potrebbe avere “conseguenze disastrose”, se il Team New Zealand, da sottofinanziato, fosse costretto a cercare di difendere l’America’s Cup in Nuova Zelanda. “Bisogna guardare in faccia alla realtà e alla situazione attuale”, ha detto Young in una dichiarazione sul sito Web di RNZYS, riferendosi alla possibilità di disputare l’America’s Cup 2024 in Nuova Zelanda.

America’s Cup, una fronda oltranzista vuole Auckland

Team New Zealand è a corto di liquidità, e nessuno ormai ne fa mistero. I rubinetti chiusi dal governo e dal comune di Auckland stanno spingendo sempre più il defender della Coppa America a cercare una nuova location per la 37esima competizione. Un gran caos all’orizzonte, che ha provocato evidenti spaccature all’interno del Royal New Zealand Yacht Squadron.




Un gruppo di membri, quelli oltranzisti guidati dall’ex direttore del Team New Zealand Jim Farmer QC che non vogliono portare la Vecchia Brocca al di fuori dei confini nazionali, ha infatti chiesto di convocare un’assemblea generale speciale per discutere la mozione in favore delle regate nelle acque adiacenti alla città di Auckland. E ciò avviene quando il Team New Zealand, ormai a corto di denaro, prende in considerazione opzioni offshore redditizie, che dovranno essere confermate entro il 31 marzo del prossimo anno.

La spaccatura intestina allo yacht squadron

Gli altri componenti dello yacht squadron si dicono “delusi” dalla richiesta di riunione speciale, ma l’hanno accettata e “stanno cercando di confermare una data il prima possibile, al fine di ottenere un risultato che soddisfi tutte le parti”. Il 9 dicembre, a seguito della posticipata assemblea generale annuale del club, si arriverà alla resa dei conti in casa kiwi.

Cosa accadrà? Young è stato molto chiaro nel suo intervento, sottolineando le difficoltà di una difesa in Nuova Zelanda: per tenere la Coppa America ad Auckland c’è la necessità di finanziamenti adeguati – ovvero dalle casse del comune di Auckland e del governo – che attualmente non sono disponibili.

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“Il Team New Zealand ha bisogno dei finanziamenti necessari per Auckland – ha aggiunto Young –  A meno che ciò non accada, dobbiamo considerare le sedi offshore. Le conseguenze di non farlo sono potenzialmente disastrose: una perdita dell’America’s Cup, una perdita del nostro Team New Zealand e la potenziale perdita di qualsiasi futura sfida dell’America’s Cup da parte dell’RNZYS e, molto probabilmente, della Nuova Zelanda”.

 

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