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Zattera di salvataggio: dove è obbligatoria e quando revisionarla

zattera di salvataggio

La zattera di salvataggio è un galleggiante compreso tra le dotazioni di sicurezza delle barche, che si rende obbligatoria solo in determinate condizioni di navigazione.

Il suo impiego viene regolamentato da convenzioni internazionali per la salvaguardia della vita umana in mare e da norme nazionali.

Zattera, l’etimologia della parola

Quando pensiamo alla parola “zattera“, ci torna alla mente l’idea di un’imbarcazione primitiva o comunque di fortuna. Ripensiamo, magari, al suono duro delle assi di legno che sbattono sulle superfici dell’acqua, dandoci costantemente quella sensazione di precario.




La sua etimologia è incerta. Sappiamo che prima di zattera veniva usata la variante zatta, che alcuni studiosi ritengono si tratti di una parola di origine longobarda: questo termine riporta alla mente il trasporto fluviale del legname (in questo caso i legni tenuti insieme non sono intesi per farne un’imbarcazione ma semplicemente per il loro trasferimento a valle). Altri ipotizzano addirittura una parentela con la zazzera, ovvero il cespo di capelli: del resto, più comunemente si intende per zattera un insieme di legni legati tra loro.

zattera di salvataggio 3

Quando è obbligatoria la zattera di salvataggio?

La zattera di salvataggio, come già detto prima, rientra tra le dotazioni di sicurezza nelle barche. La sua presenza a bordo, però, è obbligatoria solo in determinate condizioni. Vediamo allora quali sono queste condizioni, specificando la differenza tra due tipologie di zattere di salvataggio: quella costiera e quella d’altura.

Zattera entro le 12 miglia

La prima nasce come sostituzione del vecchio atollo autogonfiabile. Questo tipo di zattera, obbligatoria per le navigazioni oltre le 6 ed entro le 12 miglia di distanza dalla costa, è realizzata in osservanza della normativa internazionale ISO 9650 in vigore da marzo 2005. Questa normativa è stata ratificata nel nostro paese con il Decreto del Comandante delle Capitanerie di Porto emanato nel marzo 2009.




Questa presenta delle migliorie rispetto al vecchio atollo: quest’ultimo, per esempio prevedeva che i naufraghi rimanessero in acqua, aggrappati al galleggiante. Questa nuova zattera, invece, può ospitare a bordo fino ad un certo numero di persone al suo interno, presentandosi dunque come riparo più sicuro e più confortevole.

Zattera costiera entro le 6 miglia: caratteristiche

La zattera costiera riprende in qualche modo delle caratteristiche, semplificandole, della zattera oceanica. Prima di tutto è una zattera aperta, cioè priva di tenda di copertura, e presenta un fondo a singolo strato e un pacco di dotazioni ridotto per il tipo e il numero di prodotti. Infine, è dotata di una scaletta reversibile e di una maniglia interna, che permette al naufrago che sale a bordo di raddrizzare la zattera qualora questa si rovesci.

Queste le dotazioni di sicurezza per la zattera costiera secondo la normativa internazionale ISO 9650:

    • Gonfiatore
    • Coltello galleggiante
    • Fischietto
    • Kit di riparazione
    • Coppia di Pagaie
    • Sassola galleggiante
    • Coppia di Spugne
    • Torcia elettrica stagna
    • Razione di acqua da 0,25 l. per ogni persona

Zattera oltre le 12 miglia

Le zattere di salvataggio d’altura, invece, sono obbligatorie per le navigazioni oltre le 12 miglia dalla costa e servono per aiutare i navigatori nelle condizioni più impegnative. Sono definite zattere “oltre le 24 ore” in quanto sono pensate per ospitare a bordo i naufraghi per più di un giorno: difficile stabilire quanto a lungo si riesca a sopravvivere in una zattera di salvataggio d’altura, ma si stima che questo lasso di tempo si aggiri tra pochi giorni e oltre un mese. Esistono storie, infatti, di persone che sono state salvate dopo mesi alla deriva a bordo di zattere. Queste sono dotate di un kit di sopravvivenza, che comprende cibo secco, scorte di acqua dolce e lenze da pesca, e sono costruite con materiali più resistenti rispetto a quelle costiere.




Dove posizionare e come aprire la zattera di salvataggio

Trattandosi di un elemento che pesa intorno ai 50 kg nel caso della zattera d’altura, va conservata in un posto accessibile, non particolarmente esposto e non in alto: troppo spesso, infatti, vediamo la zattera in punti scomodi della barca da cui poi è richiesto troppo tempo per il suo impiego in acqua. Peggio ancora se questa viene conservata in luoghi esposti, con il mare che potrebbe addirittura strapparla via in condizioni meteo impegnative. Per questo motivo bisogna tenerla in basso, per tenere basso il baricentro della barca, e in un luogo sicuro, che permetta però il diretto intervento della zattera in caso di necessità.

zattera di salvataggio 2

In una situazione di emergenza, la zattera di salvataggio dovrà essere gettata in acqua. Subito dopo un membro dell’equipaggio dovrà tirare la fune lunga massimo dieci metri, fino a quando non si avvertirà un arresto: si attiverà così il meccanismo di sgancio, con il conseguente riempimento automatico di aria nelle camere di galleggiamento della zattera.

A questo punto la cima di traino verrà avvicinata alla parete: ricordiamo, inoltre, che la zattera deve essere sempre avvicinata al lato della barca, mai a poppa. Questo perché la poppa potrebbe danneggiarla irrimediabilmente e rappresentare una situazione di pericolo. Nel caso di una zattera montata sul ponte, invece, si può pensare di dotarla di un dispositivo di sgancio idrostatico: quando la zattera affonda, il rilascio idrostatico verrà attivato tramite la pressione dell’acqua e il mezzo potrà così galleggiare e gonfiarsi automaticamente.

La revisione della zattera

Una zattera di questa tipologia va sottoposta periodicamente ad una revisione. Questo mezzo, infatti, funziona correttamente in condizioni di emergenza solo se tutti i componenti fondamentali sono in condizioni perfette. Per questo si richiede una manutenzione regolare della zattera. In Italia la revisione va effettuata ogni due anni, mentre ogni due revisioni è richiesta un’ispezione straordinaria che richiede la sostituzione di alcuni pezzi. Si tratta di una spesa non indifferente, se facciamo il paragone con i nostri vicini della Francia, dove la revisione è richiesta ogni tre anni.




Consigli e info sull’acquisto di una zattera di salvataggio

Prima di acquistare una zattera di salvataggio bisogna tenere bene a mente le proprie esigenze di navigazione per orientarsi subito verso la scelta corretta. Un aspetto da considerare è quello inerente al numero di persone da ospitare a bordo: le caratteristiche di galleggiabilità, infatti, vengono adattate al peso degli occupanti per scongiurare in tutti i modi il rischio ribaltamento.

Con l’acquisto di una zattera nuova, verrà rilasciato un manuale del proprietario sul quale verranno registrate le revisioni obbligatorie. Questo verrà accompagnato da un libretto d’uso, che contiene tutte le istruzioni necessarie per lo stivaggio, l’uso e il trasporto del mezzo. Nel caso di acquisto di una barca usata, invece, bisogna accertarsi che la zattera in dotazione sia stata realizzata in una data successiva al 18 gennaio 2003.

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Redazione

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