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Vecchie Vele, oggi ricordiamo la nave “Antonio Padre”

Vecchie Vele, oggi ricordiamo la nave "Antonio Padre"

Vecchie Vele, oggi ricordiamo la nave “Antonio Padre”, che venne costruita nel 1902 dai Cantieri Odero di Sestri Ponente, Genova, per conto dell’Armatore Cerruti per Lire 280.000, somma ragguardevole all’epoca.

Questa fu l’ultima nave del Cerruti prima che cessasse la sua attività armatoriale. Progettista e Direttore dei Lavori fu l’Ingegnere Navale Fabio Garelli. Scafo in acciaio, stazzava 1.373 tonnellate.

Era una nave veloce: slanciata, corto cassero con tuga e bompresso moderno. Ne prese il comando il Capitan Fortunato Schiaffino (n. Camogli 1851 – †Camogli 1932). La prima campagna fu da New York a Batavia in 102 giorni con 60.000 cassette di petrolio lampante al nolo di US¢ 14 l’una.

Scaricato a Batavia proseguì per Melbourne in zavorra dove caricò grano per Falmouth. Soddisfazione per l’armatore e l’equipaggio per l’ottimo comportamento del bastimento, che con buon vento faceva in sicurezza 12 nodi per lunghe tratte.

La nave “Antonio Padre” da Barry Dock alla Baia di Algoa

La seconda campagna si svolse da Barry Dock alla Baia di Algoa in 72 giorni e da qui a Newcastle (A) in 36, da Newcastle (A) a Valparaiso in 67 e da Junin a Falmouth in 111.

La terza campagna partì da Amburgo per Delagoa Bay, Newcastle (Australia) a Taltal ed infine a Sète in 121 giorni. In quest’ultima tratta al largo di Valencia incontrò un fortunale durante il quale un’ondata portò via il nostromo.

Nella quarta campagna, al comando del Cap. Angelo Maggiolo di Camogli avvicendato al Cap. Schiaffino, parte da Marsiglia con laterizi per Melbourne dove giunge dopo 95 giorni.

Da Melbourne a Lobos de Afuera nelle Isole del Guano in 38 giorni caricava nitrati per Amburgo dove gettava l’ancora dopo 124 giorni di navigazione. In pratica in 257 giorni fece il giro del mondo.

Nel 1909 ad Amburgo il Maggiolo sbarca ed il Cap. Desiderio Tonietti di Marciana Marina (Isola d’Elba) ne rileva il comando esercitando l’antico privilegio del capitano di portare con sé la moglie.

Partì in zavorra per Pensacola dove giunse in 40 giorni. Caricato legname per il Rio de la Plata, lo scaricò e procedette in zavorra per Newcastle (A). Passato il Capo di Buona Speranza e giunto al Cabo de Agulhas incontrò fortissimo uragano dal quale si salvò per miracolo per cui l’equipaggio, giunto poi a Genova, donò un quadro votivo visibile ancora oggi al Santuario della Madonna del Monte.

Questa campagna fu tuttavia l’ultima effettuata oltre i Capi: ormai i traffici del Pacifico e dell’Oceano Indiano richiedevano portate ben più grandi per essere remunerativi. Da allora il bastimento viaggiò in Atlantico al comando del Cap. Luigi Patrone di Genova.

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Ridotto a brigantino a palo, passò indenne la prima guerra mondiale, cambiò vari armatori ed infine ricevette il motore: nel 1928 fu trasformato nel motoveliero Bice ed in seguito in motonave diventando irriconoscibile dall’elegante veliero che era in origine. Navigò sino al 1970.

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