Si stanno rivelando particolarmente interessanti i primi dati , analizzati dai principali studiosi mondiali di bioacustica, che svelano la presenza ricorrente di alcuni esemplari di delfino nelle acque di Punta Mesco.
“Grazie agli idrofoni posizionati sui fondali dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, oggi siamo in grado di valutare lo stato di salute della biodiversità del nostro mare diventando laboratorio privilegiato della ricerca scientifica applicata alla bioacustica marina” Dice il Presidente Bianchi “Il mare non è il mondo del silenzio, come qualcuno potrebbe pensare, ma un ambiente ricco di suoni di varia natura. Il loro studio porterà a nuove importanti rivelazioni nella lettura dei paesaggi sottomarini”.
Bioacustica sui fondali dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre
L’innovativo progetto pilota, finalizzato alla conoscenza degli impatti sulle foreste di gorgonie è realizzato per l’AMP Cinque Terre dall’Istituto di ricerca Chorus, di Grenoble e dai ricercatori dell’Observatoire Océanologique de Banyuls sur Mer, ha dato, fin da subito, risultati scientifici di grande valore.
Con il team dell’Area Marina Protetta , sono state condotte attività di monitoraggio scientifico puntuale destinate a una raccolta dati per rappresentare e fotografare per la prima volta nella storia , gli effetti dell’inquinamento acustico sottomarino, su una specie iconica del Mediterraneo, dalla straordinaria funzione ecologica ancora solo parzialmente conosciuta.
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La prima fase del monitoraggio si è svolta, su richiesta dell’AMP nella tarda primavera, in un periodo caratterizzato da un impatto antropico praticamente trascurabile a causa del blocco delle attività. Gli studiosi di Chorus, specializzati in ecologia acustica e nell’utilizzo dei paesaggi sonori per lo sviluppo di indici di qualità di habitat marini, finalizzati alla gestione ambientale mediante la caratterizzazione e quantificazione del rumore di origine antropica e lo studio di tali effetti sulla fauna marina, hanno condotto un progetto sull’ascolto dei paesaggi sonori nell’area marina protetta durante questa straordinaria fase lockdown, posizionando numerosi idrofoni, in alcuni punti strategici dell’AMP, in grado di acquisire in modalità continua ogni caratteristica acustica ambientale subacquea.
Registrare il suono ambientale, nel silenzio, durante questo periodo di quiete di “lockdown” è stata un’ occasione unica perché ha permesso di ascoltare la natura senza altra fonte di inquinamento acustico, normalmente presenti lungo il litorale.
Ecco cosa hanno rilevato i primi dati
Durante il periodo di registrazione, nella zona A di Punta Mesco, l’animale più registrato è stato sorprendentemente il delfino: dagli studi di bioacustica effettuati infatti sembra che i delfini, probabilmente residenti in zona, si diano appuntamento praticamente tutte le notti e sempre allo stesso orario, per un “banchetto collettivo”. Inoltre, durante il giorno gli idrofoni hanno captato caratteristici fischi di richiamo ed è stato possibile l’ascolto dei cetacei alle prese con interazioni sociali.
I cetacei come i delfini, infatti, sono animali molto comunicativi e sensibili ai rumori: questi mammiferi usano il suono come radar per orientarsi, per cacciare, fare un’ecografia delle prede e per comunicare durante le tipiche interazioni sociali. “La zona A di Punta Mesco, in questo periodo, – dice Lucia Di Iorio ricercatrice della società “Chorus”- è stato un sito funzionale, un punto chiave, per lo studio sulle popolazione di delfini. le registrazioni ci fanno intendere che possa trattarsi si una popolazione di delfini residenti. Cio si potrà scoprire ascoltando su periodi ben piu’ lunghi. ” “Forse, da un punto di vista scientifico, – continua Lucia Di Iorio – è prematuro collegare l’assenza di attività umana di questo periodo con questi molteplici avvistamenti acustici, sempre molto regolari ,che non indicano semplici sporadici passaggi ma quasi abitudini consolidate”.
“Contrariamente a quanto successo negli ultimi anni – conclude – in cui gli avvistamenti dei delfini nelle vicinanze della costa stati sempre piu’ rari, in questo periodo, ci sono avvistamenti continui. Continueremo con questi ascolti – conclude la ricercatrice – nel corso dell’estate andremmo avanti con gli studi. Siamo curiosi di constatare se i magnifici paesaggi sonori del Parco delle Cinque Terre subiranno un graduale cambiamento al pari della lenta ripresa delle attività ”
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“Questa iniziativa rappresenta l’inizio di un percorso virtuoso – spiega il Presidente del Parco Donatella Bianchi- che mira ad approfondire le attenzioni verso l’ecosistema marino, con lo scopo di vedere e comprendere la vita sottomarina attraverso i suoni che la caratterizzano: uno sforzo di sensibilizzazione ambientale che ci entusiasma e spinge ad apprezzare una realtà fatta di echi tra foreste subacquee, di canti, di socializzazioni e di richiami amorosi dei mammiferi e pesci residenti dell’AMP, nei periodi di cambio di livrea”
Fabio Iacolare è videomaker e giornalista pubblicista dal 2010: esperto in regia di format tv e giornalista esperto in eventi a carattere culturale, ambientale ed enogastronomico italiano.
1 commenti
[…] Vi Faccio un esempio pratico: la mia amata Giulin è un gozzo e mantiene una velocità di crociera molto bassa, circa 5 nodi ( corrispondono a circa 10 km/h scarsi) secondo recenti studi applicati dall’Università degli Studi di Genova sono proprio imbarcazioni come queste che possono limitare l’inquinamento acustico che si propaga sott’acqua.Noi non ci facciamo molto caso ma il suono che si propaga sott’acqua, anche se a noi sembra molto attutito, per molte specie di pesci e cetacei non lo è; questo potrebbe cambiare i loro bioritmi e anche influenzare sull’accoppiamento e quindi sulla riproduzione della specie stessa. Se volete più informazioni a riguardo potete visionare questo articolo molto interessante […]