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Troublé: “Possibile una Coppa America già nel 2022 con tutte le squadre”

troublé una coppa nel 2022 possibile a auckland ma non a due

Il maestro di cerimonie della 36esima America’s Cup Bruno Troublé ritiene possibile una Coppa America a novembre 2022 a Auckland e con tutte le squadre. Lo stesso Troublé considera un “gioco” l’ipotesi di una competizione a due tra Ineos e Team New Zealand intorno all’isola di Wight. Un’idea che secondo il francese fa parte di una sorta di “partita di poker” per ottenere fondi dal governo neozelandese. Ma vediamo cosa ha detto esattamente Troublé nell’intervista rilasciata al sito Tip & Shaft al riguardo.

All’osservazione “Dicono, incluso Grant Dalton (ceo di Emirates Team New Zealand ndr), che una sfida tra britannici e neozelandesi sia possibile”, Troublé risponde: “Per me è uno scherzo. Ho parlato di nuovo con Grant al telefono ieri. Mi ha detto che ci sono molte opzioni sul tavolo, ma non è quella che preferisce. In effetti, è tutto un gioco di poker per far pagare il governo neozelandese, il che spiega perché il Team New Zealand, che sta perdendo Emirates come sponsor, minaccia di tenere la Coppa all’estero.




L’esito più probabile – continua il maestro di cerimonie – è una Coppa America post Covid organizzata rapidamente nel novembre 2022, qui ad Auckland, con le squadre attuali, in modo che non vengano smontate. Questo è anche il motivo per cui i neozelandesi hanno parlato così presto di inasprire la regola della nazionalità. Vogliono evitare uno stratagemma come quello usato da Bertarelli e che li ha danneggiati tanto (il capo di Alinghi ha assunto molti membri dell’equipaggio neozelandese per la Coppa del 2003 – ndr)”.

L’ipotesi Coppa America nel 2022 e il sogno di Troublé di una competizione con 8 squadre

Troublé non si ferma qui e dichiara che sta cercando di far inserire una nuova regola nel protocollo che favorirebbe l’ingresso di nuovi team in così poco tempo. “Ora sto lottando duramente affinché le otto barche esistenti possano essere utilizzate dai nuovi team, il che significherebbe abolire la regola relativa al luogo di costruzione della barca, che a mio avviso ora non serve a nulla. Se lo facessimo, le barche potrebbero essere utilizzate da nuove squadre”. Quando gli chiedono se sa di nuovi team pronti a partecipare il maestro di cerimonie non si sbilancia: “È difficile dirlo con certezza oggi. Quel che è certo è che accanto ai kiwi e agli inglesi continueranno gli italiani, così come gli americani. Posso immaginare che ci siano altri due o tre team e sogno di portare fino a otto le squadre“.

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