Repubbliche Marinare: un viaggio nella storia delle città italiane che rivoluzionarono la navigazione, le carte nautiche, il commercio nel Mediterraneo e i modelli economici
di Nicoletta Natoli
“L’Italia delle repubbliche marinare…riaprì all’Europa le vie del mondo”. Così parla delle repubbliche marinare l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, sottolineando l’importanza che queste ebbero nel riportare l’Europa al centro del mondo.
L’espressione repubbliche marinare si riferisce ad alcune città portuali italiane che dal Medioevo in poi beneficiarono di un’autonomia politica e di una prosperità economica, per merito delle loro attività marittime.
Convenzionalmente, le repubbliche marinare sono Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, e i loro stemmi compaiono dal 1947 sulle bandiere della Marina Militare e della Marina Mercantile. Tuttavia, nel corso dei secoli, il numero delle repubbliche marinare ha subito delle oscillazioni, comprendendo anche Ancona, Gaeta, Ragusa (l’odierna Dubrovnik) e la piccola Noli. In questo articolo vi portiamo alla scoperta delle odierne repubbliche marinare.
La definizione di repubbliche marinare e l’iniziale giudizio negativo
La definizione di repubbliche marinare e il concetto corrispondente furono espressi per la prima volta nel 1807 dallo storico svizzero Simondo Sismondi nella sua opera Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo.
Inizialmente, l’idea che esistessero delle repubbliche marinare non incontrò il favore della società dell’epoca. Queste, infatti, vennero viste come delle città impegnate a lottare tra loro per motivi di espansione commerciale, mentre i liberi comuni combattevano per difendere la loro libertà dai soprusi dell’Impero. Tale concetto negativo persistette fino all’Unità d’Italia, e questa storia di lotte tra le repubbliche marinare si contrapponeva nettamente allo spirito del Risorgimento.
Nei primi anni dopo l’unificazione, si alimentò un patriottismo che rivalutava le lotte per l’indipendenza, e quindi le città marittime italiane vennero celebrate per la loro operosità e la loro intraprendenza marinara. La definitiva consacrazione delle repubbliche marinare avvenne nel 1899, quando Camillo Manfroni, uno dei fondatori della Lega Navale Italiana, scrisse una storia della marina italiana, e ne identificò la fase più gloriosa con l’epoca delle repubbliche marinare. Fu così che il mito di queste città entrò in modo consolidato anche nella storia del XX secolo.
Le caratteristiche comuni delle quattro repubbliche marinare
Gli elementi che contraddistinguevano le repubbliche marinare erano:
- l’indipendenza
- un’autonomia politica ed economica basata sull’attività commerciale marittima e non sulla tipologia degli istituti di governo
- il possesso di una flotta navale
- l’essere delle città-stato
- la presenza di propri fondachi e consoli del mare nel loro porto e in quelli di città e Paesi stranieri
- l’utilizzo di un proprio codice legislativo marittimo
- un governo repubblicano
- l’uso di una moneta propria, valida in tutto il Mediterraneo
- l’aver partecipato alle Crociate e/o alla repressione della pirateria.
Importanza delle repubbliche marinare
Le repubbliche marinare ebbero un ruolo cruciale nella riattivazione dei contatti tra l’Africa, l’Europa e l’Asia, che si erano interrotti dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C.
Grazie alla loro espansione e alle loro innovazioni in campo mercantile e finanziario, si verificarono dei progressi considerevoli, di cui beneficiano ancora oggi l’economia, la nautica e le attività portuali.
La prima forma di capitalismo e le carte nautiche
Ad esempio, nacque la prima forma di capitalismo, si coniarono diverse monete, furono importate tantissime merci introvabili in Europa, si introdussero nuove pratiche di cambio e contabilità, che nel corso dei secoli si tradussero nello sviluppo della finanza internazionale e del diritto commerciale, e vi furono grossi avanzamenti tecnologici nella navigazione.
Tra questi ultimi spiccano la diffusione della bussola da parte degli amalfitani, e l’invenzione della galea grossa da parte dei veneziani. Anche la cartografia nautica ha un debito di riconoscenza con le repubbliche marinare, poiché le carte nautiche redatte nel XIV e nel XV secolo, a noi pervenute, furono scritte nelle scuole di Genova, Venezia e Ancona.
Le repubbliche marinare: Amalfi, Genova, Venezia e Pisa
E adesso passiamo in rassegna le quattro repubbliche marinare di Amalfi, Genova, Venezia e Pisa, analizzando storia, peculiarità e periodi di maggior splendore.
Amalfi
La sua posizione inaccessibile sulla scogliera le consentì di diventare la prima repubblica marinara italiana nel IX secolo.
Acquisì una notevole forza economica, grazie al fatto che i suoi mercanti sottrassero agli arabi il monopolio degli scambi commerciali nel Mediterraneo.
L’industria cartaria di Amalfi fu particolarmente fiorente ed ebbe un ruolo rilevante nella sua storia di repubblica marinara. Oggi è possibile ammirare delle testimonianze sull’importanza di questo manufatto all’interno del Museo della carta di Amalfi, inaugurato nel 1969.
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Altri luoghi di interesse dal punto di vista marittimo sono il Museo Civico, dove è possibile ammirare antichi strumenti nautici e oggetti della marineria medievale, e il Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi, che ospita la Tabula Amalphitana, un codice marittimo redatto nel 1400 che contiene le norme relative a tutti gli aspetti della navigazione.
Il porto di Amalfi ha un fondale di sabbia e fango, e si trova a brevissima distanza dal centro storico. È un approdo sicuro per i diportisti, ai quali mette a disposizione diversi servizi, ed è una delle strutture meglio attrezzate del golfo salernitano.
Genova
Chiamata anche la Dominante dei mari, Genova è stata una delle più grandi potenze commerciali del Mar Mediterraneo e del Mar Nero nel Basso Medioevo, periodo compreso tra l’anno 1000 e il 1492, quando avvenne la scoperta dell’America per opera del suo illustre figlio Cristoforo Colombo.
La sua storia di repubblica marinara è indissolubilmente legata al suo dominio sulla riviera ligure, all’imponenza della sua flotta militare e mercantile, e al suo ruolo commerciale, che le permise di costruire un vero e proprio impero coloniale.
Genova è la capitale indiscussa del trasporto navale italiano, e il suo porto è il più grande e il più importante a livello nazionale. Movimenta merce di ogni tipo, e costruisce, ripara e demolisce navi.
Beneficia di una posizione strategica dal punto di vista economico e commerciale, e si estende su una superficie pari a sette milioni di metri quadri di spazi a terra e a cinque milioni di metri quadri di specchi d’acqua.
Venezia
Il basso Medioevo fece da cornice anche alla grande espansione marittima di Venezia, che si arricchì enormemente grazie al controllo degli scambi commerciali con l’Oriente.
Inoltre, estese la sua influenza nel Mar Adriatico, dove la sua flotta si alleò con i cittadini dell’Istria e della Dalmazia, salvandoli dalla minaccia dei pirati slavi che infestavano le acque.
La storia di Venezia come repubblica marinara affonda le sue radici nel periodo delle Crociate, tra il XII e il XIII secolo, quando questa si costituì come repubblica indipendente, guidata da un Doge eletto tra le 400 famiglie nobili locali. Chiamata “la Serenissima” perché era la più prospera delle repubbliche marinare e dominava con la sua flotta invincibile, nel corso dei secoli Venezia divenne una delle città più potenti, aristocratiche e stabili d’Europa.
Oggi il porto di Venezia è l’ottavo per volume di traffico commerciale in Italia, ed è uno dei principali scali del Mar Mediterraneo per quanto concerne il settore delle crociere. I suoi moli e le sue banchine occupano un vasto territorio, suddiviso in tre punti. Uno di questi è dedicato al traffico commerciale, un altro ospita le navi da crociera e le navi traghetto, e l’ultimo offre la possibilità di ormeggio ai grandi yacht privati e, saltuariamente, alle navi da crociera e alle unità militari.
Pisa
Pisa è l’unica repubblica marinara senza mare. Il porto è infatti dislocato a circa 16 miglia dalla città, ma essendo una città fluviale – è attraversata dall’Arno – ebbe un ruolo determinante come porto fluviale sin dai tempi dei romani. La storia di Pisa come repubblica marinara parte dall’XI secolo, periodo in cui accrebbe i suoi commerci nel Mar Mediterraneo, e sconfisse più volte le navi saracene, anche per merito dell’alleanza con il nascente Regno di Sicilia.
Durante le Crociate, la repubblica marinara toscana conquistò dei diritti commerciali, che aumentarono il suo potere economico e politico, e le permisero di collocare svariati fondachi in Terrasanta. Raggiunse il suo massimo splendore tra il XII e il XIII secolo, quando la sua flotta controllava il Mediterraneo occidentale, ma il suo declino iniziò nel momento in cui la sua perenne rivale Genova le strappò la Corsica, uno dei suoi domini nel Mar Tirreno da lei controllato.
Facilmente accessibile per i diportisti e dotato di 354 posti barca, il porto di Pisa dista 10 minuti dalla città, ed è immerso nel verde del Parco di Migliarino San Rossore – Massaciuccoli, che regala la vista sugli unici impianti dunari della Toscana. Grazie a questa infrastruttura, la città della torre pendente ha riconquistato il suo accesso al mare, e ha fatto rifiorire la sua tradizione di repubblica marinara.
Per chiudere il nostro viaggio tra le repubbliche marinare ci piace sottolineare che queste città non avrebbero potuto raggiungere il loro splendore senza l’operosità, l’intraprendenza, il coraggio, la voglia di libertà e il desiderio di scoperta di semplici marinai, navigatori e commercianti, che hanno imparato dal mare a non darsi mai per vinti.
Giornalista professionista, editor e direttore responsabile di NonsoloNautica.it. Ama il mare in tutte le stagioni e ne respira il suo profumo a pieni polmoni.