Gasolio a oltre il 60% rispetto a un anno fa: è questa la situazione con la quale le imprese del settore della pesca si confrontano quotidianamente da ormai troppe settimane. Un’emergenza che sta colpendo tutti i principali settori dell’economia ma che per la pesca rischia di avere effetti devastanti e definitivi.
Gasolio sempre più caro, l’allarme per la pesca
E’ questo il grido d’allarme lanciato dalla Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca (Federpesca): “Il gasolio rappresenta infatti più della metà dei costi che le imprese ittiche devono sostenere quotidianamente”.
“E’ chiaro come l’attuale situazione renda impossibile garantire la sostenibilità delle imprese con evidenti ricadute su produzione e occupazione”, si legge in una nota.
“L’aumento dei costi del carburante, unito alla riduzione delle giornate di pesca che si avranno nel corso del 2022 e al protrarsi della pandemia, che continua ad avere importanti ricadute sui settori della ristorazione e dei canali ho.re.ca, sta mettendo il settore davvero in ginocchio”.
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“Per la maggior parte delle barche è diventato sconveniente andare in mare, con inevitabili ricadute sull’occupazione e sull’approvvigionamento di prodotti ittici per il nostro Paese. Una situazione per la quale chiediamo un impegno forte al Governo, con la previsione nei provvedimenti in discussione di misure in grado di mitigare gli impatti di questa crisi e tutelare redditi e occupazione. Se ciò non avverrà migliaia di imprese saranno costrette a interrompere la propria attività, favorendo oltretutto le importazioni di prodotti ittici stranieri sulle tavole degli italiani”.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.