Nautica

“Decreto agosto”, stop alla seconda rata Imu per gli stabilimenti balneari

"Decreto agosto", stop alla seconda rata Imu per gli stabilimenti balneari

Stop alla seconda rata Imu per gli stabilimenti balneari: lo stabilisce il “decreto agosto” per gli anni 2020, 2021 e 2022. La prima rata era già stata annullata dal “decreto rilancio” dello scorso maggio.

Il “decreto agosto” ha stabilito l’esenzione della seconda rata dell’Imu per gli stabilimenti balneari per gli anni 2020, 2021 e 2022. Dopo che il “decreto rilancio” lo scorso maggio aveva già cancellato la prima rata dell’imposta municipale, il nuovo provvedimento del governo introduce dunque un ulteriore agevolazione fiscale per le categorie più colpite dalle perdite economiche dovute alla pandemia del Covid-19, tra cui le imprese turistiche e quindi anche quelle balneari. L’esenzione è valida solo per i proprietari dei manufatti che gestiscono effettivamente le imprese, senza subaffittarle.

Niente rata Imu per gli stabilimenti balneari

Il testo del decreto prevede che svariate attività commerciali e produttive non debbano pagare la seconda rata dell’Imu 2020, la cui scadenza era prevista per il 16 dicembre. Nello specifico, l’agevolazione vale per le seguenti categorie: immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali; immobili degli stabilimenti termali; immobili rientranti nella categoria catastale D/2 e relative pertinenze, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate; immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni; immobili rientranti nella categoria catastale D/3 destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate; immobili destinati a discoteche, sale da ballo, nightclub e simili, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.

Come specifica l’articolo 78 del provvedimento, le aziende dei settori turismo e spettacolo non dovranno pagare l’Imu solo a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.

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L’esenzione della seconda rata dell’Imu stabilita dal “decreto agosto” non vale solo per il 2020, ma anche per il 2021 e il 2022. Dunque, le categorie economiche danneggiate dalla pandemia possono contare su un’importante agevolazione almeno per i prossimi due anni. Inoltre, il decreto del governo ha aumentato a 85,95 milioni di euro per il 2020 e a 9,2 milioni di euro per il 2021 la quota di ristoro per compensare le minori entrate che le amministrazioni comunali faranno registrare in seguito alla cancellazione della seconda rata dell’Imu.

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