Luna Rossa inizia l’assalto all’America’s Cup 2024 con il suo Prototype, varato poco più di due settimane fa.
Il prototipo, ideato, progettato e costruito a Cagliari, ha implicato un intero ripensamento della base, che da ora ospita nuove aree per la laminazione del carbonio, i forni e altri spazi che la rendono più funzionale alle attività di ogni dipartimento.
Luna Rossa verso l’America’s Cup 2024: il dietro le quinte
La scelta di realizzare l’imbarcazione “in house” deriva anche dal rafforzamento del team, mediante l’arrivo di nuove risorse nei reparti di progettazione e shore team, tra cui esperti boat builder e laminatori.
“Questa barca ci permette di fare sviluppo e, quindi, delineare quelli che saranno gli aspetti fondamentali e le linee dell’AC75, ma anche di partire da subito con la marcia giusta: avere uno scafo nuovo da ottimizzare dà una forte carica fisica e mentale a tutto il team”, ha spiegato Max Sirena il team director. “Oltre a potenziare le prestazioni, il prototipo servirà per incrementare lo sviluppo aerodinamico e idrodinamico e tutti i sistemi. Che cosa cambia con il Programma Recon, che “legalizza” lo spionaggio? È vero che oggi lo spionaggio è stato istituzionalizzato», risponde «ma, di fatto, cambia poco: anche in passato avevamo le spie attorno agli scafi; il fatto è che copiare non è semplice come si crede. Il grosso del lavoro oggi è sui sistemi di controllo e sui software e ciò che non si vede (nascosto o interno alla barca) è di gran lunga più importante di quello che è sotto gli occhi di tutti”.
Una deriva con queste forme rivoluzionarie è impossibile da nascondere, ma fotografarla non è sufficiente per copiarla: occorre, infatti, capire come settarla, movimentarla, controllarla. Riprodurla senza capirne i complessi meccanismi che sono al suo interno risulta molto difficile.
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“Pensiamo alla configurazione con doppio timoniere che avevamo adottato nella scorsa Coppa”, ha continuato Sirena. “All’inizio è stata criticata, poi hanno capito che funzionava e hanno cercato di imitarci, ma non è andata bene: sviluppare in qualche giorno gli automatismi, i ritmi e la sincronizzazione che noi abbiamo impiegato mesi per mettere a punto, infatti, non era possibile. Anche se non ci saranno i ciclisti, i ragazzi addetti a “sgambettare” saliranno a bordo per prendere confidenza con la barca e le velocità; in generale, l’equipaggio ruoterà e daremo a tutti la possibilità di confrontarsi con questo mezzo, anche per dare continuità al programma sportivo, dato che qualcuno si assenterà per prepararsi alle Olimpiadi o per partecipare a qualche circuito esterno. Nessuno è al momento confermato perché, come ripeto spesso, alla fine è la barca che sceglie il suo equipaggio e non il contrario”.
Laureando in Storia e Politica internazionale e aspirante giornalista. Sono molto sensibile alle tematiche ambientali e alla ecosostenibilità, oltre ad amare le lunghe passeggiate al mare il mattino presto.