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Sergio Davì, i numeri della traversata tra i due oceani

sergio davì

Lo scorso 23 maggio, il velista palermitano Sergio Davì ha portato a termine la sua impresa, con dieci mila miglia di navigazione, a bordo del Nuova Jolly Prince 38 CC, culminate con l’approdo finale nel porto di San Pedro di Los Angeles. Dopo essere partito il 15 dicembre 2021 dal Marina Arenella di Palermo, Davì ha impiegato ben 519 ore e 32 minuti di navigazione per giungere nella West Coast e concludere in bellezza l’Ocean to Ocean RIB Adventures. Anche questa volta, partner imprescindibile è stato Suzuki, che ha fornito i due fuoribordo Suzuki DF300B che hanno motorizzato il RIB messo a disposizione da Nuova Jolly per la traversata tra i due oceani.




Un po’ di numeri sulla Ocean to Ocean RIB Adventure

Per affrontare questa impresa, l’esperto navigatore ha diviso il viaggio in tappe, necessarie per fare rifornimento, rifocillarsi, riposare ed effettuare i tagliandi ai motori. Al termine della prima tappa, culminata con l’arrivo all’isola di Maiorca, dopo quasi 500 miglia percorse, c’era ad aspettare Davì il proprietario del Marina Cala d’Or, Yann Crul, ma non è stato questo l’unico ospite d’onore con cui Sergio Davì ha condiviso il gommone in alcune tratte: ci sono stati, per esempio, Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, Teo e Antonio Aiello proprietari della Nuova Jolly, Stefano Germani.

Da Palermo a Los Angeles, ventuno le tappe totali, tredici delle quali hanno previsto navigazione notturna. La tappa più breve è stata quella di 49,5 miglia, tra Fuerte Sherman e Panama, mentre la più lunga è stata quella tra Mindelo e Kourou, con 1.770 miglia ininterrotte in 6 giorni di oceano senza sosta. “I motori sono sempre stati accesi; non li ho mai spenti durante la navigazione e soprattutto durante la traversata atlantica durata 6 giorni da Capo Verde alla Guyana Francese”, ha dichiarato Sergio Davì, spiegando come i due fuoribordo non abbiano mai perso un colpo, grazie anche ai cinque tagliandi effettuati nel viaggio.




A più riprese è emersa tutta l’abilità di navigatore palermitano, in un raid che risulta essere il più lungo da lui affrontato: è stato necessario gestire al meglio il gommone e i motori nelle condizioni meteo più diverse: “Sicuramente il tratto più veloce e che mi ha anche stupito, è stato dalle Isole Canarie a Capo Verde, cioè nella tappa Gran Canaria-Mindelo”, ha spiegato Davì, “quando, malgrado avessi il gommone molto carico di carburante per poter affrontare le quasi 900 miglia nautiche, sono riuscito a mantenere una buonissima media. Come tratto più lento e forse uno dei più impegnativi, invece, ricordo quello da San Carlos a Ensenada, lungo le coste della California, quando un fortissimo mare di prua mi ha accompagnato per tutta la navigazione.”

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Le caratteristiche dei motori usati da Sergio Davì

I due Suzuki DF300B sono gli unici nella loro fascia di potenza a essere dotati di un sistema di propulsione a eliche controrotanti, una distinzione tecnica capace di fare la differenza in termini di efficienza e di prestazioni. Ed è proprio questa tecnologia Ultimate che ha indotto Sergio Davì a scegliere i Suzuki DF300B quali partner di un’avventura così lunga e complessa.

Il DF300B si basa sul blocco motore sei cilindri da 4,4 litri, lo stesso del DF350A, che ne fa l’unità termica di maggior cubatura fra i V6 da 300 HP oggi presenti sul mercato. Proprio in virtù della sua cilindrata, offre valori di coppia da primo della classe e, grazie al rapporto di compressione di 10,5:1, anche grande affidabilità e un notevole risparmio di carburante. Altra fiche tecnica da sottolineare, che rafforza l’unicità del Suzuki DF300B, è data dal sistema di aspirazione di cui è dotato, anche in questo caso soluzione mutuata dal più grande DF350A.

Per poter sfruttare al meglio le potenzialità della meccanica, è stato infatti creato un efficace sistema di filtraggio dell’aria immessa dalla calandra e poi trasferita attraverso condotti fino al collettore d’aspirazione. Il Dual Louver System – incorpora nella calandra un doppio filtro composto da lame, ciascuna progettata con una forma precisa, detta “dog-leg”, a zampa di cane, che aiuta a rimuovere impurità dall’aria aspirata e impedisce che l’umidità sia assorbita nella calandra anche sotto forma di finissimo spray – e il Direct Intake System di Suzuki – condotti di aspirazione di nuova concezione e forma – non solo riescono a togliere umidità dall’aria aspirata, ma portano ad abbassare la temperatura dell’aria, rendendola più densa e migliorandone le doti come comburente.

Suzuki è stata poi in grado di migliorare l’efficienza nell’utilizzo del carburante. Il combustibile iniettato nei cilindri, infatti, ha anche il compito di raffreddare il cilindro. Per ottenere la massima efficienza è necessario pertanto iniettare il 100% della benzina nell’istante corretto e con un determinato angolo nella camera di combustione. Per raggiungere lo scopo Suzuki ha sviluppato un sistema d’immissione del carburante ancora più preciso e puntuale, il Dual Injector, basato sulla tecnologia a doppio iniettore; utilizzando due iniettori più piccoli in luogo dei tradizionali, si arriva a raggiungere la precisione necessaria e una migliore vaporizzazione.

La media dei consumi registrata a fine raid, dopo aver navigato per 9.202 miglia, 1,7 litri per miglio a motore, è un risultato che può essere considerato straordinario, in virtù sia della condizione di pieno carico del RIB durante le varie tappe sia per le condizioni meteo che hanno accompagnato Davì, spesso tutt’altro che ideali.




Un’ultima importante peculiarità di questo motore, che ha agevolato Davì nel portare a termine il suo Ocean To Ocean RIB Adventure, è il sistema d’iniezione di cui sono dotati i Suzuki DF300B. Gestito elettronicamente, è in grado di riconoscere il tipo di carburante utilizzato, il numero di ottani, autoregolando tutti i parametri per garantire una combustione sempre efficiente anche con benzina da 91 RON (benzina normale), oltre che da 95 RON (benzina super) e da 98 RON (benzina super plus). Ciò significa che ovunque Davì abbia fatto rifornimento, in qualsiasi distributore di qualsiasi parte del mondo, qualsiasi benzina abbia erogato, il DF300B ha sempre funzionato perfettamente, senza cali nelle performance.

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Sergio Davì per l’ambiente

Suzuki è stata al fianco di Sergio Davì per sostenere e divulgare la cultura della protezione e del rispetto per l’ambiente. Ad avvalorare questi aspetti l’impresa del navigatore palermitano è stata sugellata da collaborazioni scientifiche con l’IZS Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e Sicilia e l’ATeN Center dell’Università degli Studi di Palermo, con lo scopo di condurre ricerche sulla relazione tra impatto antropico e salute dell’ecosistema marino, misurando la presenza nelle acque di microplastiche e metalli pesanti, e lo stato di benessere della fauna marina e terrestre tramite materiale video-fotografico che il capitano coraggioso ha raccolto durante tutto l’itinerario.

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