Sembra un sogno, ma Jozeph Forakis sta facendo di tutto affinché diventi realtà. Stiamo parlando di Pegasus 88m, uno yacht quasi invisibile e del tutto autosufficiente con una navigazione a zero emissioni.
Come se non bastasse, il progetto dovrebbe essere stampato in 3D. Nonostante sia ancora un concept, Pegasus 88m vuole diventare il primo superyacht al mondo a venire realizzato con questa tecnologia e ad essere equipaggiato con una propulsione ibrida solare-elettrica a idrogeno. Queste caratteristiche dovrebbero conferire allo yacht un’autonomia pressoché infinita, ovviamente meteo permettendo.
Mimetizzarsi nell’ambiente
La stampa 3D è ormai molto diffusa, ma facciamo sicuramente molta fatica a pensare di applicarla ad una barca di 88 metri. A questa idea rivoluzionaria se ne aggiungono così altre tre: il design quasi invisibile, la propulsione e l’albero della vita. Ovviamente non può essere del tutto invisibile, ma il design esterno permette a Pegasus 88m di camuffarsi perfettamente con l’ambiente riducendo così il suo impatto visivo. I volumi rievocano le forme e i movimenti delle nuvole e, realizzati in materiale riflettente, assumono i toni e i giochi di luce dell’ambiente in cui si trovano. Anche lo scafo partecipa a questo gioco di specchi, apparendo slanciato ma pur sempre basso sull’acqua.
L’albero della vita e la propulsione di Pegasus 88m
L’albero della vita è il centro delle aree interne ed è un tributo agli equilibri della natura. Questo si sviluppa in verticale su quattro livelli e altrettanti ponti, ed è un apparato di coltivazione idroponica. Semplificando, al suo interno è presente un intero sistema di piante che non solo rifornisce la cambusa, ma purifica anche l’aria nel superyacht. Una piccola foresta controllata che, oltre a soddisfare i bisogni appena citati, crea un’atmosfera incredibile a bordo.
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Nell’intenzione di rendere la barca carbon neutral, Pegasus 88m sarà alimentato da una propulsione ibrida spinta completamente da energie recuperate a bordo.
Rimanendo fedeli al concept, il sistema di pannelli solari produrrà energia a sufficienza per desalinizzare, demonizzare ed elettrolizzare l’acqua in mare. In questo modo si potrà estrarre idrogeno dall’acqua di mare, per poi stoccarlo in serbatoi ad alta pressione. Così sarà possibile utilizzare le fuel cell a bordo per convertire l’idrogeno in elettricità, alimentando l’intero sistema di batterie agli ioni di litio presenti a bordo, soddisfacendo anche l’intero fabbisogno elettrico.
Laureando in Storia e Politica internazionale e aspirante giornalista. Sono molto sensibile alle tematiche ambientali e alla ecosostenibilità, oltre ad amare le lunghe passeggiate al mare il mattino presto.