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Team New Zealand vara il secondo AC40 e pensa allo sviluppo dell’AC75

new zealand secondo ac40

Battesimo dell’acqua per il secondo AC40 di Team New Zealand, che ha varato la barca nel corso di una cerimonia ad Auckland.

L’imbarcazione chiamata Te Kākahi, che in lingua Maori significa Orca, ha già navigato insieme al primo AC40 dei campioni in carica dell’America’s Cup, che hanno apportato così ulteriori aggiornamenti in termini di equipaggio, pratica di match race e progettazione.




L’importanza del secondo AC40 per Team New Zealand

E proprio quel lavoro di progettazione raggiunge ora uno snodo fondamentale per la costruzione dello scafo dell’AC75 che navigherà nelle acque di Barcellona. La sua realizzazione è imminente e richiederà all’incirca 75.000 ore di lavoro.

“Stiamo lavorando molto duramente sull’ottimizzazione dello scafo per l’idrodinamica e il decollo”, ha spiegato Dan Bernasconi, capo del design di Team New Zealand alla testata neozelandese Stuff, ammettendo di essere vicini a finalizzare la scelta cruciale che influenzerà tutta la loro campagna. “La forma dello scafo dell’AC75 è solo la prima decisione principale, un sacco di progetti derivano da quella scelta iniziale.” Tra questi rientrano il layout del ponte, il modo in cui l’equipaggio, di cui ora fanno parte anche i cyclors  che forniranno la potenza, dovrà disporsi, il loro impatto sull’aerodinamica, così come il design dell’albero e delle vele. “Ci sono molte cose che interagiscono. La forma dello scafo è la prima grande pietra miliare e poi ogni settimana da quel momento in poi abbiamo un programma di decisioni progettuali che devono essere prese, che dureranno da ora fino al varo della nostra barca da regata”.

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Te Kākahi e la sua barca sorella saranno determinanti per lo sviluppo dell’AC75, in particolare modo per aspetti cruciali come lamine, timoni e vele. La maggior parte delle decisioni a livello progettuale vengono prese grazie alla simulazione, ma Bernasconi ha spiegato come la navigazione sia stata determinante per la loro convalidazione. “Soprattutto quando hai due barche, ti permette di analizzare diverse modalità di navigazione o diverse configurazioni con vele e foil. Sono cose un po’ più difficili da determinare nella simulazione”.

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