Azimut Seadeck si presenta con un obiettivo ambizioso se non impossibile che, come riportato da Giovanna Vitelli, Presidente del Gruppo Azimut-Benetti, mira a creare “una nuova gamma di imbarcazioni capaci di ridurre le immissioni di CO2 del 40% nel loro normale utilizzo durante le crociere dei loro armatori”.
Il cantiere parla di gamma, non riferendosi quindi a megayacht destinati ad armatori senza limiti di budget, ma a barche da realizzare in serie anche in ottica di sostenibilità e di propulsione alternativa. Le barche in questione, i Seadeck 6, 7 e 8 saranno lunghi dai 18 ai 24 metri e rientreranno comunque nella categoria degli yacht di lusso.
La nuova frontiera di Azimut Seadeck
Per raggiungere questo obiettivo incredibile, Azimut ha lavorato su tre fronti: propulsioni, materiali e disegno delle carene. “Tante singole aree di lavoro che nel complesso rendono possibile questa transizione – ha raccontato Federico Lantero, Head of Product Design di Azimut Yachts, in occasione della presentazione di Seadeck. “Per contenere il peso utilizzeremo carbonio su ben il 40% delle superfici delle barche. L’obiettivo non è tanto raggiungere maggiori velocità, quanto piuttosto contenere i consumi. Questi, grazie, anche al nuovo disegno delle carene che consento di planare prima e l’utilizzo di propulsioni con i Pod IPS della Volvo Penta, scenderanno del 30% rispetto alle barche tradizionali”.
A bordo verranno installati anche pannelli solari, scambiatori che sfrutteranno il calore prodotto dai propulsori per riscaldare l’acqua destinata all’uso di bordo, climatizzatori a basso consumo e vetri con protezione UV che mirano a ridurre proprio la necessità di rinfrescare gli ambienti interni.
Degli accumulatori a ricarica veloce renderanno i Seadeck autonomi per otto ore in rada all’ancora in “hotel-mode”. Per la costruzione verranno impiegati il sughero e il PET, che sostituiranno il legno di teak e il PVC per la coperta. E ancora, per gli arredi sono stati scelti tessuti ricavati da materie riciclato e tutto il legno utilizzato è certificato FSC, cioè di origine controllata, proveniente da foreste gestite i maniera responsabile.
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Complessivamente, questa nuova gamma in arrivo proietterà Azimut verso prospettive interessanti e futuristiche. Un sottile labile, quello tra scienza e fantascienza, che il cantiere ha deciso di cavalcare alla ricerca della sostenibilità. Un gioco di incastri che, al momento, sembra aver dato esito positivo.
Laureando in Storia e Politica internazionale e aspirante giornalista. Sono molto sensibile alle tematiche ambientali e alla ecosostenibilità, oltre ad amare le lunghe passeggiate al mare il mattino presto.