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SailGp, bloccati gli allenamenti. Russell Coutts: “A rischio la tappa delle Bermuda”

sail gp a rischio saltano gli allenamenti, parla coutts

A rischio la prima tappa del SailGp delle Bermuda del 24 e 25 aprile. Lo ha detto Sir Russell Coutts, chief executive della competizione, interpellato dalla Royal Gazzette, dopo che il Governo delle isole ha imposto il lockdown per una settimana e ha bloccato tutte le operazioni nelle strutture di regata a Cross Island. Con questo provvedimento, i team non possono tenere gli allenamenti.

Il dialogo tra le parti continua e il Governo ha chiesto all’organizzazione ulteriori informazioni. L’esecutivo dovrà adesso valutare se i protocolli e le rassicurazioni ottenute dalla struttura del SailGp siano sufficienti a far ripartire le attività di allenamento e i lavori sugli scafi in vista delle sfide. I problemi dei team sono due, il primo riguarda il poco tempo passato finora in acqua.




“Innanzitutto – ha spiegato Coutts – gli F50 sono barche altamente tecniche. Quando abbiamo chiuso le operazioni dopo febbraio 2020, poiché sapevamo che non saremmo stati operativi per il resto dell’anno, abbiamo apportato modifiche piuttosto significative ai sistemi di controllo e all’elettronica e così via. Quindi i team non hanno ancora testato a sufficienza queste barche. Infatti solo tre dei team hanno navigato con questi scafi alle Bermuda, e solo per un numero molto limitato di giorni. Quindi, essendo barche così complesse e andando a questo tipo di velocità, dobbiamo davvero cercare di trascorrere ore in acqua per assicurarci che i trimarani siano affidabili e che i sistemi funzionino come sono stati progettati per essere”.

Neozelandesi a rischio: zero allenamenti e barca ancora incompleta per il SailGp

L’altro problema riguarda alcuni team, che hanno spedito alle Bermuda le barche non ancora finite, con l’intento di completare il lavoro in loco. Tra queste c’è quella neozelandese del vincitore della Coppa America Peter Burling. “La barca neozelandese è arrivata alle Bermuda incompiuta – ha spiegato Coutts – perché ci vuole molto tempo per costruire questi scafi. E con l’attuale interruzione del programma di spedizione, abbiamo pensato che fosse più sicuro portare la barca alle Bermuda e finirla qui, piuttosto che rischiare di finirla in Nuova Zelanda e di avere la spedizione ritardata dal Covid. Il problema è che se blocchiamo il nostro personale per una settimana o anche pochi giorni, quasi certamente non riusciremo a finire quella barca in tempo per le regate nell’evento”.




Un’altra preoccupazione è il maltempo. Nel caso di venti forti, anche se il Governo autorizzasse gli allenamenti, questi non potrebbero comunque tenersi. Coutts ci crede ancora ma al tempo stesso non esclude che la tappa delle Bermuda possa saltare: “Con tutti questi ritardi, è una corsa contro il tempo. Possiamo ancora farcela, ma sicuramente non possiamo permetterci di perdere altri giorni in termini di programma di navigazione. Nel peggiore dei casi, se perdessimo troppi giorni non saremmo in grado di tenere l’evento in sicurezza e dovremmo annullarlo, cosa che ovviamente nessuno di noi vorrebbe fare”.

 

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