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Pesca all’orata: tecniche, esche e montature per la cattura

pesca all'orata 1

La pesca all’orata è una delle più difficili: questa preda diffidente e forte, oltre ad essere tra le più ambite per i pescatori sportivi, è anche tra le più ostiche da catturare. Bisogna conoscere luoghi e fondali, utilizzare esche differenti a seconda dell’ambiente, ma anche l’attrezzatura varia per ogni tipo di battuta di pesca all’orata.

Sembra difficile pescare l’orata, ma con le giuste dritte non è poi così impossibile. Cerchiamo di analizzare le caratteristiche di questo pesce, il suo habitat e tutto quello che può servire agli amanti della pesca per insediarlo.

L’orata, la regina dei pesci magri che fa gola ai pescatori

pesca all'orataConsiderata la regina dei pesci magri, come la spigola, le acciughe, il merluzzo, il rombo e il luccio, l’orata è una ricca fonte di proteine di alto valore biologico, vale a dire con un alto contenuto di aminoacidi essenziali, oltre a grassi per lo più polinsaturi e monoinsaturi.

L’apporto di colesterolo è molto ridotto, appena 65 mg ogni 100 g, difatti è un alimento consigliato sia nelle diete ipocaloriche, sia per chi soffre di malattie di natura dismetabolica come dislipidemia, diabete ed obesità.




Un pesce pregiato, quindi, ecco perché la pesca all’orata è tra le preferite dai pescatori. Le calorie di questa specie sono ridotte: si parla di 135 calorie ogni 100 grammi. Per quanto riguarda i micronutrienti, l’orata può essere considerata un’ottima fonte di sali minerali quali fosforo, ferro e calcio, e di vitamine del gruppo B come riboflavina, niacina e tiamina.

Il consumo dell’orata è altamente raccomandato ai bambini e agli adolescenti per la crescita, ma anche agli anziani per prevenire l’arteriosclerosi, ai convalescenti per una rapida guarigione e a coloro che soffrono di patologie al fegato.

Pesca all’orata, dove si può catturare

Dove si può pescare l’orata? Bisogna ricordare che è un pesce che frequenta sia fondali duri che sabbiosi, essenzialmente costiero, che vive in mare nelle praterie litorali fino a una profondità che in genere non supera i 30 metri, e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa.




L’orata è particolarmente diffusa al confine fra i due substrati. Inoltre, gli esemplari più grossi conducono una vita solitaria. I piccoli gruppi degli esemplari giovani si sfoltiscono con l’aumento della taglia. È una specie molto eurialina, ovvero sopporta le variazioni di salsedine. Infatti le orate possono frequentare lagune ed estuari. Le orate sono estremamente sensibili alle basse temperature ed è molto comune nei mari italiani.

L’orata, il cui nome scientifico è Sparus aurata, è un pesce di tipo osseo molto diffuso nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico occidentale, generalmente stanziato lungo le coste, ma anche nelle aree lagunari in prossimità delle foci dei fiumi.

Caratteristiche dell’orata

Considerato di medie dimensioni, l’orata è un pesce che raramente supera i 40 centimetri e con un peso medio in età adulta di 400 grammi. Ma ci sono esemplari che possono superare anche il chilo ed i pescatori dei mari italiani lo sanno bene.

Il suo nome deriva dalla sua tipica linea dorata situata fra gli occhi. Si riconosce inoltre per il suo corpo ovale compresso e leggermente allungato, per la bocca piccola, dotata di denti aguzzi, il muso tozzo e gli occhi grandi. Anche i fianchi sono dorati, mentre il ventre è argenteo e il dorso azzurrognolo.

Si tratta di un pesce pregiato dalle carni magre e saporite, straordinario dal punto di vista nutrizionale. Grazie al suo gusto delicato, questo pesce si presta facilmente alla preparazione di diversi piatti: eccellente alla griglia, ottimo al forno.

Come si pesca l’orata? Ecco le esche

Le esche migliori per la pesca all’orata vanno dai vermi di mare ai molluschi. Questo pesce infatti ama un po’ tutti i vermi da mare, ma anche il cannolicchio ed il bibi. Anche se va detto subito che l’esca principe per l’orata è sicuramente la cozza.

Essendo un pesce dal carattere diffidente, è molto importante l’innesco e la tipologia di esca che metteremo all’amo: per pescare l’orata di solito viene utilizzato il granchio, anche se sarde e sardine sembrano più indicate come esche, perché riescono a resistere maggiormente agli attacchi.




C’è chi usa come esca la sardina congelata perché si presenta leggermente più morbida di quelle comprate fresche in pescheria. Il fatto che siano morbide, induce l’orata ad abboccare più facilmente.

Per innescare la sardina per la pesca all’orata bisogna privare della testa l’esca e inserire l’amo nel suo corpo, collocando il 51-80 nella sua parte più carnosa ed effettuando anche un nodo nella parte inferiore (la coda).

Altra tecnica: pesca all’orata con la cozza

La cozza, insieme al cannolicchio, è considerata una delle migliori esche per la pesca all’orata, essendo un mollusco particolarmente gustoso che si trova in quegli ambienti a metà tra sabbia e scogli che questi pesci prediligono frequentare.

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Reperibili facilmente e a basso prezzo sul mercato, le cozze sono infatti gli alimenti base delle orate nelle zone portualisia all’interno dei porti che nelle vicinanze. Si può innescare intera e sgusciata, spesso viene sgusciata e messa sotto sale per renderla più resistente al lancio. Si utilizza con successo nei fondali rocciosi o all’interno dei porti, dove è presente naturalmente lungo le banchine.




La cozza va posta sull’amo senza il suo guscio. Per insidiare le orate più grandi,  è necessario preparare un grande boccone sull’amo, in modo tale che quelle più piccole non riescano ad ingoiare il grande boccone. Ma le esche per orate sono tante e vanno dai vermi ai crostacei, passano per i molluschi, senza dimenticare quelle artificiali.

Ecco in definitiva le migliori esche per la pesca all’orata:

  • Vermi marini (bibi, coreano, arenicola)
  • Bigattino (pesca all’orata in notturna)
  • Sarde o sardine
  • Crostacei (gamberetti, granchio vivo)
  • Molluschi (cozza sgusciata o intera)
  • Esche siliconiche per lo spinning all’orata (a forma di gambaretti o di piccoli pesci)

Pesca all’orata a fondo e dagli scogli

Generalmente la pesca all’orata è una pesca a fondo, e va fatta con canne da surfcasting (cioè per le spiagge, come vedremo dopo) o beach-ledgering (cioè per il porto), con potenze di lancio che possono variare dai 60 ai 150-180 grammi in base al posto dove peschiamo.

La montatura per pescare l’orata a fondo: si può usare un minitrave di 30-35 cm al centro del quale bloccheremo una micro-girella alla quale sarà collegato il terminale lungo anche più di 2 metri. Il diametro del terminale non dovrà superare lo 0.18-0.10 in notturna, mentre di giorno sarà necessario spingersi su finali dello 0.14-0.16. L’orata è estremamente sospettosa e spesso lo spessore del terminale può fare la differenza. E’ consigliabile usare ami robusti, dimensionati in base all’esca, perché l’orata è dotata di durissime placche ossee dentro la bocca in grado di aprire gli ami.



Discorso a parte merita la pesca all’orata dagli scogli artificiali: le tecniche variano, perché non si pescherà sul fondo ma prevalentemente a mezz’acqua e, in secondo luogo, non molto lontano dalla scogliera stessa. In questo caso, bisogna ricordare che le orate sono attive a mezz’acqua e non molto distante dagli scogli. Saranno infatti presenti negli anfratti, alla ricerca di cibo o facili prede.

Pesca all’orata con canne bolognesi

L’utilizzo di canne bolognesi ad azione rigida aiuterà molto il pescatore in fase di recupero della preda, ma non si dovrà dimenticare il guadino perché gli esemplari da chilo non mancheranno. Il galleggiante, per quanto concerne la misurazione della profondità di pesca, sarà posizionato ad una profondità tale che l’esca rimarrà sospesa a mezz’acqua.

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La pasturazione dovrà, in questo caso, essere frequente ed a piccole dosi, proprio per non disperdere inutilmente il pesce. Non è necessario che i pellets siano preventivamente inumiditi, anzi il loro galleggiare a mezz’acqua sortirà gli effetti desiderati. Il lungo svolazzo, inoltre, farà fluttuar meglio l’esca secondo la tendenza della corrente, costituendo un irresistibile richiamo per spigole ed orate. Anche il gambero vivo darà i suoi frutti, specialmente se la pesca sarà indirizzata verso gli esemplari di spigole di grosse dimensioni, sempre in caccia anche nei mesi più freddi.

Pesca all’orata di notte

Durante la notte l’orata preferisce rimanere in prossimità dei porti e delle rive, il momento migliore per iniziare la pesca è quando sta per sorgere il sole: con le prime luci di solito il pesce si reca alla ricerca di cibo ed è sicuramente più semplice da pescare.




Sarebbe meglio durante questo lasso di tempo utilizzare delle esche in movimento e cercando di non fare rumori eccessivi che potrebbero mettere in allarme i pesci. L’esca migliore di notte, come al solito, è il bigattino, ma durante una sessione di pesca notturna può dare ottimi risultati anche l’utilizzo del gambero vivo (che fra l’altro è un’esca piuttosto economica). Anche la boga può andare bene per una sessione di pesca all’orata di notte.

Il periodo migliore per la pesca all’orata

I periodi migliori per la pesca all’orata risultano essere quelli estivo e autunnale, quando la temperatura dell’acqua è più elevata e i branchi di orate si avvicinano sensibilmente alla costa, spingendosi in molti casi quasi a terra.




Questa pesca non richiede l’uso di imbarcazioni particolarmente grandi o attrezzate, poiché si può svolgere anche a una distanza di 400/500 metri dalla riva e con una profondità spesso inferiore ai 5 metri. Anche gli orari più pescosi si sono dimostrati essere i più caldi e cioè dalle 10 della mattina fino alle 17,00 anche se non sono rare catture anche in altri momenti della giornata.

Pesca all’orata dalla spiaggia

Se si pesca l’orata dalla spiaggia, abbiamo bisogno di piombi ed altri attrezzi potenti per provare ad allungare la distanza del lancio. Le esche utili da usare sono gamberetti, granchi e vermi marini, ma anche le esche artificiali possono sostituire quella viva,  meglio se siano imitazioni di gamberetti.

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Detto questo per pescare l’orata in spiaggia fate attenzione al meteo, usate un piombo fisso ed una canna di almeno due metri; un segnalatore acustico può essere utile.

Come per la pesca dell’orata da scogliera o da porticciolo, bisogna attendere che il pesce resti attaccato all’amo: non bisogna riprendere subito la lenza ma aspettare dopo la prima abboccata, la mangiata di questo pesce è infatti molto particolare e può trarre in inganno.

Fate attenzione quando l’orata abbocca, una volta che ingoia l’esca è buona norma lasciare la bobina del mulinello aperta ed attendere che si porti via un po’ di monofilo prima di ferrare il pesce.

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1 commenti

Alessandro 25 Settembre, 2021 at 4:42 pm

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