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Dalla Coppa delle Cento Ghinee alla Coppa America, la nascita di un mito

coppa america

Con l’America’s Cup World Series e la Christmas Race dal 17 al 20 dicembre, che saranno trasmesse in chiaro da Rai 2 a partire dalle 2:50 del mattino, rivive la magia delle sfide della Coppa America. Una storia lunga decenni e che continua a emozionare appassionati e non da tutto il mondo. Ma ripercorriamo tutte le tappe di queste sfide tra le acque, con la storia dell’America’s Cup.

L’America’s Cup nasce nel lontano 1851, anno in cui si celebra l’Esposizione Mondiale di Londra. A quel tempo gli inglesi erano i signori indiscussi dei mari: la Gran Bretagna vantava un impero mondiale e la sua flotta militare e mercantile raggiungeva tutto il pianeta.




Ci volle quindi un bel coraggio e probabilmente una buona dose di sfacciataggine a John Stevens, fondatore del New York Yacht Club, per affrontare l’intero Royal Yacht Squadron di Cowes per una regata che avrebbe circumnavigato l’isola di Wight. Alla gara parteciparono 15 navi, di dimensioni molto variabili: l’America di John Stevens e 14 yacht inglesi.

Nella regata non ci fu storia: l’America batté le imbarcazioni inglesi con netto vantaggio. Leggenda narra che la regina Vittoria, dopo aver visto vincere gli americani, chiese a un suo attendente chi fosse il secondo. La risposta fu “Non c’è secondo, Sua Maestà”, da cui nacque il motto che per anni ha accompagnato l’America’s Cup: “Non c’è secondo”.

I primi anni della storia dell’America’s Cup e il predominio a stelle e strisce

John Stevens torna così negli Stati Uniti con la Coppa delle Cento Ghinee che ribattezza America’s Cup in onere della barca vincitrice e che dona (Deed of Gift) al New York Yacht Club, stabilendo che la Coppa America verrà messa in palio ogni volta che ci sarà uno sfidante (challanger) da cui il detentore del titolo (defender) dovrà difendersi.




Cominciarono così le sfide per accaparrarsi la Coppa America, con la prima regata svoltasi nel 1870, a cui seguirono diverse edizioni. Ma il risultato restava immutato, la coppa veniva sempre rivinta dagli americani e non lasciava gli Stati Uniti. In queste prime decadi va sicuramente citato sir Thomas Lipton, il re del tè, che sfidò ben cinque volte gli americani, senza ottenere l’America’s Cup. Tuttavia, da geniale uomo d’affari qual era, Lipton ne ebbe un enorme ritorno di immagine in termini di pubblicità.

L’ultimo anno a cui sir Lipton partecipò alla Coppa America, il 1930, è ricordato anche perché vide il debutto delle enormi barche J-Class che accompagnarono le regate fino al 1958, quando vennero introdotti i 12-Metre.

La nascita della Louis Vuitton Cup all’interno della Coppa America

coppa america velaIl crescente successo dell’America’s Cup e il prestigio delle regate fanno sì che il numero disfidanti cresca di edizione in edizione.

Così nel 1970 si decide di organizzare delle regate di selezione, il cui vincitore potrà poi sfidare il defender, ovvero il detentore della Coppa America.

Dal 1983, queste gare di selezione ottengono la sponsorizzazione della Louis Vuitton, diventando così la Louis Vuitton Cup.

Il 1983 vede due altri eventi importanti: la partecipazione della prima volta in assoluto di una barca Italiana, Azzurra, all’America’s Cup, evento che fece avvicinare il grande pubblico italiano a questa competizione; e la prima volta che gli Stati Uniti perdono il trofeo.

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Ad aggiudicarsi la Coppa America fu l’Australiano Alan Bond e il Royal Perth Club con lo scafo Australia II che vinse contro il defender Dennis Conner che gareggiava con la sua Liberty.




La Coppa America fu vinta al meglio di 7 sfide con un 4 a 3 che tenne tutti con il fiato sospeso fino alla fine. Conner riportò la Coppa America negli Stati Uniti nella successiva edizione e all’inizio degli anni ‘90 alcune regole vennero stabilite per gli scafi, per contenere le dispute anche legali che da sempre accompagnavano la storia della Coppa America. Il trofeo viene difeso dagli americani fino al 1995, quando il team neozelandese di Sir Michael Fay conquista prima la Luois Vuitton Cup e poi l’America’s Cup vincendo 5 a 0 con il suo NL-32 contro gli americani di Conner e la barca Young America.

Luna Rossa Challange e il sogno italiano

La storia dell’America’s Cup raggiunge uno dei suoi apici con l’edizione del 2000, considerata una delle più belle in assoluto, e impressa nella memoria di molti italiani incollati al televisore nelle ore più improbabili della notte, per seguire le sfide di Luna Rossa Challange. La barca italiana accende le notti insonni del Belpaese e vince la Louis Vuitton Cup contro AmericaOne in una gara su 9 sfide con un punteggio di 5 a 4. Luna Rossa Challange guadagna così il diritto a sfidare il defender Team New Zeland. Il sogno di portare la Coppa America in Italia si infrange però di fronte all’esperienza dei neozelandesi che vincono con un secco 5 a 0

La battaglia Team New Zeland-Alinghi e il ritorno degli americani

Le successive due edizioni della Coppa America vedono al centro della scena il Team New Zeland e il sindacato svizzero Alinghi, composto da ex componenti dello stesso team neozelandese. Entrambe le edizioni dell’America’s Cup vengono vinte dagli svizzeri che creano l’AC Management, un’organizzazione autonoma con il compito di stabilire regole per tutte le regate della Coppa America. Ciò non evita comunque una lunga battaglia legale, per la 33esima edizione della coppa, portata avanti dagli americani di BMW Oracle Racing che, non d’accordo con il protocollo, sfidano alla fine Alinghi con un trimarano di 90 piedi. Gli svizzeri rispondono con un catamarano delle stesse dimensioni, ma vengono sconfitti e la Coppa America ritorna negli Stati Uniti.

Da San Francisco ai giorni nostri

La 34esima edizione dell’America’s Cup si svolgerà nella baia di San Francisco, a bordo dei catamarani AC72. Sono barche dalla velocità impressionante che superano facilmente i 40 nodi. Per la prima volta nella sua storia, la Coppa America si trova di fronte a un problema di sicurezza. La forte velocità degli scafi, infatti, può essere un pericolo per i naviganti e in quella edizione perde la vita un membro di un equipaggio. Vengono così riviste le regole delle gare per evitare altri gravi incidenti.




La finale si svolge tra il vincitore della Louis Vuitton Cup, Emirates Team News Zeland, e il defender Oracle BMW Racing. Dopo una partenza di 8-1 per gli americani, contro ogni pronostico, i neozelandesi recuperano e arrivano a un 8 a 8 che farà decidere le sorti del trofeo nell’ultima gara. Ma la rimonta dei neozelandesi non basta: la Coppa America rimane negli Stati Uniti, grazie alla vittoria di Oracle. Gli statunitensi stabiliscono come terremo di gara per la prossima edizione le Bermuda. Il team Emirates New Zealand si presenta con un catamarano AC50 decisamente innovativo che si aggiudica la Louis Vuitton Cup prima e la America’s Cup dopo.

L’America’s Cup oggi, la storia continua

Arriviamo così all’edizione che partirà a breve, la 36esima, che si svolgerà nelle acque di Auckland in Nuova Zelanda. Le imbarcazioni saranno gli AC75, monoscafi con foil di 75 piedi lughi e 16 larghi. Prada sarà lo sponsor ufficiale e darà il nome alla coppa delle fasi selettive (che finora andavano sotto il nome di Louis Vuitton Cup). A sfidarsi saranno Emirates New Zealand, Luna Rossa Prada-Pirelli Team, New York Yatch Club American Magic e Ineos Team UK. Che dire? Non resta che goderci lo spettacolo dell’America’s Cup World Series e la Christmas Race dal 17 al 20 dicembre.

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