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Datteri di mare, pescatore denunciato a Barletta dalla Guardia Costiera

datteri di mare

Datteri di mare, i molluschi bivalve la cui pesca è vietata, finiscono sotto i riflettori delle cronache locali perché sequestrati dalle forze dell’ordine.

Quello che è accaduto a Barletta è solo uno dei tanti sequestri di questa specie  a forma di frutta esotica, da cui deriva il nome dattero di mare, apprezzato per il suo sapore prelibato e pescato illegalmente dai bracconieri del mare per i prezzi esorbitanti che vengono applicati sul mercato ittico clandestino.

Questo mollusco è persino più costoso delle vongole veraci: un chilo di datteri di mare può costare anche più di cento euro al chilo, ma procediamo per ordine.

Il blitz a Barletta: dattero di mare e riccio

Come dicevamo, il blitz a Barletta è solo uno delle tante operazione di contrasto alla raccolta e alla pesca del dattero. Ecco come sono andati i fatti: stava pescando illegalmente datteri di mare e ricci che con ogni probabilità sarebbero stati destinati al mercato ittico clandestino locale. Specie protette per cui vige il divieto di pesca assoluto (è il caso dei datteri) ed in alcuni determinati periodi dell’anno (come nel caso dei ricci di mare).

Per questo motivo il personale della Guardia Costiera di Barletta ha segnalato alla competente Autorità Giudiziaria, un pescatore di frodo che è stato bloccato mentre era intento nella attività di raccolta vietata delle specie ittiche.

Sono stati sequestrati gli attrezzi utilizzati per la pesca e circa 1600 esemplari di ricci, datteri di mare e altre specie protette, poi rigettati in mare. È stata inoltre elevata una sanzione amministrativa dell’importo massimo di 6000 euro.

Datteri di mare, in Italia pesca vietata dal 1998

datteri di mare 1I datteri marini, o datteri di mare (nome scientifico Lithophaga lithophaga), sono molluschi bivalve che vivono all’interno delle rocce calcaree o delle conchiglie e la cui crescita è particolarmente lenta: si calcola che raggiungano la lunghezza di 5 centimetri in circa 15-25 anni.

Rare e pregiate, le ricette per i datteri di mare sono le più svariate. Ecco come si mangiano: vengono cucinati per sughi con la pasta (pare siano particolarmente apprezzate con le linguine) oppure vengono degustate crude.



Ricordiamo che la pesca del dattero di mare è vietata dal 1998 in Italia e dal 2006 in tutta la Comunità Europea, ed in questi anni si sta cercando di allevarli per assicurarli alle tavole degli amanti di questo mollusco e porre un freno alla pesca illegale.

Esistono gli allevamenti di datteri di mare?

Il problema della pesca dei datteri di mare e della sua insostenibilità, non è quello dell’estinzione, in quanto questi animali vivono ancora in colonie che vivono attaccate nelle rocce immerse nel mare, anche se c’è da ricordare che il loro sviluppo è molto lento. Nel 2007, a Manfredonia, sono partiti degli studi sperimentali di coltivazione, dei modi per poter mangiare i datteri di mare senza intaccare l’ecosistema marino: un progetto di Federcoopesca-Confcooperative, sovvenzionato dalla Regione Puglia di allevamento dei datteri di Mare, seguito, negli anni, da altri progetti in varie zone dei nostri mari. Allo stato però non esiste ancora una produzione che non sia solo sperimentale, pertanto resta ancora in vigore la normativa del 1998.



Il problema è proprio il loro habitat, poiché vivendo all’interno delle rocce e che nel tempo scavano dei buchi sempre più grandi per insediarsi. L’unico modo per pescare i datteri di mare è distruggere la roccia, con varie tecniche invasive e distruttive, dal martello agli esplosivi. Anche per questo, il costo dei datteri di mare può oscillare dai 60 fino ai 100 euro al chilo. Inoltre, una volta pescati, i datteri di mare non possono essere rigettati in mare, come accade per i ricci: il dattero di mare sequestrato viene infatti distrutto, come potete vedere in questo video che vi stiamo presentando.

Ricci di mare, si possono pescare solo in alcuni periodi dell’anno

Anche il riccio di mare è una specie protetta. Dallo scorso 1 maggio e fino al 30 di giugno (periodo di fecondazione della specie) è in vigore il fermo biologico del riccio di mare (art. 4 del DM del 12 gennaio 1995). Nel periodo indicato, è fatto divieto di pescare, detenere, trasbordare, sbarcare, trasportare e commercializzare il riccio di mare in qualunque stadio di crescita.  Il prodotto sequestrato per un valore commerciale stimato di circa mille euro, rinvenuto ancora vivo è stato pertanto sottratto dalla disponibilità del proprietario e dal ciclo di distribuzione per essere rigettato in mare.

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Tale attività rientra nell’ambito della più vasta azione di prevenzione e di contrasto al fenomeno della pesca di frodo e della commercializzazione illecita di prodotti ittici nonché della tutela degli habitat marini, che
rientrano nei compiti istituzionali e nelle attribuzioni del Corpo delle Capitanerie di Porto.

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