Nautica Sport

Team New Zealand all’assalto di AC37 con il varo di Te Rehutai

te rehutai

Team New Zealand si appresta a difendere il titolo di due anni fa, conquistato ai danni di Luna Rossa nella finale di Auckland. A diciotto mesi da AC37 a Barcellona, i kiwi hanno varato, dopo il lavoro svolto a bordo dell’AC40, Te Rehutai, ovvero la barca che proverà a vincere di nuovo la Vecchia Brocca.

Il nome è lo stesso dello scafo che ha vinto nel 2022, il quale però è stato ampiamente modificato e migliorato.

Te Rehutai e il ritorno dei ciclisti

A bordo sono presenti le postazioni dedicate ai cyclors, grande ritorno nella competizione. A tal proposito, Peter Burling ha espresso tutta la sua soddisfazione: “È incredibilmente emozionante vederla tornare in acqua oggi, è una pietra miliare per il nostro programma e ovviamente ci sono stati dei cambiamenti piuttosto importanti nel regolamento dall’ultima edizione dell’America’s Cup. Oggi si è trattato di assicurarsi che tutte queste parti tornassero insieme e che fossimo pronti a tornare alla messa a punto“.




“Sono cambiate molte cose”, ha aggiunto il due volte campione di Coppa America. “Ovviamente non possiamo cambiare i foil, che sono identici a quelli con cui abbiamo corso l’America’s Cup, ma molte cose sul lato del sistema di controllo della barca sono state fatte per cercare di usare questa piattaforma come strumento di apprendimento ed è molto bello vederla tornare in acqua ora e avere di nuovo la nostra unità di potenza. Sarà una cosa davvero bella navigare finalmente nella configurazione con cui pensiamo di poter partecipare all’America’s Cup“.

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Simon van Velthooven, ciclista per Team New Zealand, ha inoltre aggiunto alcune informazioni importanti “Non è un segreto che la maggior parte, se non tutti, i team useranno la strada dei ciclisti. Ovviamente abbiamo un po’ d’esperienza con i ciclisti che hanno fatto la Coppa America alle Bermuda, ma ciò è stato sei anni fa, così abbiamo lavorato a stretto contatto con i progettisti per creare il sistema più efficiente possibile. Comunque, dicendo ciò, non cambia il fatto che a noi cyclor sarà ancora richiesto di spingerci ai limiti fisici ogni volta che saremo a bordo, ma sarà un piacevole cambiamento rispetto alle lunghe ore trascorse su una bici fissa in palestra ogni settimana”.

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