Diporto Nautica

STED, migliaia di lettere ai proprietari delle vecchie barche: ecco perché

sted barche

L’accelerazione dell’entrata a pieno regime dello STED passa anche attraverso le migliaia di lettere recapitate in queste ore ai proprietari di vecchie barche da Uffici Marittimi e Motorizzazione civile.

Cosa sta succedendo? La registrazione delle imbarcazioni allo sportello telematico del diportista (STED) che consente di immatricolare e registrare le unità da diporto in un Archivio Telematico Centrale Nazionale (ATCN), come da anni avviene con lo sportello telematico dell’automobilista (STA), sta proseguendo a ritmi serrati, e nei giorni scorsi sono partite delle comunicazioni che invitano i proprietari di imbarcazioni, risalenti anche a trent’anni fa, di segnalare allo STED territoriale più vicino “l’attivazione e/o il prosieguo di qualsiasi pratica amministrativa relativa all’unità da diporto in possesso”, si legge nelle lettere.

STED: “Barche da segnalare all’Archivio Telematico Centrale”

Cosa vuol dire? Lo abbiamo chiesto a Marco Morana, vice segretario della sezione nautica della Confarca – confederazione che rappresenta le scuole nautiche – ed uno dei pionieri ai tavoli ministeriali dell’introduzione dello STED.




Morana, può spiegare ai diportisti che posseggono una barca immatricolata prima dell’introduzione dello STED cosa sta accadendo? Cosa significa quella comunicazione che hanno ricevuto nei giorni scorsi?

“Semplicemente che l’imbarcazione da diporto, che risultava iscritta nei R.I.D. (registri imbarcazioni del diporto), è stata inserita nell’Archivio Telematico Centrale della Nautica da diporto (come previsto dal D.P.R. 14/12/2018, n° 152) per il trasferimento all’ Archivio Telematico Centrale Nazionale (A.T.C.N.) dei dati contenuti nei vecchi registri d’iscrizione cartacei. Un aggiornamento che però va verificato, poiché riguarda “gli estremi dei versamenti dovuti e l’effettiva documentazione allo stesso necessaria”, come si legge nelle lettere inviate in queste ore”.

Cosa vuol dire?

“Che bisogna fare un check su tutte le vecchie imbarcazioni, per farle rientrare nel registro telematico. Fino all’anno scorso lo STED era ancona un oggetto misterioso, a causa dei rallentamenti dovuti alla naturale entrata a pieno regime dei registri telematici e ai tempi tecnici d’allineamento tra gli archivi cartacei, il vecchio RID (Registri Imbarcazioni da Diporto) e quelli digitali”.

Ma perché questa comunicazione è partita proprio ora?

“Le barche immatricolate negli anni Ottanta, che in Italia sono parecchie, risultano ancora iscritte ai registri cartacei poiché allora vi era l’obbligo di iscrizione nei RID anche se di lunghezza inferiore a 10 metri e, pertanto, anche per esse venivano annotati i dati della proprietà navale, gli eventuali gravami/ipoteche, i dati identificativi dello scafo e del motore”.

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“Come previsto dalla normativa vigente, oggi i registri navali, una volta compartimentali, sono divenuti telematici convergendo in un unico registro e, pertanto, le Amministrazioni che detengono questi registri cartacei stanno riversando tutti i dati nell’ATCN, il registro nazionale telematico, che viene gestito dal Ministero attraverso gli STED. Molti dei diportisti destinatari di queste comunicazioni, non ricordano neppure di avere una barca iscritta nei registri poiché, nella maggior parte dei casi, si tratta di unità iscritte nei lontani anni’70-’80, quando qualsiasi unità navale doveva essere immatricolata in appositi registri, alcuni detenuti dalle Capitanerie di porto, altri dalle Motorizzazioni, altri ancora addirittura da Amministrazioni come Province e Regioni, unità di piccole dimensioni per uso privato”.




Insomma, un unico registro telematico, come già avviene nell’automobilistica.

“Esatto. Con le modifiche normative avvenute nel settore nautico, che prevedono oggi l’obbligo di immatricolazione solo per barche con lunghezza superiore a 10 metri, i proprietari non ricordando neppure di aver iscritto la barca, o per negligenza, hanno venduto le unità con una semplice scrittura privata (senza obbligo di registrazione), come permesso dal sistema giuridico delle barche non iscritte. Ad oggi, il risultato è che abbiamo diverse persone che risultano intestatarie di barche iscritte da tantissimi anni ma non ricordano di averle immatricolate o, in alcuni casi, non sanno di che barca trattasi perché negli anni ne hanno possedute diverse”.

Come risolvere questo problema e mettersi in regola nel più breve tempo possibile?

“Semplicemente, per i proprietari di barche basta recarsi in un autorevole Sportello Telematico del Diportista (STED), ovvero le agenzie e le scuole nautiche del territorio. A Milano l’agenzia NESW da me rappresentata trova la giusta soluzione per ogni caso specifico ed in tempi rapidi”.

 

(Nella foto: la darsena del Porto di Santa Margherita Ligure – dal sito www.marina4.com)

 

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