Nautica

Cantieri navali: salta il matrimonio tra Fincantieri e Stx

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Alla fine è stato un comunicato a mettere la parola fine all’integrazione tra Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique (Stx). Comunicato arrivato dopo il confronto tra il ministro Stefano Patuanelli, il suo omologo francese Bruno Le Maire e la vicepresidente della commissione UE Margrethe Vestager. Viene così meno la nascita di un gigante europeo della cantieristica per le navi da crociera.

Il progetto della fusione tra Fincantieri e Stx non nasce in realtà sotto i migliori auspici. Siamo nel 2017 quando gli italiani si offrono di subentrare nella proprietà dei cantieri francesi al posto dell’azienda sudcoreana Stx in fallimento. L’allora presidente francese Francois Hollande benedice l’operazione (lo stato francese ha sempre avuto una quota azionaria nei cantieri) e gli italiani chiudono l’accordo con la promessa di avere i due terzi (66,7 per cento) della proprietà.




L’arrivo di Emmanuel Macon all’Eliseo cambia però le carte in tavola. I francesi si rimangiano l’accordo, paventando rischi di trasferimento di tecnologie alla Cina (Fincantieri ha una partnership con la CSSC di Shanghai) e timori sul mantenimento dei posti di lavoro in Francia. I rapporti tra Italia e Francia raggiungono i minimi storici. Alla fine, dopo una lunga trattativa si trova un compromesso: proprietà divisa al 50% tra Fincantieri e Stato francese, ma quest’ultimo presterà l’1% agli italiani che avranno così il controllo operativo dell’azienda.

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L’ultimo capitolo e la fine del progetto di fusione

Fatto il nuovo accordo, entra in scena l’antitrust europea che deve vigilare affinché il nuovo polo cantieristico non arrechi danni alla libertà del mercato. L’autorità non dà il via libera per mesi, mentre Fincantieri ribadisce più volte di aver fornito tutta la documentazione necessaria. Alla fine arriva il Covid che mette in forte crisi la crocieristica. Un colpo definitivo per un matrimonio che, forse, fin dall’inizio per molti non si doveva fare. Il risultato è che l’Europa non avrà un big della cantieristica da contrapporre alle grandi aziende asiatiche.

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