Il nodo Savoia è uno dei nodi marinareschi fondamentali per chi intende andare in barca. Considerato uno dei più importanti e facili nodi di arresto, il nodo Savoia può essere utile anche in altri ambiti non strettamente correlati al mondo della nautica, ed è anche per questo che è uno dei nodi marinareschi più conosciuto.
Ha la forma di un “otto”, è abbastanza veloce da eseguire e risulta essere comodo perché non stringe eccessivamente e non logora il cavo. Il nodo Savoia è il nodo principe d’arresto che impedisce alla cima di uscire da un occhiello.
Questo nodo, anche detto nodo dell’amore o nodo a otto, può essere realizzato con qualsiasi tipo di materiale, anche se può presentare alcuni problemi se realizzato con corde elastiche. È un nodo che ha una buona tenuta sotto carico, ma presenta problemi su sollecitazioni cicliche oppure con cime elastiche, in caso di cicli di carico e scarico a bassa tensione.
Questo tipo di nodo d’arresto è sicuramente più indicato su cime di grosso diametro, come appunto quelle delle imbarcazioni da diporto. Vediamo quindi, nella guida che segue, come realizzare questa tipologia di nodo.
Che cos’è il nodo Savoia o nodo a otto?
Il nodo Savoia, grazie soprattutto al pregio di non stringersi eccessivamente e di non usurare o indebolire il cavo, può essere usato anche come nodo di giunzione tra due corde dello stesso diametro o tra due capi della stessa corda: in questo caso viene anche chiamato nodo ad otto ripassato.
A cosa serve il nodo Savoia? Solitamente si utilizza per evitare che le cime si sfilino dai bozzelli, come appesantimento per le cime da lancio, nella nautica, oppure per collegare la corda all’imbragatura o per manovre di assicurazione, in alpinismo. Viene usato come nodo d’arresto, ma, a differenza del nodo semplice, si scioglie con relativa facilità.
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Può anche essere utilizzato per unire due corde o addirittura due capi della stessa cima. Per realizzare, al meglio, questo nodo, è bene prima calcolare la corretta lunghezza della cima da lasciare libera.
Come prima cosa prendete la corda e formate un occhiello con il corrente (il filo che si muove) che passa dietro al dormiente (ovvero il filo fermo). Portate adesso il corrente in avanti ed incrociatelo all’indietro sopra il dormiente. Per questo motivo viene ritenuto il più facile dei nodi d’arresto da eseguire.
Ricapitolando: i passaggi per la realizzazione del nodo Savoia sono tre in tutto:
- Fare un occhiello passando con il corrente sul dormiente.
- Passare il corrente sotto il dormiente creando un secondo occhiello.
- Passare con il corrente nel primo occhiello e tirare.
Perché si chiama nodo Savoia?
Il nodo Savoia, così chiamato per via della sua presenza nello stemma della casata reale dei Savoia, anche se le sue origini risalgono sicuramente ad un’epoca ancora più remota.
È per via della sua facilità di esecuzione che è ritenuto il nodo di arresto più diffuso. Il nodo Savoia riesce infatti a non stringersi eccessivamente, risolvendo il problema principale riscontrato nel nodo semplice.
Come realizzare il nodo Savoia
Come abbiamo già spiegato precedentemente, il nodo Savoia si realizza in tre facili passaggi: fare un occhiello passando con il corrente sul dormiente; passare il corrente sotto il dormiente creando un secondo occhiello; passare con il corrente nel primo occhiello e poi tirare. Tutti i passaggi ve le illustriamo in queste foto dove l’esperto velista Adolfo D’Angelo ci spiega come si fa il nodo Savoia (potete anche vedere il video che abbiamo pubblicato qui sotto).
Se le procedure sono state realizzate in modo corretto, potrete intravedere la forma di un otto già nell’esecuzione. Procedendo in questo modo portate il corrente al centro dell’occhiello. Tirando in sù il corrente si potrà vedere che si formerà una vera e propria figura di “otto”. A questo punto, dopo avere controllato bene i passaggi, dovrete stringere il nodo in questa maniera: tirando per bene l’estremità del corrente.
Se le immagini non vi hanno aiutato, vi proponiamo il video su come si realizza il nodo Savoia:
Differenza con il nodo parlato
Entrambi considerati nodi di arresto, la differenza tra il nodo parlato e il nodo Savoia è nella facilità con cui vengono eseguiti: il nodo parlato è un nodo complesso, mentre il nodo Savoia è un nodo semplice. La parte anteriore del nodo parlato assomiglia a una lettera “N” (poiché però la diagonale può essere rivolta sia da una parte che dall’altra, a volte può sembrare che la “N” sia scritta al contrario).
Il nodo parlato viene usato per serrare una corda ad una sbarra, ad un palo, ad un candeliere, a una bitta o a un’altra scotta che non faccia parte del nodo stesso (purché la trazione sia costante e ad angolo retto). Il suo impiego più frequente è quello per sospendere un parabordo alla barca.
Quando viene utilizzato il nodo Savoia
Il nodo Savoia viene utilizzato nell’ambito nautico principalmente per impedire a cime, ovvero corde, di sfilarsi da fori o da bozzelli. Il nautica è utilizzato anche come nodo d’appesantimento per le cime o sagole da lancio e legato ad intervalli regolari, agevola l’arrampicata sulle cime di salvataggio.
In arrampicata, alpinismo e speleologia, una sua variante (savoia inseguito o otto ripassato o asola delle guide con frizione) viene utilizzata per collegare la corda all’imbragatura ed in genere per manovre di assicurazione. Il nodo savoia viene utilizzato anche come sicura finale su nodi scorrevoli e alle volte è usato a scopo puramente ornamentale.
Non solo nodi di arresto: ecco gli altri nodi fondamentali nella nautica
Oltre al nodo di arresto Savoia, anche detto nodo a 8 o nodo dell’amore, esistono altri cinque nodi fondamentali che un aspirante comandante di un natante deve conoscere per il conseguimento della patente nautica, e si suddividono in nodi di arresto e nodi di giunzione. I nodi marinareschi più importanti sono:
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- Nodo parlato: altro nodo d’arresto, molto utile all’ormeggio, si può fare su una briccola o su una bitta: non va confuso con il nodo bocca di lupo, che è un nodo facilmente scioglibile;
- Nodo gassa d’amante: è considerato il nodo più affidabile e resistente. Chiamato anche nodo di bolina, questo nodo ha diverse varianti, ma le più diffuse sono due: il nodo di gassa d’amante a mano, e cioè il classico semplice, oppure il nodo gassa d’amante in fase d’ormeggio.
- Nodo piano: fa parte della categoria dei nodi di giunzione, che unisce due cime di egual diametro. Il dormiente deve baciare lo stesso cavo d’entrata a condizione che le cime siano di uguale grandezza. Viene spesso richiesto durante l’esame per la patente nautica. Dal punto di vista della sicurezza in mare è il meno affidabile, poiché rischia di sciogliersi.
- Nodo bandiera: altro nodo di giunzione, si può eseguire anche con cime che non sono dello stesso diametro, ed è un ottimo nodo perché risulta più sicuro del nodo piano.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.