Ancora un tentativo di pesca di frodo ha coinvolto l’area marina protetta di Torre Guaceto, nel brindisino, ma non è andata bene per i due pescatori illegali. La Guardia di Finanza, infatti, li ha sorpresi mentre salpavano le reti nella Zona A, area così sensibile da essere interdetta anche alla balneazione.
Alla vista dei finanzieri, i due sono scappati abbandonando la rete e la barca. Il reparto navale della Guardia di Finanza ha così provveduto a sequestrare la nave, la rete e il pescato (che è stato donato alla Caritas).
Il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha poi provveduto a rimuovere altri parti della rete, per evitare che queste continuassero a intrappolare i pesci (il cosiddetto ghost fishing) e a fare danni all’area marina protetta. La lotta alla pesca di frodo in località Torre Guaceto è più attiva che mai.
Torre Guaceto, l’area dove è stato trovato il cucciolo di squalo elefante
Che Torre Guaceto sia un’area di particolare importanza per la vita marina è evidente dalla pesca singolare avvenuta pochi giorni fa. In quell’occasione due pescatori, questa volta autorizzati a lavorare nell’area protetta, avevano trovato nella loro rete un cucciolo di squalo elefante.
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Una specie protetta e che non si incontra facilmente nel Mar Mediterraneo. I due pescatori, colpiti anche loro dalla pesca atipica che avevano fatto, hanno subito avvertito i gestori dell’area marina protetta e hanno liberato con tutte le accortezze del caso lo squalo elefante, come testimonia questo video.
Redazione Sport di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.