Non passa inosservato il mega yacht lungo 140 metri ormeggiato a Marina di Carrara. Con il suo valore di 700 milioni, si tratta di uno dei superyacht più grandi e più costosi al mondo. Attorno a questa imbarcazione, però, si aggira un mistero. A riportarlo è il New York Times, che si chiede se lo Scheherazade, così si chiama, sia addirittura lo yacht di Vladimir Putin. In una telefonata con il Times, Guy Bennett-Pearce, capitano dello yacht, ha smentito che il leader del Cremlino abbia mai messo piede nella barca. Tuttavia, Bennett-Pearce non ha escluso che possa appartenere a qualche russo, sostenendo però che il nome non figura in alcuna lista delle persone colpite dalle sanzioni. Il capitano dello Scheherazade si è rifiutato di dare ulteriori informazioni sul proprietario del superyacht, menzionando un accordo di non divulgazione che gli impedisce di dire altro. Il mistero, pertanto, rimane ancora irrisolto, dal momento che nessun papabile proprietario si è fatto avanti pubblicamente. Gli inquirenti sarebbero saliti a bordo lo scorso venerdì per esaminare la documentazione e, secondo una fonte anonima, la Guardia di Finanza ha aperto un’inchiesta: se sia o meno lo yacht di Putin si scoprirà presto.
Oltre lo yacht di Putin, ecco chi rischia
Ma non c’è solo lo Scheherazade sotto l’occhio dei riflettori. Con le ultime notizie sulle sanzioni, infatti, sono iniziati ad emergere i nomi degli incredibili yacht sparsi in tutto il mondo e appartenenti ai più grandi imprenditori vicini a Putin. Una flotta dal valore complessivo di 10 miliardi di dollari, con la metà di questa cifra concentrata nelle mani dei soli Abramovich, Usmanov e Melnichenko. Dopo anni di prosperità, questi oligarchi potrebbero veder ridotto il loro patrimonio, a causa delle sanzioni sui beni, tra cui rientrano anche gli yacht.
Tra questi figurano prima di tutto il Lady M, ormeggiato ad Imperia e di Alexei Mordashov. Il megayacht, con 52 metri di lunghezza e un valore stimato di 65 milioni, è di proprietà del presidente di Severstal. Mordashov, il cui nome è nella black list europea, appartiene alla presunta famiglia più ricca di tutta la Russia. Poi vediamo il Lena che, con i suoi 52 metri di lunghezza e 50 milioni di dollari di valore, è ormeggiato al Portosole di Sanremo ed è di proprietà di Gennady Timchenko, stretto amico di Putin e sesto uomo più ricco in Russia. Il Dilbar, invece, di Alisher Burkhanovic Usmanov, è già stato sequestrato dalle autorità tedesche nel porto di Amburgo e con i suoi 156 metri di lunghezza, oltre agli 800 milioni di dollari di valore, risulta essere lo yacht più grande al mondo per volume.
Giungiamo poi all’Eclipse e al My Solaris, di proprietà di Roman Abramovich, figura nota nel mondo calcistico per essere il presidente del Chelsea, club che, ha già annunciato, è stato messo in vendita data la situazione attuale in Russia e in Ucraina. L’imprenditore è tra i protagonisti delle trattative tra i due paesi e ha già affermato che il ricavato dalla vendita del Chelsea verrà devoluto alle vittime di guerra in Ucraina. Eclipse è stato visto prima nei pressi del porto di Barcellona, poi in quello di Montenegro, dove le sanzioni non sono ancora applicabili. My Solaris, invece, è stato avvistato ai Caraibi, ma sicuramente verrà portato in un altro luogo. Igorevich Melnichenko, invece, è proprietario delle mega imbarcazioni Sailing Yacht A e Yacht A, rispettivamente di 143 e 118 metri di lunghezza, oltre che di 450 e 300 milioni di dollari di valore. Passiamo, prima di concludere, al Galactic Supernova di Vagit Alekperov (presidente di Lukoil, la più importante compagnia pretrolifera della Russia) che si sta spostando da Barcellona al Montenegro e al Clio di Oleg Deripaska, partito dallo Sri Lanka e diretto alle Maldive. La menzione d’onore va al Graceful, lungo 80 metri e che vale 100 milioni di dollari, ovvero lo yacht di Vladimir Putin. Il megayacht ha lasciato, prima di terminare le manutenzioni, il Porto di Amburgo, proprio per paura delle possibili sanzioni che sarebbero scaturite da un’invasione in Ucraina.
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Capri, fuga dall’isola per gli oligarchi russi
L’isola di Capri ha da sempre intrattenuto molte relazioni con la Russia, sin da quando, nel lontano 1906, vi sbarca l’esule Maksim Gorkij. Al giorno d’oggi, i lussuosi yacht dei magnati russi sfilano come in un concorso di bellezza lungo le coste dell’isola, tuttavia questa situazione potrebbe cambiare molto presto. Sempre a causa delle note sanzioni europee, Capri resta col fiato sospeso, pur rimanendo sempre pronta ad accogliere i business man russi che hanno grande impatto sull’economia locale. Insieme all’isola del Golfo di Napoli, grande apprensione da parte della penisola Sorrentina, tappa fissa dei magnate vicini al Cremlino.
Laureando in Storia e Politica internazionale e aspirante giornalista. Sono molto sensibile alle tematiche ambientali e alla ecosostenibilità, oltre ad amare le lunghe passeggiate al mare il mattino presto.