La scoperta di barche non dichiarate al Fisco avvenuta ad Ancona, con multe elevate fino a 300mila euro, ripropone il problema delle imbarcazioni battenti bandiera straniera e sconosciute all’Agenzia delle Entrate.
Il reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Ancona ha individuato altre 18 imbarcazioni tra yacht e barche a vela battenti bandiera straniera intestate a soggetti residenti in Italia che avevano omesso di dichiararne la proprietà. Ma cosa prevede la normativa italiana per i possessori di barche e quali sono gli obblighi nelle dichiarazioni dei redditi annuali? Procediamo per ordine.
Barche non dichiarate al Fisco, ennesima operazione dopo Non expedit Rw
Il blitz con il sequestro di 18 imbarcazioni tra yacht di lusso e a vela scattato ad Ancora, arriva a distanza di poco meno di un anno dall’operazione di polizia economico-finanziaria, denominata Non expedit Rw, che ha consentito di individuare e sanzionare i proprietari di 61 imbarcazioni di lusso completamente sconosciute al fisco.
L’attività svolta dagli uomini delle fiamme gialle di mare, coordinati dal reparto operativo aeronavale di ancona, ha rilevato che i proprietari, tutti fiscalmente residenti in Italia, non hanno mai dichiarato all’Agenzia delle entrate la disponibilità e il valore di mercato della loro barca. Si parla di un valore intorno al milione di euro, per il quale i trasgressori sono stati sanzionati per omessa ed infedele dichiarazione relativa a più annualità, per un ammontare complessivo di oltre 300mila euro.
L’operazione condotta dalla guardia di finanza si è svolta in più fasi: in mare, attraverso l’impiego dei mezzi navali, intercettando e ispezionando le imbarcazioni battenti bandiera estera e successivamente, confrontando la documentazione esibita dai detentori delle imbarcazioni controllate e le informazioni in possesso delle banche dati in uso alla Gdf, consentendo così di individuare coloro che verosimilmente potevano aver eluso gli obblighi tributari legati al possesso di imbarcazioni non note ai registri nazionali.
L’attività svolta, anche in questo caso, ha consentito alla Guardia di Finanza un immediato recupero delle somme dovute. Infatti, molti dei verbalizzati, a seguito del controllo, avvalendosi del del ravvedimento operoso, che consente di ottenere uno sgravio sull’importo della sanzione formalizzato in sede di constatazione, hanno provveduto ad effettuare nell’immediato il versamento dovuto.
Al termine di quest’ultima operazione, il reparto operativo aeronavale di Ancona ha segnalato all’Agenzia delle entrate, complessivamente, 79 posizioni fiscali irregolari.
Barche, cosa prevede la normativa dei redditi
Cosa succede se si hanno barche non dichiarate al Fisco? La normativa fiscale prevede l’obbligo di indicare nella dichiarazione dei redditi annuale, utilizzando l’apposito modello ‘Rw’, qualsiasi investimento o bene detenuto all’estero, tra cui anche le unità da diporto. Questa normativa, denominata ‘monitoraggio fiscale’, consente agli organi di controllo di meglio apprezzare la reale capacità contributiva del dichiarante e ricavarne informazioni ed elementi utili a valutare l’adeguatezza o meno dei redditi indicati nella stessa, rispetto alla situazione patrimoniale dichiarata.
LEGGI ANCHE: Salone Nautico: boom di contratti nautici di gozzi, gommoni e barche a vela
Come registrare una imbarcazione
Imbarcazioni e navi da diporto devono per legge essere registrate e richiedono operazioni più complesse per il trasferimento di proprietà: occorre un atto scritto da un notaio, anche se l’autenticare può essere effettuata dagli uffici comunali; il documento prodotto e autenticato dovrà essere utilizzato per procedere con la trascrizione presso i registri pubblici, e questo prevede il pagamento di un bollettino di Euro 23,42 per i diritti amministrativi per le imbarcazioni e uno di Euro 35,23 per le navi da diporto.
Ma perché esiste il fenomeno delle barche fantasma, ovvero sconosciute al Fisco, ed in particolar modo delle barche battenti bandiera estera? Semplicemente perché in molti, credendosi furbetti, vogliono aggirare l’applicazione dell’IVA.
Acquisto di una barca all’estero: in UE o fuori?
Se la barca che ci interessa è sempre in un paese UE ma è registrata, il pagamento dell’IVA tra soggetti privati non è previsto. Se la barca o la nave sono invece proprietà di una società con sede in un paese UE allora sarà applicata la VAT del paese di origine e inserita nel documento di vendita, il ‘Bill of Sale’, che sarà poi fondamentale per poter iscrivere l’unità nel registro nazionale. Se venditore e acquirente sono entrambi cittadini UE non è necessario procedere con la legalizzazione del ‘Bill of Sale’.
Se si acquista una barca all’estero e la si dichiara al Fisco italiano, bisogna applicare il 22% di Iva. Se si tratta di un natante, sebbene questo non sarà registrato una volta entrato nel nostro paese, deve comunque seguire le procedure d’importazione che prevedono il pagamento in sede doganale dell’IVA al 22%.
Nel caso di vendita di barca tra privati, come ricorda il portale INautia.it, l’IVA non è applicabile, ma sarà necessario versare una Imposta di Registro che ha valore variabile in funzione delle dimensioni dell’unità oggetto della compravendita come schematizzato di seguito (per i casi in cui è necessario contemplare anche l’IVA, questa si aggiungerà all’imposta di seguito illustrata):
- Natanti: Euro 71 per unità aventi lunghezza massima di 6 metri, Euro 142 per unità di dimensione compresa tra 6 e 10 metri.
- Imbarcazioni da diporto: Euro 404 per unità aventi una lunghezza massima fino a 8 metri (si possono immatricolare unità sotto i 10 metri di lunghezza scafo per ragioni legate all’esigenza di accedere a un leasing o per navigare oltre i limiti di territorialità dove i natanti, proprio perché non registrati, non possono navigare in quanto non provvisti della necessaria iscrizione nel registro delle unità da diporto), Euro 607 per unità fino a 12 metri, Euro 809 per unità fino a 18 metri ed Euro 1.011 per unità oltre i 18 metri di lunghezza e fino a 24 metri come limite di categoria per le “imbarcazioni da diporto”.
- Navi da diporto: qualunque sia la dimensione dell’unità, l’imposta di registro fissata è pari a Euro 5.055.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.